Caro sindaco di Predappio, se la deportazione degli ebrei è una cosa “di parte” allora sei dalla “parte” sbagliata della Storia
Se il sindaco Roberto Canali ritiene che il treno della memoria che ogni anno accompagna i giovani in visita a Auschwitz sia “di parte” allora qualcuno gli spieghi, glielo dica bene dritto nelle orecchie, che quella parte è il recinto in cui l’occidente ha deciso di costruire la propria civiltà. L'opinione di Giulio Cavalli
No, spiace per il sindaco di Predappio che ostenta le sue lacune politiche ma l’antifascismo e l’antirazzismo non sono una “parte politica”, no, sono la grammatica della democrazia. E se il sindaco Roberto Canali ritiene che il treno della memoria che ogni anno accompagna i giovani in visita a Auschwitz sia “di parte” allora qualcuno gli spieghi, glielo dica bene dritto nelle orecchie, che quella parte lì è la parte della libertà, della dignità umana e del rispetto della persona e forse il sindaco non sa, non ha capito bene, che quella “parte” è il recinto in cui l’occidente ha deciso di costruire la propria civiltà ed è lo spazio in cui si esercita la politica, quelli che la politica la sanno fare e non hanno bisogno di qualche sparata al vetriolo per ritagliarsi una mezza giornata di visibilità.
Forse sarebbe anche il caso, una volta per tutte, di ricordare e ricordarsi che lo sdoganamento dell’antisemitismo, del fascismo e degli stormi d’odio che cadono su Liliana Segre e su altri sono i frutti feroci proprio degli atteggiamenti simili al sindaco di Predappio, di tutti quelli che giocano sul filo del rasoio sapendo perfettamente di poter contare sul rimbalzo dei nostalgici dei nostri tempi peggiori, quelli tutti impegnati a rendere l’Italia (e l’Europa) l’habitat naturale dell’odio nero.
Si potrebbe anche dire, al sindaco di Predappio, che la memoria dei nostri tempi peggiori non si cancella con qualche frammetta ad effetto che vorrebbe essere un cimelio: ritenere la deportazione di milioni di ebrei una cosa “di parte” significa essere dalla “parte” sbagliata della Storia, semplicemente, chiamandosi fuori dal consesso civile di questi tempi.
E, volendo esagerare, si potrebbe anche spiegare al piccolo sindaco che anche nelle sue dichiarazioni, come succede in tutte le dichiarazioni dei fascisti che non hanno nemmeno il fegato di dichiararsi fascisti, che tirare fuori la solita solfa delle Foibe significa solo praticare un po’ di benaltrismo per vigliaccheria: contrapporre un tragedia a una tragedia è un trucchetto troppo vecchio per funzionare ancora e se Canali ritene che le Foibe siano un pezzo di storia che bisognerebbe raccontare ancor meglio e ancora di più gli basterebbe aggiungere un finanziamento anche per qualche iniziativa sul tema oltre al treno della memoria, senza bisogno di rinunciare a entrambi. Infine il sindaco potrebbe spiegarci anche quale “parte” ha costretto alla scorta la Segre. Scommetto che la conosce benissimo, quella.