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Perché è sbagliato chiudere i programmi tv leggeri per fare solo informazione

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Parliamoci chiaro: dal tunnel virale e para-virale non usciremo a breve, e ne usciremo con le ossicine spezzate. Soprattutto sul piano economico. Ormai l’ha capito persino Flavia Vento, che ieri twittava: “Dovete chiudere tutto negozi bar taxi metro treni tutto”, ignorando sia la punteggiatura (sarebbe il meno) sia il fatto che il blocco dei trasporti significa la paralisi totale di un Paese. Ma d’altra parte viviamo in un momento così bizzarro e fluido che domani potrebbe toccarci persino dover dire: toh, aveva ragione Flavia Vento! Per poi rinchiuderci per sempre in un convento di frati trappisti.

Però, visto che questo tunnel virale lo abitiamo ormai quotidianamente da un po’, fra bombardamenti di news che seminano il panico (per poi raccoglierlo, è il destino contadino di chi fa il giornalista) e angosce sottopelle, tanto vale cercare di arredarlo al meglio. Renderlo più confortevole e meno ansiogeno per tutti. Invece no. Invece c’è chi lavora per sottrarre spazio agli ultimi scampoli di sorriso che ci sono rimasti.

L’ultima pensata delle reti televisive (dopo aver forzatamente chiuso le porte al pubblico in studio, causa emergenza contagio), è quella di abbassare la saracinesca di alcuni programmi di intrattenimento per lasciare il posto ad altre news. Come se ne circolassero già poche. Mediaset ha deciso di stoppare “CR4 – La Repubblica delle donne” di Piero Chiambretti, “Verissimo” di Silvia Toffanin e “Live – Non è la D’Urso”, della Dama del castello di Cologno Monzese. E anche se alla Dama del castello piace fare solo quello (cioè più o meno la stessa tv replicata in infiniti spazi), la nostra ha dovuto piegarsi alle superiori volontà. Che stavolta, guarda caso, sono anche un grosso favore alla medesima, perché “Live” ha portato a casa il 14.8% di share domenica 1 marzo, e il 13.2% quella scorsa. Quindi quest’anno naviga in cattive acque, nonostante sfoggi spesso ospiti trash di grido. Tanto valeva chiudere il baraccone. E se anche Piero Chiambretti zoppica un po’, di sabato continua a difendersi bene la blindatissima Silvia Toffanin. Ma anche la compagna del Capo supremo è stata colpita dalla misura restrittiva. Perché? Piace pensare (e non sono ironico in questa riflessione) che sia dovuto a una sensibilità che rende distonico il fatto di apparecchiare futili scemate mentre fuori c’è l’Apocalisse. Ammettiamolo, non è facile parlare di gossip e spettacolo in questo periodo. Ti senti quasi in colpa. Come i conduttori di Tg quando piazzano la notiziola leggera dopo il massacro in cronaca e premettono compunti: “Adesso voltiamo decisamente pagina”.

La signora romana di Mediaset, Mara De Filippi, difende invece scimitarra alla mano tutti i suoi fortini. Anche perché sono quelli che tengono in piedi Canale 5, quindi c’è poco da fare. Sul fronte Rai, Vespa è stato temporaneamente sospeso per motivi cautelativi in materia di salute (ma ha subito gridato al complotto, unico neo della vicenda ma non di Bruno), e qualcuno ha avuto la mezza idea balzana di ipotizzare una sospensione anche per “Ballando con le stelle”, che dovrebbe partire il 28 marzo. Innescando inevitabilmente la reazione di Milly Carlucci, la quale potrebbe incatenarsi a Guillermo Mariotto.

A mio avviso la decisione di sottrarre spazi all’intrattenimento leggero (pur con le comprensibili distonie di cui sopra, senza il pubblico che dà quel fondamentale calore e la cui assenza ha già decretato la chiusura de “I soliti ignoti” di Amadeus e “La Corrida” di Carlo Conti) in un momento come questo è scellerata. Bisogna muoversi invece in senso contrario ma cambiando decisamente la qualità del prodotto.

L’unica cosa razionale da fare, al limite, per garantire il servizio pubblico, sarebbe destinare transitoriamente una rete di ciascun blocco (Rai3 per Viale Mazzini e Rete4 per Mediaset) all’informazione H24 o quasi. Per chi vuole, giustamente, essere costantemente informato. E rimuovere subito dopo il Coronavirus da qualsiasi altro appuntamento e dall’infotainment più caciarone e cialtrone del pomeriggio. Infine riscoprire, togliendoli dal cassetto e implementandoli, vecchi format rilassanti, rassicuranti, quasi anestetizzanti. Da “Ok, il prezzo è giusto” a “Il gioco delle coppie”, richiamando in servizio Iva Zanicchi e Marco Predolin, se occorre; da “La ruota della fortuna” a “Doppio slalom”. Non per fare archeologia televisiva, ma per somministrare al pubblico piccole dosi di medicine per l’anima. Oppio per i popoli, dirà qualcuno. No, psicoterapia di massa. In questo momento serve.

La Rai ha già un palinsesto dove fra quiz e varietà c’è più sana leggerezza fine a se stessa. Mediaset invece, ai tempi del Coronavirus, avrebbe bisogno di essere parecchio ripensata. Al limite, passata la buriana, ci resterebbe in dote una tv meno inguardabile di quella attuale. Hai detto niente…

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