Con le Agorà vogliamo costruire un nuovo centrosinistra popolare (di Nicola Oddati)
È stata data una certa enfasi alla scelta, in realtà maturata già mesi fa, di Articolo 1 di partecipare alle Agorà democratiche promosse dal Pd, scelta vista un po’ sbrigativamente come propedeutica ad una fusione o a un ingresso di Articolo Uno nel Pd. È un fatto positivo che Articolo Uno abbia deciso di utilizzare lo strumento delle Agorà democratiche.
Così come ha fatto Demos e stanno facendo tante esperienze associative nazionali e locali. Tuttavia è importante chiarire che alle Agorà non sono previste partecipazioni o organizzazioni collettive. Ognuno partecipa individualmente e conta per sé, che sia un militante del Pd o un non iscritto, un parlamentare o ministro o un simpatizzante.
Le abbiamo volute concepire così: senza alcuna gerarchia. Luoghi aperti di discussione circolare nei quali contano le idee, le proposte. Non hanno alcuna utilità se si intendono classicamente come uno strumento per entrare negli organismi del Pd, e né Articolo Uno né noi le intendiamo così. Sono utilissime invece per affrontare e spingere temi programmatici nell’agenda politica dell’Italia di oggi e di domani. Guardiamo per esempio alla discussione sul salario minimo. Quando alcuni di noi hanno posto il tema qualche mese fa, eravamo piuttosto isolati. Ora ne parlano Letta e Conte, e perfino Landini apre all’ipotesi.
Cogliamo allora l’occasione e mettiamo in campo una proposta che dia dignità al salario dei lavoratori e allo stesso tempo regoli e rafforzi la contrattazione sindacale. E così potrà essere su temi come la riforma del fisco, la riduzione dell’orario di lavoro, il rafforzamento delle politiche di contrasto alla povertà, con l’introduzione di un salario universale, la qualità sella democrazie, le regole per la partecipazione e la democrazia digitale. Per ora i temi più dibattuti e su cui si concentrano le proposte delle Agorà che si stanno svolgendo sono proprio quelli legati al lavoro. E poi la transizione ecologica, i temi della sicurezza sociale, della mobilità e delle infrastrutture, della vivibilità delle città. Insomma le cose vicine ai cittadini, che interessano concretamente la vita delle persone.
Ecco. Questa può essere una delle la funzioni delle Agorà. Costruire un programma che affronti cose vere. Invece di ridicoli e un po’ patetici tentativi di posizionarsi in prossimità di Draghi, quasi come se fosse una fonte salvifica, abbiamo l’opportunità reale di posizionarci vicino alle persone e alle loro esigenze. E spingere questo governo del quale siamo parte lealmente e con convinzione, e quello che uscirà dal prossimo appuntamento elettorale, ad essere in sintonia con i bisogni del Paese. E questa è l’altra funzione, importante, delle Agorà democratiche: aiutarci a costruire un nuovo centrosinistra di prossimità, che nasca dalla partecipazione popolare, non più distante e chiuso nelle stanze e nelle Ztl. Il nostro obbiettivo è quello di realizzare un grande esercizio di democrazia partecipata e di intelligenza collettiva per avvicinare la politica e le persone.