Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 13:12
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Opinioni

“Noemi è dimagrita”: quando si smetterà di fare notizia col corpo delle donne?

Immagine di copertina
Noemi. Credits: Ansa e Instagram

“Noemi è dimagrita”

C’era una volta Noemi, al secolo Veronica Scopelliti, che con la sua voce potente e graffiante ci cantava della sua cellulite e delle sue nuove consapevolezze. Un’artista di talento e una ragazza splendida nella sua bellezza imperfetta, capace di brillare per bravura e naturalezza prima ancora che per blush e illuminanti. Su siti e giornali si parlava dei suoi album e semmai dei suoi intriganti look quando calcava il palcoscenico di Sanremo.

Poi qualcosa improvvisamente cambia. Arriva l’estate 2020 e quelle prime foto in bikini sui social in cui sfoggia un fisico super tonico e asciutto, risultato di mesi di dieta e strenui allenamenti. Lei sorride felice e soddisfatta e chi l’ha sempre seguita con simpatia e affetto guarda quelle foto e sorride per lei. Intanto, come prevedibile, per i media la notizia diventa quella: “Noemi dimagritissima“, “La metamorfosi di Noemi“; “Noemi dimagrita: molti chili in meno e carica super sexy“. E la cosa a me personalmente inizia un po’ a stridere. Per l’ennesima volta il corpo, che sia più grasso, più magro, più atletico o più flaccido, diventa argomento notiziabile come si trattasse di valutare la conformazione di una frisona sull’Informatore Zootecnico. Ma poi mi dico che Noemi non ne ha certo colpa, lei si è solo mostrata come le andava, e in fondo come funzionano un certo tipo di “notizie” non è sicuramente una novità.

Ora però, a pochi giorni dall’inizio del Festival che la vedrà nuovamente calcare il palco dell’Ariston, la rossa interprete riappare glamour più che mai sui social e sulla copertina di Vanity Fair con una serie di scatti e un’intervista in cui racconta la sua Metamorfosi (che è anche il titolo del suo album). Metamorfosi che, come lei stessa spiega, è interiore prima ancora che esteriore, perché nata da un momento di crisi profonda. Ma chissà perché di fatto la notizia sembra essere sempre e comunque quella: Noemi è dimagrita. La cantante spiega come il suo nuovo stato fisico altro non è che il risultato di un percorso mentale, perché “il corpo è il nostro indicatore di ciò che abbiamo in testa” (e già qui ci sarebbe qualcosa da obiettare forse), di come fosse arrivata a guardarsi allo specchio senza riconoscersi e del bisogno di riprendere il controllo sulla propria vita partendo da quello sul proprio fisico. Riga dopo riga lo sconcerto aumenta e mi chiedo se sia necessario dare tanto spazio a una ritrovata pancia piatta ammantando il tutto con profonde riflessioni ontologiche. Anche perché il risultato è uno strano manifesto dell’autoaccettazione al contrario, accompagnato dallo slogan “Vai bene solo se vai bene a te”.

noemi copertina vanity

Che poi il messaggio è inattaccabile, sia chiaro. Ora però, Noemi, avrei voluto vedere se avessi passato l’estate a rimpinzarti di maritozzi alla panna perché la tua mente in quel momento aveva bisogno di quello, se ora staremmo qui ad ammirarti in tutto il tuo morbido splendore mentre lanci proclami di body positive. So che contestarti in questo momento comporta il rischio di passare per l’acida invidiosa della situazione. Ma voglio correrlo perché sono fermamente convinta che il tuo peso e la tua taglia non siano affar mio né di nessun altro al mondo. Certo, che anche tu un giorno, senza preavviso alcuno, sia passata al lato oscuro delle “fisicate” che preferiscono la crusca al cheeseburger ci fa sentire un po’ più sole, ma non è giusto fartene una colpa.

Lasciami però dire che il fatto che ci siano ragazze chi ti scrivono che guardarti suscita in loro il desiderio di mangiare un’insalata “perché caspita se lei ce l’ha fatta posso farcela anche io”, perdonami, ma lo trovo il complimento più deprimente della storia. Ma di cosa stiamo parlando? Quand’è che una cantante che dimagrisce (e attenzione non parliamo di un caso di obesità con i conseguenti rischi per la salute) diventa una notizia e addirittura un esempio per i giovani? O meglio, quand’è che smetterà di esserlo?

Noemi poi ci assicura che la sua è stata una scelta di libertà, non dettata dal bisogno di omologarsi alla società ma dal desiderio di sentirsi meglio con se stessa. E io le voglio anche credere perché la reputo una donna intelligente, ma davvero oggi si può onestamente dichiarare che le due cose non siano in relazione? E poi, possibile che questo messaggio, già alquanto zoppicante, debba essere veicolato dalle ennesime foto levigate e photoshoppate in cui ogni imperfezione è messa al bando? In questo modo credere a quel “Vai bene solo se vai bene a te” diventa ancora più difficile. Veronica, scusa la confidenza, io sono con te nella battaglia a difesa del “diritto, sacro, di trasformarsi in quel che si vuole” e nella libertà di inseguire l’ideale di bellezza in cui si crede, qualunque sia. Solo che se scegli, legittimamente, di diventare una taglia 38 per piacerti di più, non mi è chiaro quale rivoluzione tu stia combattendo. Non credo che questo messaggio lanciato da un tacco 12 e fasciata in un abito super sexy possa essere d’aiuto a una ragazza o a una donna che lotta per accettare se stessa. Sei dimagrita e ti accetti? E grazie al ca**o, canterebbe Checco Zalone. Che il mondo purtroppo accolga molto più volentieri i pesi piuma rispetto ai medi o ai massimi è il segreto di pulcinella. Tutti lo sanno, tanti lo pensano, ma non si dice. Prova ne è che davanti a un vistoso dimagrimento piovano più complimenti che per l’assegnazione di un Nobel. Poco importa se a volte i chili persi sono dovuti a una sofferenza che chiude lo stomaco. Sei magra? Stai benone. A parte per i rosiconi, si intende. Quelli giocano un campionato a parte.

Per questo la reazione istintiva “Guarda come sta bene Noemi!”, tra foto e interviste è stata guastata da un sapore amarognolo, tipo cicoria, per restare in tema di insalate. Ed è allora legittimo chiedersi: tutta questa operazione di rilancio di una nuova immagine a chi giova davvero, se non alla “vanity” della sua protagonista? E sia chiaro, ci sta. A tutte noi piace sentirsi avvenenti e sensuali, ma qui tutta l’operazione, compresa la scelta di cancellare le vecchie foto da Instagram per lasciare solo le nuove in versione glamour, sbaglierò ma suona come: “Pensavate fossi un brutto anatroccolo? E invece beccatevi sta gnocca!”

Chissà invece quando si capirà che il miglior modo per comunicare il messaggio “vai bene solo se vai bene a te” sia fare l’esatto contrario di ciò che ha fatto Vanessa Incontrada qualche mese fa e Noemi oggi: ossia, piantarla di rendere il corpo protagonista, smettere di sdoganare come notizia-evento la presentatrice che, incredibile signori!, è bella e famosa anche con qualche rotolino in più o, ancor più inverosimile, di celebrare il coraggio e la libertà di chi ha deciso nientedimeno che unirsi all’esercito delle quarantenni tutte fitness e bevande proteiche. Perché se è vero che magre o grasse, alte o basse, non deve importare a nessuno, come mai poi a finire in copertina è sempre il corpo delle donne con le sue trasformazioni?

È vero, ognuna è libera di cercare se stessa un po’ dove vuole, sulla cyclette, nella musica, in libreria, nell’orto, in una chiesa, in una palestra, davanti a un pc a scrivere nel cuore della notte o nel barattolo del gelato, ma vi prego, se non siamo su “Salute e Benessere” basta parlare di bilancia e girovita, che di argomenti più interessanti ce ne sono a valanghe.

Leggi anche: Noemi dimagrita, la trasformazione è incredibile: “Giuro che sono io!”

Ti potrebbe interessare
Opinioni / Come il “campo largo” ha strappato l’Umbria al centrodestra
Opinioni / L’alternativa all’oligarchia illiberale non è la paura ma la speranza
Opinioni / Astensionismo record anche in Umbria ed Emilia-Romagna: così la democrazia diventa oligarchia
Ti potrebbe interessare
Opinioni / Come il “campo largo” ha strappato l’Umbria al centrodestra
Opinioni / L’alternativa all’oligarchia illiberale non è la paura ma la speranza
Opinioni / Astensionismo record anche in Umbria ed Emilia-Romagna: così la democrazia diventa oligarchia
Esteri / Il trumpismo è un filo rosso che unisce “bifolchi” e miliardari
Esteri / Nemmeno a Trump conviene opporsi alla green economy
Opinioni / L'Europa ai tempi di Trump
Opinioni / Ma nella patria del bipartitismo non c’è spazio per i terzi incomodi (di S. Mentana)
Esteri / In Europa può rinascere dal basso un nuovo umanesimo contro la barbarie delle élites (di E. Basile)
Opinioni / Bruno Bottai: l'eloquenza del silenzio (di S. Gambino)
Opinioni / La vittoria di Bucci e l’importanza del peso demografico alle regionali