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La nave saudita Bahri attracca a Genova con a bordo carri armati: quindi la guerra è un servizio essenziale?

Immagine di copertina
I carri armati

Nave saudita a Genova carica di carri armati

Tutti chiusi a casa. Fabbriche chiuse. Porti chiusi. Responsabilità. Sicurezza e Salute. Le parole d’ordine che rimbalzano dappertutto disegnano un mondo completamente concentrato sulla pandemia e intento a risolvere la conseguente enorme crisi sanitaria e intanto accade che per il porto di Genova, intanto, arrivi una nave della flotta saudita Bahri con a bordo armi e carri armati. Direzione: Medio Oriente.

Non è una storia nuova, i portuali di Genova sono diventati uno dei pochi resistenti avamposti contro il commercio di armi da guerra verso Paesi che non potrebbero essere riforniti secondo gli accordi internazionali e che invece continuano a mungere soldi dall’occidente che finge di non vedere, di non sapere, di non sentire. Lo scorso 18 febbraio la Bahri Yanbu, che trasportava armi per la guerra in Yemen, era passata da Genova sotto le proteste dei lavoratori e di alcuni attivisti mentre le forze dell’ordine bloccavano l’ingresso al porto.

Venerdì il Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali ha denunciato l’arrivo di una nave che trasportava decine di mezzi militari: “Oggi 17 aprile – ha scritto il collettivo – sentendo le varie campane proclamare che nel nostro paese possiamo stare tranquilli perché abbiamo una classe imprenditoriale e dirigenziale molto seria che tutela i propri cittadini e lavoratori con responsabilità (responsabilità vista da tutti nel far rischiare la propria incolumità a medici, infermieri, oss e volontari non garantendogli gli strumenti necessari allo svolgimento del loro prezioso lavoro)”, scrivono.

“Ci troviamo nel porto di Genova a lavorare sull’ennesima nave Bhari (Abha) – continuano – che ovviamente trasporta generi di prima necessità, cioè decine di mezzi blindati venduti dall’industria USA per alimentare guerre criminali in Siria, Yemen, Kashmir ecc. (come dimostrano le immagini scattate questa mattina nella stiva della nave “Abha” ormeggiata al terminal GMT di Ponte Eritrea), rappresentata nei porti italiani dall’agenzia marittima “ Delta” A questi signori importa solo il loro profitto e non si fermano davanti a niente e nessuno, tanto che per proteggere i loro interessi dispiegano forze dell’ordine in numero cospicuo fuori e dentro il terminal in un momento, vista l’emergenza, dove forse sarebbe meglio fossero al servizio dei propri concittadini”. La guerra è un’industria fondamentale, da tenere aperta anche in tempi di virus. A proposito di responsabilità, di sicurezza e di salute.

Leggi anche: 1. A Genova c’è una nave saudita che trasporta armi: indagate su quella e lasciate stare i migranti (Il commento di Giulio Cavalli) / 2. Nave delle armi, vincono i portuali di Genova: l’imbarcazione saudita ha lasciato l’Italia senza caricare materiali militari /3. Arrivata a Genova nave carica d’armi diretta in Arabia Saudita. Portuali a TPI: “Qui rischia di esplodere tutto”

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