Una cosa utile al paese il ministro Boccia potrebbe farla: andare a casa (di Selvaggia Lucarelli)
E poi arrivò il ministro Francesco Boccia. Mancava solo lui, nella lunga lista delle tragedie nazionali, e in effetti ha dato il suo luminoso contributo ieri, presentandosi alla conferenza stampa della protezione civile con la mascherina che gli penzolava dall’orecchio.
Una gag che si era studiato a tavolino, suggeritagli forse dalla moglie Nunzia De Girolamo, una che mentre l’Italia piangeva già i morti per il Coronavirus, trovava divertente fare video spiritosi sui social in cui diceva “Non mi piacciono i francesi, hanno un concetto di igiene che non mi piace, non hanno nemmeno il bidet!”. La moglie di un ministro.
Una che in tv non fa che pontificare sulla gestione della sanità durante l’emergenza Coronavirus dopo i casini che ha combinato nella Asl di Benevento per cui è ancora sotto processo per associazione a delinquere. È lecito dunque pensare che in quella famiglia ci si sieda al tavolo delle trovate geniali e si lancino idee di gag come fossero fiches sul tavolo da gioco. “Io insulto i francesi e dico che sono zozzoni!”. “Aahhaha e io mi presento con la mascherina penzolante per dire che le mascherine sono di scarsa qualità, mentre annunciamo i morti del giorno!”. “Ahahhaha, daje Francè!”.
Non c’è altra spiegazione. E ci tocca sperarlo, perché se fosse un suicidio spontaneo del ministro, verrebbe da dire che anziché tenersi il ruolo istituzionale e andare a fare conferenze con la protezione civile, potrebbe fare un salto: arruolarsi come volontario della protezione civile e sfruttare la sua spiccata competenza portando le buste della spesa a casa dei vecchietti in quarantena.
Questo paese non ha bisogno di scenette come quella di ieri e, se Boccia sembrava l’adolescente scemo che ride al funerale dello zio, il capo della protezione civile Borrelli non ha fatto una figura migliore. Anziché fermarlo prima che entrassero insieme, anziché strappargli quella mascherina dall’orecchio e farla sparire in qualche modo, a costo di fargliela ingoiare e poi passargli un bicchiere d’acqua, anziché ridacchiare complice davanti ai giornalisti e al paese, avrebbe dovuto fare quello che si fa quando è tutto troppo serio per buttarla in caciara: fermarlo.
Se c’è un momento storico in cui le istituzioni sono chiamate a fare le istituzioni, senza concessioni alla cialtroneria, ai protagonismi idioti, alle scenette da influencer sfigati, è questo. L’assenza di mascherine o la presenza di mascherine buone per spolverare i porta-foto d’argento, non dovrebbero ispirare o generare ilarità, perché senza le mascherine giuste il virus si è propagato, il personale medico e i tanti lavoratori che sono a contatto con clienti non si sono protetti, hanno infettato altre persone che hanno infettato altre persone e alcune di quelle persone sono morte, per dire.
L’assenza di mascherine giuste è la sconfitta di una sanità che non sa proteggere chi ci salva. Non c’è niente da ridere, tanto più che il ministro Boccia, il giorno prima, sfoggiava una mascherina ben diversa, col filtro, non certo quella di carta velina con cui ha fatto lo show. Ed è per questo che sarebbe il caso che il ministro Boccia se ne andasse a casa. Non solo per rispettare un’ordinanza, ma per rispettare un paese e un momento.
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