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Meloni spinge per Draghi al Colle per andare a elezioni, Giorgetti vuole fare il premier: per Salvini è buio pesto

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Per Matteo Salvini è buio pesto. Non riesce a riprendere le redini del partito e i sondaggi lo danno sempre più giù. Addirittura a rischio 15%. Un dramma per uno come lui abituato a primeggiare nell’opinione pubblica degli Italiani. Adesso poi sente il “rumore dei nemici” sempre più vicino: non per niente sta cercando con le unghie e con i denti di ribadire che è lui il leader del Carroccio. Ma non sarà facile perché una volta che il partito sarà sceso sotto la soglia psicologica del 15% verrà sferrato il colpo di grazia.

Giancarlo Giorgetti è il “grande regista” dell’operazione in atto anche se GG non ha nessuna intenzione di prendere il posto del Capitano leghista: meglio lasciare spazio ad altri (Zaia e Fedriga non avrebbero problemi a farsi trovare pronti) e ritagliarsi, per se stessi, un ruolo alla “Bettini”, da king maker per intenderci. Perché le partite che interessano veramente a Giorgetti sono altre: Presidenza del Consiglio se Mario Draghi salisse al Colle oppure un ruolo da commissario europeo.

Scenari a dir poco “inquietanti” per Matteo Salvini che rischierebbe di perdere, nell’ordine, sia il partito che qualsiasi chances di sedere un domani sulla poltrona di capo del governo. Ma le vicende in casa leghista andranno a cozzare inevitabilmente anche con la grande partita che si sta per aprire, quella della corsa al Quirinale. Prima di tutto perché l’eventuale “promozione” del premier Mario Draghi sul Colle potrebbe aprire dentro ai partiti dei ragionamenti sul ritorno anticipato alle urne.

Al momento, solo Fratelli d’Italia, di Giorgia Meloni, ha detto apertamente che senza Draghi a Palazzo Chigi sarebbe “folle” non andare subito a votare. Salvini invece ha detto che la Lega è pronta a votare in ogni momento, ma proprio alla luce dei sondaggi negativi che stanno cominciando a circolare sono pochi quelli che ormai credono che alla Lega convenga andare a votare.

I parlamentari del Carroccio sono già in fibrillazione ben consapevoli che in caso di elezioni, complice anche il taglio dei parlamentari, molti sarebbero costretti a trovarsi un “vero” mestiere. Altro problema per Salvini: Draghi al Quirinale guarderebbe a Giorgetti, non certo a lui sia per motivi di affinità caratteriale che di posizionamento politico sia sul fronte interno che europeo. Oltretutto avrebbe più feeling persino con Giorgia Meloni che nell’incontro riservato tenuto nei giorni scorsi a Palazzo Chigi, tra una richiesta e l’altra sulla legge di bilancio, ha dato all’ex presidente Bce “luce verde” per la scalata al Quirinale. Insomma, il “generale inverno” non promette nulla di buono per il capitano leghista.

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