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Indiscreto: il Mattarella bis ha indebolito Draghi. Ora i partiti ascoltano solo il Colle

Immagine di copertina
Credit: Ansa

Draghi è pronto a scoperchiare il vaso di Pandora. Anche con il Quirinale l’incontro di ieri è stato più “freddo” e breve del solito: se Draghi oggi è così debole è anche per via del Mattarella bis. Tanto che le cose dette ai capi delegazione dei partiti Mario Draghi le aveva dette con la stessa nettezza anche al cospetto del Capo dello stato, di fronte al quale non ha mostrato, diversamente da quanto accade solitamente ai politici che salgono al Colle, nessuna timidezza: “Così non si può più andare avanti”.

Ma andiamo con ordine. Il Governo, nella notte tra mercoledì e giovedì, va sotto quattro volte alla Camera sul decreto Milleproroghe. Un blitz del centrodestra, compatto, riporta a 2mila euro il tetto massimo per l’utilizzo del contante, mentre anche grazie ai voti di Pd, Iv, FI e Leu i fondi destinati Ex Ilva che per il Governo dovevano servire alla decarbonizzazione dell’impianto tornano ad essere destinati alle bonifiche e a chi ha subito danni ambientali e sanitari. Dietrofront, poi, sulle graduatorie della scuola e i test sugli animali. Per il premier ce n’è abbastanza. Soprattutto perché, gratta gratta, sotto al polverone dei “casus belli” parlamentari c’è molto di più, a cominciare dal trattamento che i leader politici al grido di “Tutti Tranne Draghi” hanno riservato al “loro” Presidente del Consiglio durante la settimana dell’elezione del nuovo Capo dello stato. Un trattamento in cui gli è stato fatto pagare un anno di commissariamento della politica e che ha notevolmente indebolito e delegittimato il capo del governo agli occhi dell’opinione pubblica nazionale ed internazionale, di fatto rendendolo un’anatra zoppa. Ma anche il bis di Mattarella al Colle ha contribuito, pur senza volerlo, a minare autorevolezza e credibilità del capo del governo.

La rielezione di Mattarella, così fortemente voluta dai partiti, ha sbilanciato totalmente questi ultimi verso il Capo dello stato, facendo finta di non sapere che il paese si governa da palazzo Chigi e non dal Quirinale. Forse, per il corretto equilibrio tra i poteri previsto dalla costituzione, sarebbe stata meglio la rinuncia di Mattarella al bis, come pure era stato solennemente affermato per mesi e mesi. Il bis invece rafforza oltremodo “peso” e autorevolezza del Colle in tutte le vicende chiave del Paese, di fatto scalfendo e indebolendo il “peso” di palazzo Chigi con l’effetto paradossale che il principale punto di forza di Mario Draghi (il Quirinale) ne è diventato ora un punto di debolezza. Il risultato di tutto questo è che ora all’agenda Draghi i partiti preferiscono l’agenda Mattarella creando equivoci, confusione e sovrapposizioni ai piani alti della Repubblica. Con il risultato che oggi Mario Draghi è ridotto al rango di “anatra zoppa”, troppo debole e logoro per governare il paese di fronte alle enormi sfide che lo attendono.

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