“Abbiamo chiesto mascherine vere, ci hanno dato fogli Scottex”. Che vergogna la Protezione civile (di Luca Telese)
“Abbiamo chiesto mascherine vere, ci hanno dato fogli Scottex”. La Protezione civile dovrebbe vergognarsi (di Luca Telese)
Non è un problema di mascherine, è un problema di metodo. Se la Protezione civile si è coperta di ridicolo acquistando le mascherine più miserabili mai viste al mondo, non dobbiamo (solo) deridere. Dobbiamo capire. Proviamoci.
Oggi, sabato 14 marzo, infatti l’assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera ha affermato: “A noi servono mascherine del tipo fpp2 o fpp3 o quelle chirurgiche e invece ci hanno mandato un fazzoletto, un foglio di carta igienica, di Scottex. Non voglio fare polemica, ma è evidente che non è possibile immaginare di utilizzare queste mascherine se si assistono pazienti infetti. Almeno dateci gli strumenti per combattere questa battaglia”.
Mentre a tutti gli italiani viene imposta una limitazione straordinaria delle libertà personali, infatti, non si ferma il codice degli appalti: si fanno delle gare, o si seguono delle procedure di acquisto, andando al massimo ribasso. Cioè privilegiando tutto quello che costa meno: così facendo si acquista quello che le distorsioni orrorifiche della macchina burocratica producono, seguendo il solo criterio del prezzo. Una follia.
Il risultato di questo metodo, sulle mascherine, è sotto gli occhi di tutti: un rotolo di carta igienica (anche se tecnicamente è stoffa) con due buchi, contrabbandato al posto di una mascherina. Non è solo una vergogna: è un atto di conclamata stupidità emergenziale. E noi la stupidità in questo momento non ce la possiamo permettere.
Mandiamo mezza Italia a casa, l’altra metà la mandiamo a lavorare e abbiamo il dovere di garantire protezioni adeguate a chi sta in trincea. A chi lavora per gli altri. A chi rischia. Sospendete tutti i codicilli, mandate a quel paese il “massimo ribasso”, spendete quello dovete spendere: per le maschere, per i respiratori, per i guanti, per i ventilatori. Imparate da questo errore.
Vergognatevi il minimo indispensabile. Interrogatevi perché il sistema di controllo non ha funzionato, chiedetevi perché nessuno nella catena di comando si è fatto una domanda, la domanda. E acquistate tutto quello che serve per proteggere gli italiani. Senza perdere altro tempo.
Coronavirus, Gallera: “Abbiamo solo 15-20 posti liberi in terapia intensiva. Vicini al punto di non ritorno” La notizia completa
“Abbiamo pochissimi posti liberi nelle terapie intensive, ormai siamo nell’ordine di 15 o 20 a disposizione. Ogni giorno ne ricaviamo qualcuno di nuovo, domani ne arrivano liberi altri 3 e il San Raffaele sta creando un’area con 14 posti che sara’ pronta pero’ tra una settimana. Oggi li recuperiamo chiudendo le sale operatorie, dove ci sono dei respiratori che possono essere utilizzanti anche per sostenere il respiro”.
“Tra poco arriviamo a un punto di non ritorno. Se ogni giorno abbiamo 85 persone in più che entrano in terapia intensiva e tendenzialmente ne escono due o tre, perché il dato è il 10% e il 15% considerato chi esce e chi muore, tutto questo non e’ sufficiente. È difficile per tutti ma, come noi stiamo facendo un grande sforzo, chiediamo la stessa intensità da tutti”.
Leggi anche: 1. Stanno finendo i posti in terapia intensiva: tutti i dati della catastrofe sanitaria / 2. Il sindaco di Bergamo: “Posti in terapia intensiva finiti, alcuni pazienti vengono lasciati morire”