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Oggi la sinistra ha perso le sue piazze

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È un vero e proprio tripudio di bandiere sventolanti e cori da stadio: la piazza esplode nel vedere Matteo Salvini e inneggia alla leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni

Il racconto della manifestazione della Lega a Roma: cosa è accaduto

È il giorno della manifestazione della Lega a Roma. Salvini ha vinto la sua scommessa e messo a segno l’ennesimo punto nella scalata alla (ri) conquista del Paese: è piazza san Giovanni a suggellare questo successo con le bandiere al vento e gli striscioni di oltre 200mila persone scese in strada per acclamare i leader del centrodestra durante la manifestazione “orgoglio italiano”.

In sottofondo Nessun dorma della Turandot di Puccini (“Vincerò”) e una platea eccitata acclama il suo leader che a sorpresa, alle 15, sale sul palco per un saluto generale e introdurre gli ospiti.

Lo show dei “due Mattei” per ottenere l’incoronazione delle piazze (di Luca Telese)

È un vero e proprio tripudio di bandiere sventolanti e cori da stadio: la piazza esplode nel vedere Matteo Salvini e inneggia alla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

In questo tiepido sabato di ottobre la sinistra perde una piazza importante, la piazza rossa, quella del “concertone” e con oggi si definisce la distanza, sempre più evidente, tra il popolo e un certo tipo di politica.

Per la verità, nel lontano 2006, Silvio Berlusconi, per ricompattare il suo popolo dopo la sconfitta elettorale e l’insediamento del secondo Governo Prodi, raccolse a Roma oltre 700mila persone.

E come lui stesso ha detto, non immaginava di dover tornare qui dopo oltre 10 anni per opporsi di nuovo a quello che definisce il “governo delle cinque sinistre”.

Tanti gli interventi che si sono susseguiti sul palco: una schiera di governatori delle varie regioni del centrodestra hanno parlato ai microfoni per cementare il sogno delle autonomie e di una destra forte pronta per il voto e pronta anche a prendersi il Paese.

“Come presidente della Regione siciliana voglio dire grazie alla piccola comunità di Lampedusa, lasciata sola da un’Europa ipocrita che toglie ai vivi e ai morti, e ai poveri che hanno affollato un cimitero senza croci qual è il Mediterraneo. Negli ultimi mesi Lampedusa ha passato giorni tranquilli perché il ministero dell’Interno aveva trovato la strada giusta e con autorevolezza avevamo ottenuto ciò che il buon senso avrebbe dovuto suggerire a tutti”.

L’ha detto il presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci, aggiungendo: “Il centrodestra è condannato a restare unito e vince solo se resta unito. Non possiamo dividerci e lasciare l’Italia in mano alla demagogia e alla sinistra” .

La stessa unità richiamata anche dal governatore Toti: “Guardate quanti governatori di centrodestra qui sul palco e ditemi come fa il Pd a governare il Paese. Prepariamoci perché torneremo presto a governare tutti assieme. Grazie a Matteo – conclude – per averci fatto parlare e invitato a questa bella giornata”.

Forza Italia c’è e riconosce ormai il ruolo incontrastato di Salvini. C’è la Bonetti, Gasparri, Gelmini e Tajani pronti a dare manforte a un affaticato Silvio Berlusconi che si circonda di giovani e dal palco annuncia: “Sono sette milioni i delusi che non votano più ma si definiscono moderati, liberali, anticomunisti”. “Oggi – aggiunge – ricomincia il nostro cammino per la libertà: abbiamo l’obiettivo comune di vincere assieme le prossime elezioni”.

Ma la folla si scatena con l’arrivo della Meloni, è un unico coro che la chiama per nome. La leader di Fratelli d’Italia si gode la platea e lancia il suo appello per un patto anti inciucio: “mai con il Pd, mai coi Cinque Stelle”. Elezione diretta del dello stato e abolizione senatori a vita.

“Piazza San Giovanni una volta era simbolo della sinistra, dove prima c’erano le bandiere rosse adesso sventolano quelle tricolori, è un segnale cari compagni che siete stati sconfitti dalla storia. Noi in piazza per chiedere la libertà e voi barricati nei palazzi. Non parlo solo del Pd ma anche dei 5 Stelle, adesso sono stipati come sardine in salamoia”.

È una Meloni agguerrita quella che dal palco non risparmia la voce e gridando afferma i temi cari alla destra più destra: no all’invasione degli immigrati clandestini, no allo ius soli (o ius culturae): “la cittadinanza italiana si conquista, non è un diritto ma un premio”, sottolinea.

“Se servono i muri, si costruiscono i muri. Se servono i blocchi navali, si fanno i blocchi navali”, aggiunge.

Una Meloni spietata e irrefrenabile che ruba la scena a Salvini e che non risparmia pesanti attacchi alla sinistra “piegata a leccare i piedi ai francesi e ai tedeschi”, e ai Cinque Stelle, colpevoli di aver prodotto il peggiore caos con Virginia Raggi alla guida di Roma.

Tutti gli argomenti cari alla destra sono snocciolati uno dopo l’altro. Il popolo contro le élite, chiuse alla Leopolda o nella “scatola di sardine” di Montecitorio. Bibbiano e i bambini rubati, “uno schifo, noi andremo fino in fondo”. I valori della tradizione. Dio, patria, famiglia. Il coraggio di tassare “le multinazionali, i giganti e web e gli extracomunitari evasori” anziché le merendine. La critica alle banche, beneficiarie “dei più grandi favori fiscali” mai visti. Ogni capitolo un boato di approvazione, fino all’ovazione che accoglie la richiesta di trovare i soldi che servono al Paese levando il reddito di cittadinanza a “nomadi, delinquenti e terroristi”.

Ci è voluto poco a Salvini per riprendersi la piazza, appena è comparso sul palco ha  di un passo scritto da Oriana Fallaci, ringrazia tutti i partecipanti: “Dateci una mano a mandare a casa Raggi e Zingaretti, il duo sciagura per Roma e il Lazio”.  Parla nuovamente di Bibbiano: “Mai più bambini rubati alle mamme e ai papà”. E attacca l’esecutivo sui migranti: “Al governo abbiamo gente con le mani sporche di sangue” per aver permesso “più partenze e più morti”.

Poi aggiunge: “Questa non è una piazza di estremisti ma di italiani orgogliosi di esserlo”. E sull’attacco turco in Siria del Nord commenta: “È una semplice follia far entrare la Turchia in Europa. Preferisco ragionare con la Russia o con Israele, mai con un regime islamico, che sta massacrando il popolo curdo. E poi saremmo noi i violenti”. Commenta le parole di Maria Elena Boschi: “Ha denunciato il Pd, come partito delle tasse…Ma eri nel Pd sino all’altro ieri? Entrano ed escono dal Pd come un istituto di cura”.

E conclude: “Noi al governo torneremo e presto, dalla porta principale, senza trucco e senza inganno. Ringrazio Berlusconi e Meloni, insieme si vince. Questa piazza era di Lama e della Cgil, ora è nostra. E guarda al futuro: le Leopoldine e gli incontri di Zingaretti e Di Maio guardano al passato. Vinciamo in tutte le regioni e li mandiamo a casa”.

Il piano di Salvini per prendersi Roma e distruggere l’alleanza Pd-M5S
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