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PhilipMoralisti: sul M5S l’ombra di quel finanziamento da Big Tobacco a Casaleggio

Immagine di copertina
Credit: Mimmo Lombezzi

Se a scrivere dei rapporti fra Casaleggio e Philip Morris fosse l’avvocato Ghedini e a pubblicare fosse Il Giornale, il titolo del pezzo sarebbe certamente “Fumus Persecutionis”. Non solo per la mission e l’identità dell’azienda coinvolta, ma soprattutto per la questione che si è aperta e cioè se anche i 5Stelle, nel loro crescente processo di contaminazione col Potere e di avvicinamento a Forza Italia, siano o meno entrati nella fase delle leggi “ad personam”, le uniche vere riforme prodotte dal loro arcinemico e feticcio: il Berlusconismo.

Il fascicolo modello 45 (cioè senza ipotesi di reato e senza indagati) aperto dalla Procura di Milano sulla consulenza da 2 milioni e 400.000 euro fornita da Casaleggio alla Philip Morris non vuole solo chiarire il rapporto tra la società milanese e la multinazionale del tabacco, ma anche capire se esso abbia ispirato (o meglio inspirato) eventuali leggi favorevoli all’industria del tabacco votate dal Movimento Cinque Stelle.

L’esito dell’indagine risponderà pertanto a domanda di portata storica : “Ci sono state leggi “ad aziendam” varate dai grillini ? E, se ci sono state , quante aziende ne hanno beneficiato e che ruolo ha avuto Casaleggio Jr, cioè colui che ha le chiavi della scatola nera, la piattaforma Rousseau ?

“Non ho mai richiesto nulla per i clienti di Casaleggio Associati, a eletti o governanti del MoVimento 5 Stelle, mantenendo sempre una distinzione netta tra le due realtà”, ha spiegato al Fatto Quotidiano Davide Casaleggio, aggiungendo che “Casaleggio Associati non si occupa di politica e dal 2016 gli sviluppi tecnologici a supporto del blog e del MoVimento 5 Stelle sono a cura e in gestione dell’Associazione Rousseau, un’associazione senza scopo di lucro con personale e sede distinti”.

Da quando ha deciso di produrre sigarette elettroniche la Philip Morris ha accompagnato la virata commerciale con dozzine di videotestimonianze ispirate alle confessioni degli alcolisti anonimi o dei gruppi di autocoscienza, che sono un autentico capolavoro comunicativo, specie se si pensa che a produrli è stata la stessa ditta che, dal 1924, ha affumicato i polmoni di 180 Stati producendo miliardi di colpi di tosse.

In ogni video si vede un fumatore pentito spiegare perché ha rotto ogni rapporto con le sigarette. Così vediamo Juan, “unsmoked for his son”( che ha smesso per suo figlio) , Gerardo “unsmoked for change” (che ha smesso per cambiare) e la pia Luisa Garcon “Unsmoked with god’s help”, che ha smesso , dice, pregando e piangendo con l’aiuto di Dio.

Nemmeno Maria De Filantropis avrebbe pensato una campagna del genere. Neppure Barbara d’Urso sarebbe riuscita a spremere ai clienti prima i loro polmoni e poi i loro cuori.

Philip Morris Italia, intanto, è passata al contrattacco con lo stile dei Cowboys di Marlboro Country: ha abbassato lo stetson e ha sparato una querela winchester contro il Il Riformista, il giornale che ha cavalcato la vicenda, precisando che “non finanzia partiti, fondazioni o movimenti politici in Italia ed agisce nel pieno rispetto della legge” e dichiarando che “la Casaleggio Associati, che rappresenta una delle più qualificate agenzie nei servizi di comunicazione digitale, ha supportato Philip Morris Italia nella costruzione ed espansione della comunicazione corporate dell’azienda sui canali digitali”.

Inoltre: ”Contrariamente a quanto riportato da Il Riformista il livello di tassazione vigente in Italia è in linea con quello previsto in altri Stati Membri dell’Unione Europea e non rappresenta un’eccezione“. E ancora: “Contrariamente a quanto riportato da Il Riformista l’emendamento al decreto fiscale adottato dal Parlamento nel 2018, contenente la riforma della tassazione per le sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato, ha avuto il supporto di una vasta maggioranza. Tale riforma della tassazione si applica ai prodotti di tutti gli operatori economici, dalle grandi aziende ai piccoli produttori”.

Piero Sansonetti, il direttore de Il Riformista, ha risposto al fuoco sparando sull’Adnkronos tre proiettili. “I fatti, che nessuno smentisce, sono tre”, ha detto. “In primis che la Philip Morris ha dato due milioni e mezzo a Casaleggio, poi che Casaleggio è il leader dei 5 Stelle. Terza cosa, che il M5s è passato da essere un partito anti lobby del tabacco a filo tabacco e che ha votato un emendamento che ha reso alla Philip Morris 250mila euro l’anno”.

Ora siamo agli effetti collaterali: Italia Viva e Leu chiedono di alzare le tasse sulle sigarette elettroniche mentre Ettore Rosato chiede a Casaleggio di precisare finalmente la sua doppia identità, che rischia di gettare sui CinqueStelle l’ombra di un nuovo Hashtag: #PhilipMoralisti.

Solo l’inchiesta potrà precisare se davvero il doppio ruolo di Casaleggio abbia effettivamente avuto un ruolo nell’orientare la scelta grillina di ridurre le tasse alle multinazionali del tabacco, ma sicuramente sarebbe un problema anche produttivo se Philip Morris dovesse ora registrare un’altra serie di video con grillini , come Giarrusso, pentiti di aver fumato le sue sigarette invece che Marlboro Country, tossiche e maciste Marlboro Lobby buone e ambientaliste.

Leggi anche: “Il Mes sarebbe un errore storico”: la lettera della fronda M5S ai vertici
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