Ma Lorella Cuccarini è mai andata d’accordo con qualcuno?
Ma Lorella Cuccarini è mai andata d’accordo con qualcuno?
L’immagine di Lorella Cuccarini agli occhi dei media ha rasentato spesso l’agiografia. Col placet fintamente disinteressato della protagonista. Che in realtà ci terrebbe, eccome. Ma oggi meno di ieri, a quanto pare, e vediamo perché. Si va dal luogo comune più classico, e peraltro indiscutibile, dell’ambiente (“È una grande professionista”) al preistorico slogan di marca pubblicitaria (“La più amata dagli italiani”), nato quando le cucine in tv al massimo le vedevi solo negli spot e non a infarcire in modo ridondante tutti i palinsesti.
Ma Lorella è venuta davvero “dal cielo in terra a miracol mostrare”, come diceva il poeta? È realmente quel concentrato di dolcezza che tutti amiamo e che filtra dal piccolo schermo? A voler ben guardare, l’affaire più recente, quello della sua polemica (e un po’ contorta) uscita di scena da La vita in diretta, con una lettera che la nostra avrebbe indirizzato allo staff redazionale (e guarda caso finita poi sui giornali; la vita non smette di stupire), nella quale dipingeva l’ex collega Alberto Matano come un “maschilista dall’ego smisurato”, è solo l’ultimo tassello di un puzzle conflittuale molto più complesso. E cito per dovere di cronaca la contro-lettera a difesa di Matano (che la prossima stagione resterà da solo al timone del programma di Rai1) scritta da alcune donne della redazione.
Per capire meglio Lorella Cuccarini, oltre ad appoggiarsi alle testimonianze, in genere con garanzia di anonimato, di chi ha lavorato con lei, bisogna fare un bel passo indietro. La carriera di Lorella, 54 anni, romana, quattro figli, decolla nel 1985 come ballerina alla corte di Pippo Baudo, in quel Fantastico 6 dove prende il posto a lungo occupato da una delle sue eterne rivali, Heather Parisi. Con la quale è tornata a scontrarsi in anni recenti. Ma ci arriveremo più avanti. Crescere sotto l’ala di Baudo vuol dire respirare Pippo a pieni polmoni.
Negli anni d’oro l’uomo di Militello (appena definito da Antonio Ricci in un’intervista al Corriere della Sera “il vero capo della DC”) era potere allo stato puro. Non conduceva programmi: li dominava. Il suo stile era quello del padre padrone. Nonché del Pigmalione naturale. Nel caso di monna Cuccarini, la sua scoperta forse più nota e portata in palmo di mano. E se chi ti regala il successo urla: “Questa è Sparta!” gettando l’avversario con un calcio nel precipizio e facendo il pieno d’ascolti, tu non puoi che assorbirne alcuni tratti. È inevitabile e persino umano che accada.
L’anno successivo c’è Fantastico 7, e quel Diavolo di Pippo mette una contro l’altra la sua prediletta Cuccarini, tutta sorrisi ed empatia, e la più fredda Alessandra Martines. Sono scintille, forse più mediatiche che altro, ma la rivalità si accende, eccome, anche perché (dice chi la conosce bene) “Lorella è sempre stata la tipica prima della classe”. Il compito quando l’ha finito lo consegna subito. Se le avanzano cinque minuti non è che te lo faccia copiare così volentieri.
Lorella segue Pippo a Mediaset, dove inizia con Festival, per entrare poi nell’orbita del già citato Ricci (un altro dal quale c’è tanto da imparare e che non si fa di certo mettere i piedi in testa) con Odiens e Paperissima. Per varare poi, nei primi Anni 90, il fortunatissimo soldalizio con Marco Columbro, ovvero l’undestatement fatto persona. Un non competitivo che le lascia spesso e volentieri la scena. E questo con Lorella Cuccarini è un grande segreto. Con lui, in anni, non c’è apparente traccia di litigio o screzio. Sembra una sintonia perfetta. Anche ieri Cuccarini ha festeggiato i 70 anni dell’amico postando sui suoi social una foto due parole calde a ricordo dei bei tempi andati.
Nel 1991 Lorella sposa l’energico produttore musicale Silvio Capitta, in arte Silvio Testi, che in parte si mette a curare anche i suoi interessi professionali, insieme con lo storico impresario Marangoni, grande mediatore. Diventa regina della maratona benefica Trenta ore per la vita, molto fortunata e gestita in totale autonomia, e inanella poi una serie di titoli più o meno memorabili: la fiction Piazza di Spagna (1992), La stangata (1995), Campioni di ballo (1999), il musical Grease (’97-’99) e La notte vola (2001), dal titolo della sua canzone più nota.
Inizia poi una fase di lento appannamento del personaggio: di chiamate che si fanno più rarefatte e meno rilevanti come peso. Ed esiste, secondo alcune testimonianze, una cesura abbastanza netta fra la prima Cuccarini, con le vele del successo che garrivano al vento, e quella più recente. E più guerrafondaia. “Certo, è una donna molto determinata: ci ho lavorato tantissimi anni fa”, dice una produttrice. “Ma l’ho sempre vista ai tempi come una con la quale fosse quasi impossibile litigare. Per questo le sue uscite recenti, compresa questa lettera, mi suonano strane”.
“Lorella sa quel che vuole e fa ciò che deve per ottenerlo”, le fa eco un autore. “Da quando la segue Lucio Presta come agente ho l’impressione che si sia fatta molto più battagliera di prima”. Nel 2015 litigò persino con la Carrà, per uno sgarro tra showgirl dal peso massimo: Raffaella l’aveva contattata mesi prima per averla nel cast del suo varietà Forte Forte Forte (che ebbe poi ascolti in verità deboli deboli deboli e fu chiuso anticipatamente), senza poi dare corso a un’effettiva chiamata.
Lorella Cuccarini la legnò mediaticamente così: “Qualche giorno fa, Bibi Ballandi (il produttore del programma di Rai1, Nda) ha riferito al mio manager Lucio Presta che ci sono stati dei ripensamenti. Non una parola da parte di Raffaella. Non una spiegazione. Provo una profonda amarezza. Soprattutto perché la responsabile di tutto questo è uno dei personaggi che ho più amato nella mia infanzia e nella mia vita professionale. Il personaggio, appunto. La persona non la conoscevo affatto. In trent’anni di carriera non l’avevo mai incontrata. Ne starò molto lontana anche per i prossimi trenta. Buona fortuna Raffaella!”.
Per la cronaca, sono seguite pubbliche scuse dell’incauta Carrà, messa alle strette. Altro putiferio nel 2016 su Rai1 per Nemicamatissima (altro titolo non propriamente profetico), che vedeva la reunion in prima serata delle old star Cuccarini e Parisi, eterne rivali ormai riappacificatesi, come si credeva. Come non detto. Heather ha concluso il programma sparando bordate contro la produzione, rea di averle fatto promesse (o comunque preso accordi) iniziali poi disattesi, e di avere sempre assecondato le richieste di Cuccarini anziché le sue. In quel caso Lorella riuscì a tenere vagamente e faticosamente a freno la lingua, sino al 2018, quando in un’intervista al settimanale Oggi si dichiarò sovranista.
Da lì scoppiò un altro acido botta e risposta social fra le due eterne e litigiosissime ballerine. L’italiana molto tecnica, serena e assai amata e l’americana tutta pepe che giocava soprattutto sulla simpatia e lanciava la gamba al cielo a 180 gradi con l’altra per mandare il pubblico in visibilio. Lorella Cuccarini è il fuoco sotto la cenere, insomma. E se uno storico conduttore televisivo dice: “Non ho mai lavorato con lei, ma a quanto sento dire nell’ambiente, ho avuto fortuna!”, altre voci arrivano ora dal dietro le quinte de La vita in diretta.
Dai rumors emerge una Cuccarini che faticherebbe ad accettare, soprattutto oggi, con tutta una carriera alle spalle, conduzioni in tandem, con ruoli assolutamente paritari. In sostanza: o il partner o la partner accetterebbero di essere in qualche modo a lei subordinati, magari anche solo psicologicamente, oppure l’amalgama non funziona. Interessante anche la visione di una storica addetta ai lavori dello spettacolo italiano, che preferisce mantenere l’anonimato: “Lorella ha il suo bel carattere e ama lavorare con le persone che le sono simpatiche. Se le vengono imposte, le ignora. Quando faceva Buona domenica tanti anni fa con Columbro era molto più disponibile e simpatica con tutti. Io credo che con Matano siano partiti bene, e che poi abbia subìto il fatto di non essere giornalista e si sia sentita messa in disparte. Purtroppo è sempre stata la primadonna della situazione, e non è facile in questo ambiente cedere lo scettro e abdicare”.
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