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Letizia ti amo

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Letizia Moratti arriva alla conferenza stampa di presentazione dei nuovi membri della giunta in Regione Lombardia a Milano, 09 Gennaio 2021. Ansa/Matteo Corner

Bentornata Letizia, perché a me ricordi Gardaland. Era là che si andava a riempire il tempo lasciato libero dagli scioperi contro di te. E a distanza di anni, improvvisamente, mi sento in coda per Fuga da Atlantide con gli echi dei cortei che reclamano di nuovo la tua testa cotonata.

E’ passato più di un decennio e salvo una parentesi graffa come sindaco di Milano della Moratti si erano perse le tracce. Girava voce si fosse fatta ibernare in un salotto frigorifero, ma nulla di certo. Fino a quando Fontana intuisce che l’ammontare dei danni provocati da Gallera sta superando di molto quello del Recovery Fund, e con senso di responsabilità decide di sostituirlo. Punta su un volto che gode di nuova popolarità, soprattutto grazie a una serie Netflix che la cita spesso nel susseguirsi degli episodi, quello di Letizia Moratti.

Letizia Maria Brichetto Arnaboldi nasce nel 1749 in una famiglia dal doppio cognome, frequenta il Collegio delle Fanciulle di Milano, si laurea in Scienze politiche con una tesi sperimentale su come sposare un petroliere. Ha fondato una società di assicurazioni, è stata presidente della Rai, Ministro dell’Istruzione, sindaco di Milano.

Scongelarla troppo rapidamente ha comportato la definitiva perdita della messa in piega, ma soprattutto ha reso impossibile riprogrammare la sua mente ai giorni nostri: ancora nessuno se l’è sentita di spiegarle che Forza Italia non è più al 40 per cento, che Berlusconi non è più l’idolo degli italiani, che esiste Fedez.

Nessuno cioè l’ha messa al corrente che ora, a causa del perbenismo imperante, le sparate classiste non sono più di moda. Prendiamo la distribuzione vaccini in base al Pil. Letizia ha detto semplicemente ciò che tutti sanno: pago quindi pretendo. Un rapporto Oxfam spiega che in 67 Paesi a basso reddito ad essere vaccinato sarà solo un abitante su dieci. Il 96 per cento delle dosi di vaccino Pfizer ad esempio è stata acquistata e destinata ai Paesi occidentali. Mica a quelli poveri. Quindi perché accanirsi con l’assessore venuta dal passato se propone soluzioni in linea con i trend globali?

Umile ed elegante, ha preferito chiudere la vicenda dicendo di essere stata fraintesa. La bozza completa prevedeva invece altre interessanti proposte: operazioni chirurgiche per incidenti stradali solamente se avvenuti tra auto che superano i 40mila euro, trapianti di fegato a condizione che il beneficiario sia titolare di almeno una srl, anestesia solo a chi fa una vita particolarmente agiata e risulta quindi più suscettibile al dolore.

Sembrava tutto risolto e invece ecco il secondo comma della legge di Murphy tornare di prepotenza: se un merdone può essere pestato, succederà in Regione Lombardia. Pare che il Pirellone abbia infatti sbagliato a comunicare la data di “inizio sintomi” di migliaia di contagiati, che non abbia compilato il loro stato clinico, che non li abbia depennati una volta guariti. In altre parole pare che a tenere la regione più business d’Italia in zona rossa fossero gli stessi che chiedevano fortissimamente di essere tolti dalla zona rossa. Pare cioè che per riaprire la Lombardia in tempi rapidi anziché una distribuzione vaccinale alla Louis Vuitton bastasse saper utilizzare Excel.

Letizia questa volta non ce l’ha fatta a stare zitta: “Il ministro Speranza pretendeva che dicessimo l’errore era nostro. Ma non potevamo accettarlo per la nostra dignità”. E’ stata onesta e didascalica: ammettere uno sbaglio significa rivelare a tutti, anche alla servitù, di aver pestato un merdone, una gogna che non va presa in considerazione. Voi così uccidete un ex ministro cotonato. Che invece ha bisogno di essere supportato, perché adesso ad accusarla c’è pure Confesercenti, Confartigianato, Giorgio Gori. Manca solo Confindustria e poi al corteo anti Moratti-Fontana ci saranno tutte le categorie sociali, padroni e sfigati, compatti nel limonare duro.

E c’è chi si spinge persino a invocare il ritorno di Gallera, ma a me lui non ricorda né Gardaland né le canzoni dei Modena City Rambler. Né gli anni della giovinezza che sono l’unica formula magica per riprenderci dalla pandemia. Hanno scongelato una contessa perché gli faceva comodo, fallito l’esperimento vogliono rispedirla negli anni Duemila. Ma il petrolio che scorre nelle sue vene rende impossibile una seconda ibernazione. Come indennizzo poi pretenderebbe il Castello Sforzesco. Teniamoci dunque Letizia, con le sue presenti e future gaffe, e marciamo semmai al suo fianco per ottenere l’unico risultato sensato: costringere Gallera a dirci dove ha nascosto le istruzioni di Excel.

Leggi anche: 1. Zona rossa in Lombardia, così la Regione ha modificato i dati / 2. Il ristoratore amico di Salvini che ha 6 locali ma dice di pagare solo 10mila euro di tasse l’anno / 3. La triste fine di Giulio Gallera, l’assessore del fallimento lombardo / 4. Gallera cade anche nella trappola di Google Maps: beccato a fare jogging fuori dal Comune di Milano, viola il Dpcm

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