Letta è pronto a “derenzizzare” il Pd: l’indiscrezione dal Nazareno
Enrico Letta lo ha detto senza gli abituali giri di parole: “Toccherà a me svolgere il compito sgradevole e faticoso di fare “le sostituzioni”, se “serve maggiore freschezza in campo”, anche se in squadra c’è “uno che si chiama Ronaldo”.
Il sottotitolo conseguente, è stato letto così un po’ da tutti in Transatlantico, “e figuriamoci se quello da sostituire non è il magico portoghese”.
L’allarme così è suonato con tutte le evidenze del caso: il Pd, mai così formalmente “unito” accompagna alla porta gli ex-renziani. Insomma, come anticipato in tempi non sospetti da TPI è cominciata la “derenzizzazione” del partito. Altro che “volemose bene” e “scurdammoce o passato” tra il nipote di zio Gianni e il senatore semplice di Rignano.
Dal Nazareno filtra anche una ‘legenda’ appropriata: l’area riformista-liberale, in altre parole ascrivibile alla stagione renziana, verrà sostituita con gli amministratori locali. Ovvero coloro che non siedono in Parlamento e che non necessitano di una ricandidatura a Roma.
La strategia è già pronta, tutto avverrà tra dicembre e febbraio quando metà del partito rinnoverà i dirigenti locali. Si tratta di dirigenti regionali e provinciali in primis. Al Nazareno la chiamano “derenzizzazione gentile”. Tutto deve essere fatto senza dare troppo nell’occhio, senza fare troppo clamore e soprattutto salvaguardando le forme che tradotto significa in maniera unitaria. Ma nulla sarà lasciato al caso.
Non è un caso che al Nazareno si punta sulla pace fatta fra Letta e Bonaccini. “Quello che doveva essere il candidato dell’area riformista”. Un modo per disarticolare gli avversari interni del segretario.
D’altronde i numeri sono quelli che sono fra taglio dei parlamentari e le sostituzioni annunciate da Letta. Il cosiddetto rinnovamento sarà drastico e colpirà anche chi oggi prova a riposizionarsi fra le grazie dell’ex segretario (e non sono pochi). Ex renziani in primis, ma non solo. Il disegno di costruire una compagine parlamentare “ripulita” e blindata a sinistra sembra delinearsi sempre di più, con i nuovi innesti di Roberto Speranza e Pier Luigi Bersani, per togliere ogni dubbio sulla prossima collocazione del partito.
Ma con chi si costruirà la coalizione il Pd? Fatta esclusione del solito Bettini, anche dalle parti del segretario sta crescendo il dubbio che il solo ondivago Conte non basterà. Scommettiamo che il pressing su Calenda aumenterà di intensità nei prossimi giorni? È lui infatti il prescelto da Enrico Letta per costruire la gamba centrista pronta successivamente ad allearsi con il nuovo Pd. Non per niente da qualche tempo l’ex candidato sindaco di Roma ha chiuso i rapporti con Matteo Renzi.