Il green pass lede il diritto al lavoro o tutela la salute? Due opinioni a confronto
È giusto imporre l’obbligo di green pass per i lavoratori? Rispondono Pietrangelo Buttafuoco e Marco Revelli
È giusto obbligare i lavoratori ad avere il green pass? Pietrangelo Buttafuoco e Marco Revelli rispondono a cinque domande sulle nuove regole introdotte dal governo per arginare la pandemia di Covid-19 e favorire il rientro nei luoghi di lavoro.
PIETRANGELO BUTTAFUOCO “Nella maggior parte dei casi – parlo anche per la mia esperienza di lavoro – il green pass non è sufficiente: lo devo accompagnare sempre al tampone. Ma allora che senso ha? Così è soltanto una scartoffia burocratica che insieme al diritto al lavoro lede anche la pazienza”.
MARCO REVELLI: “No, l’obbligo del green pass è una tutela per i lavoratori stessi. Chi non si vaccina viene meno a un dovere di cura di se stesso e degli altri, ma può continuare a lavorare sottoponendosi a tamponi ogni due giorni”.
Il governo avrebbe fatto meglio a imporre l’obbligatorietà del vaccino?
BUTTAFUOCO: “Sarebbe stata una presa di responsabilità veloce. Come quella che i più anziani come me hanno conosciuto attraverso l’obbligo militare: venivamo siringati senza avere informazioni né tantomeno dare il nostro assenso”.
REVELLI: “L’opzione dell’obbligatorietà del vaccino è più che legittima e non confligge con la Costituzione: esistono già molti vaccini obbligatori. Quella del green pass è un’opzione in più che è stata data a chi è refrattario alla vaccinazione”.
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