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L’idrogeno è il futuro, se è davvero rinnovabile (di Eleonora Evi e Ignazio Corrao)

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Finalmente l’Europa marcia verso il futuro. La Commissione europea ha presentato le strategie sull’integrazione settoriale e sull’idrogeno per alimentare un’economia neutrale dal punto di vista climatico. Si tratta di nuove iniziative che rivoluzioneranno il settore dell’energia accelerando la transizione ecologica, alle quali faranno seguito delle proposte legislative nell’arco del prossimo anno.

Il futuro che immagina l’Europa è fatto di un sistema energetico che interagisce in maniera sinergica nei diversi settori per un uso efficiente di energia quanto più pulita possibile: nel futuro viaggeremo con treni, camion e autobus a idrogeno. Anche il settore della marina e dell’aviazione, fra i più inquinanti, potrebbero cambiare approvvigionamento energetico, così come l’industria pesante. L’idrogeno è solo un pezzettino del puzzle di questa rivoluzione, ma è quello dove gli appetiti industriali sono più voraci: le grandi multinazionali legate alle fonti fossili cercheranno di rimanere a galla e ricavarsi un ruolo in questa transizione.

Per garantire una decarbonizzazione profonda di tutti i settori in maniera efficace, e il rispetto degli impegni presi con il Green New Deal tuttavia, i più grandi investimenti su cui l’Europa dovrebbe puntare sono quelli dell’efficienza energetica, della riduzione dei consumi e degli sprechi di energia in tutti i settori (dai processi industriali, agli edifici, dalla produzione alla trasformazione dell’energia stessa, ai comportamenti di consumo di energia e prodotti), della produzione di energia da rinnovabili e del ruolo attivo dei cittadini nella auto produzione, stoccaggio e rivendita di energia.

La strategia europea attribuisce particolare attenzione all’eolico offshore (in collegamento con la produzione di idrogeno) e afferma che anche lo sviluppo dell’energia solare riceverà costante attenzione, ma non si individuano azioni concrete all’altezza della sfida di aumentare vertiginosamente la quota di elettricità rinnovabile necessaria per un’economia a zero emissioni.

La nostra battaglia madre negli anni al Parlamento europeo è stata quella della democratizzazione del sistema energetico tramite autoconsumo e comunità energetiche al fine di raggiungere un’economia che si basi solo su fonti rinnovabili. Il loro contributo alla transizione energetica deve essere pienamente riconosciuto e promosso. Devono essere fornite informazioni trasparenti sull’impatto climatico delle scelte energetiche e il quadro politico deve concentrarsi sulla loro incentivazione. In questa nuova strategia europea, i cittadini purtroppo rimangono un elemento decorativo, il loro ruolo nel partecipare all’integrazione del sistema rimane confuso a passivo.

L’Italia in questo contesto di grande cambiamento può e deve dire la sua. Noi lavoreremo affinché diventi un “prosumer e renewable hydrogen hub” abbattendo la nostra endemica dipendenza energetica dall’estero. Abbiamo il sole e il vento che sono gli ingredienti di questa rivoluzione. Tuttavia, mettiamo in guardia dai tentativi del green washing di alcune lobby che vorrebbero far rientrare dalla finestra le fonti fossili. I massicci investimenti che si prospettano nel campo dell’idrogeno per rendere le tecnologie economicamente sostenibilii e le catene del valore di stanza europea devono dedicarsi esclusivamente a idrogeno prodotto utilizzando elettricità generata da fonti al 100% rinnovabili per alimentare l’elettrolisi dell’acqua. L’idrogeno prodotto con il contributo delle fonti fossili non fa parte di una visione ecologica e sarebbe una beffa per chi crede davvero nel cambiamento del paradigma energetico.

L’idrogeno rinnovabile è una risorsa preziosa e dovrebbe essere utilizzato esclusivamente in quei settori come la produzione di acciaio, l’in-dustria chimica e il trasporto a lungo raggio per i quali non vi siano alternative economicamente o tecnicamente praticabili per una loro decarbonizzazione. La nuova Alleanza europea sull’idrogeno metterà insieme tutti gli attori pubblici e privati in questo cambiamento epocale e noi vigileremo per eliminare il potenziale conflitto di interesse nella distribuzione dei fondi e nella gestione del processo di sviluppo della catena del valore dell’idrogeno. Il cambiamento deve essere reale e non finto. Ce lo chiedono i nostri cittadini alle prese con bollette di luce e gas sempre più salate, ce lo chiede il pianeta alle prese con i cambiamenti climatici.

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