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Governo assente ingiustificato (di Giulio Gambino)

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L'editoriale del direttore di TPI Giulio Gambino sul quinto numero del nostro nuovo settimanale

In un Paese normale, dopo l’assalto squadrista alla Cgil, il ministro dell’Interno convocherebbe subito una conferenza stampa e spiegherebbe l’accaduto. Giustificando le proprie scelte e scusandosi per non aver previsto un più ingente numero di forze dell’ordine a presidiare un bersaglio strategico. E invece Luciana Lamorgese si presenta in Aula quattro giorni dopo sostenendo che fermare Giuliano Castellino, leader romano di Forza Nuova, nel corso del comizio sarebbe stato un rischio per l’ordine pubblico. Motivo? C’era il pericolo di una “reazione violenta”. Parola della responsabile alla pubblica sicurezza in Italia.

Castellino, che alla manifestazione non avrebbe potuto nemmeno partecipare perché sottoposto a sorveglianza speciale e Daspo, un’ora e mezza prima dell’assalto al sindacato aveva annunciato pubblicamente in Piazza del Popolo a Roma che “assalteremo la Cgil”. È tutto fantastico, ed è reso accettabile solo nella soporifera litania della cura Draghi in cui tutto passa come nulla fosse, questa sì vera immunità politica per gli incompetenti presenti anche tra i migliori. Ma ci sono anche altre domande che per ora rimangono senza risposta: non è chiaro, ad esempio, come mai non sia stato messo in atto un monitoraggio preventivo sulla rete Telegram, descritta quasi da tutti come la vera unica “cabina di regia”. I reparti speciali hanno poi in dotazione gli “imsi catcher” per identificare telefoni e sim di gente come Castellino. Questa volta sono rimasti chiusi negli armadietti.

Il corteo di Piazza del Popolo ha percorso quasi tutta Via del Corso mentre un drappello risaliva il Muro Torto per arrivare a Corso d’Italia davanti alla Cgil. Dove però c’erano appena dieci poliziotti, visto che la gran parte era occupata a presidiare Palazzo Chigi e Montecitorio, a cui la folla non è riuscita ad arrivare. Spiegazione della polizia: aver sottovalutato la portata della manifestazione. Immaginate la scena. L’ex Nar Aronica che, a latere del comizio in Piazza del Popolo, porta avanti una pre-trattativa con le forze dell’ordine per avvertire che quel corteo avrebbe proseguito per un altro percorso, verso il sindacato (un avvertimento dell’assalto). Castellino che coordina e si sbraccia dal palco per parlare di resistenza al pass e al Grande Reset. E Fiore che mette la firma di FN. In quella piazza la lotta neofascista si è unita a quella dei No green pass in un’unica marmaglia eterogenea, confusa, disillusa.

Senza rappresentanza. Sono gli esclusi d’Italia. Tutti fascisti? In prima fila c’erano anche padri di famiglia 50enni disperati. Ci sono due modi per affrontare questo popolo (violenti a parte, che invece vanno perseguiti): voltarsi dall’altra parte e demonizzarlo. Oppure che la politica lo ascolti. Da venerdì 15 il green pass sarà obbligatorio per tutti i lavoratori. Chi non ne dispone verrà considerato “assente ingiustificato”. Che è un altro modo per rendere di fatto il vaccino obbligatorio pur non essendolo per legge. E visto che questo governo ha l’unico vantaggio di essere al di sopra di ogni partito, che renda il vaccino un obbligo per davvero.

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