Il caso dell’ex eurodeputato di Fratelli d’Italia che ha aperto una birreria coi fondi destinati al Sociale
Urlano “prima gli italiani” ma solo perché non possono permettersi di gridare “prima i nostri interessi particolari”. Sono gli stessi che ci danno lezioni di priorità, sventolando terremotati, poveri e bisognosi italiani (che usano come clava) e poi alla resa dei conti si dimostrano per quello che sono: piccoli egoisti che usurpano il ruolo pubblico conquistato grazie alla politica.
La storia che arriva dalla provincia di Treviso è roba da mettersi le mani nei capelli: l’ex assessore regionale del Veneto ed ex europarlamentare Remo Sernagiotto (passato da Forza Italia a Fratelli d’Italia urlando “prima gli italiani!”, appunto) è stato rinviato a giudizio con l’accusa di truffa aggrava e corruzione per avere contribuito alla distrazione di fondi pubblici che avrebbero dovuto costituire una cooperativa sociale per dare lavoro ai disabili e che invece sono finiti a realizzare una birreria a Nervosa della Battaglia, provincia di Treviso.
Insieme a lui ci sono anche l’ex dirigente dei Servizi sociali della Regione Veneto, Mario Modolo, l’imprenditore Giancarlo Baldissin e il consulente finanziario Egidio Costa. Si parla di 3,4 milioni di euro di finanziamento regionale che avrebbero dovuto contribuire alla realizzazione di una fattoria didattica a Nervosa e che invece sono finiti in una semplice birreria.
I soci della cooperativa Caà della Robinia (no, le cooperative non sono tutte rosse ma sono anche azzurre) hanno già patteggiato per le accuse di bancarotta fraudolenta e truffa aggravata. La convenzione risulta firmata nel 2012, quando Sernagiotto, appunto, era assessore al Sociale in Veneto. E la cooperativa sociale, tra l’altro, non aveva nemmeno i titoli per ottenere quel finanziamento.
In tutto questo risultano anche due assegni, per un totale di 63.680 euro, arrivati all’ex europarlamentare e all’ex dirigente Mario Modolo. “Dimostrerò la mia innocenza”, dice Sernagiotto, e noi non abbiamo nessun motivo per dubitarne.
Una cosa è certa: nel momento in cui si ha abbastanza pelo sullo stomaco per condannare gli aiuti ai certi bisognosi dichiarando che altri sono più bisognosi corre l’obbligo di essere certi della propria correttezza politica, etica e professionale.
Sarebbe curioso sapere cosa ne pensi la segretaria di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni (che, vedrete, non commenterà) sull’ennesimo caso di sovranismo rivenduto come egoismo. Perché, poi, da fuori, sembra sempre così: una lunga catena di fatti propri nascosti sotto la propaganda. Solo questo.