Opinioni
Gli eroi e la grammatica dell’amore spiegati ai nostri figli manganellati
Mentre la polizia malmena gli studenti; mentre gli studenti protestano per la morte di uno di loro, vittima di quell’alternanza scuola-lavoro voluta dalla riforma renziana; mentre qualcuno accusa i manifestanti di strumentalizzare gli incidenti; mentre ai morti sul lavoro si aggiungono ora i “caduti sullo studio”; mentre il ministro dell’Istruzione vuole ridurre la durata della scuola superiore da cinque a quattro anni; mentre il mercato erode sempre più il periodo adolescenziale destinato alla formazione dei cittadini; insomma, in questo periodo tanto cupo sono usciti due bei libri che proprio quei ragazzi dovrebbero poter leggere. Sia pure da angolature assai diverse, sono infatti dei saggi dedicati all’amore. Il primo, Eroi dell’amore. Storie di coppie, seduzioni e follie, è apparso nella “collana sugli eroi” del Mulino. L’autore, Massimo Fusillo, ha confessato di aver inizialmente risposto con una certa perplessità, visto che, in genere, l’eroismo è associato alla dimensione pubblica. Gli eroi, cioè, appartengono alla guerra, alla libertà, allo sport, mentre l’amore è l’esperienza privata per eccellenza. Esistono però anche eroi dell’amore, rappresentati dalle coppie che osano sfidare il mondo, la morale o le istituzioni a rischio della vita. Inoltre, molto spesso eroi ed eroine dell’amore sono soggetti singoli, i quali, soffrendo di una passione non corrisposta, possono giungere alla follia o al suicidio.
Ecco allora sfilare da un lato una serie di coppie chiuse e fedeli, da Giulietta e Romeo a Diabolik ed Eva Kant, e, dall’altro, soggetti feriti da un amore non corrisposto, come Fedra o Madama Butterfly. Tuttavia, accanto a tali testimonianze, Fusillo dà spazio a visioni meno romantiche, legate a una sessualità più libera. Campioni di questa famiglia sono ad esempio Don Giovanni, con il suo eros sovversivo, e Carmen, simbolo di seduzione e sensualità. Eroi dell’amore ci insegna a collegare ambiti diversi quali il teatro greco, la letteratura moderna, l’opera lirica, i fumetti e il cinema. Diversa la pista seguita da Antonio Prete con Carte d’amore (Bollati Boringhieri). Dopo il saggio Il cielo nascosto. Grammatica dell’interiorità (2016), Prete propone adesso un’autentica “grammatica dell’amore”, a partire dal patrimonio della poesia, della narrativa, delle arti. Ne emergono così alcune figure (turbamento, segreto, gelosia, ostacolo) e alcuni paesaggi (giardino, mare, stanza, strada) corrispondenti ad altrettante declinazioni dello stesso sentimento. Il risultato è una nuova, magnifica Carta del Paese di Tenerezza, per citare la mappa delle passioni creata da Madeleine de Scudéry nel 1654. Dalla Bibbia a Kavafis, Prete è attentissimo nel districare i diversi fili di quell’universo psichico che va sotto il nome di “amore”. Un universo in perenne espansione, se è vero che al suo centro regna il vuoto aperto dalla violenza del desiderio.