Abbiamo fatto l’Europa, ora facciamo gli europei (di G. Gambino)
Le prossime elezioni europee, in programma l’8 e il 9 giugno, sono le più importanti della storia recente. Quelle che decideranno il volto dell’Ue. E, in parte, quelle che contribuiranno a ridisegnare gli equilibri del nuovo ordine mondiale che inizia a prendere forma.
Nei mesi immediatamente successivi si terranno anche le elezioni americane e, con due guerre in corso, l’asse atlantista che ha rappresentato il baricentro del mondo dal Dopoguerra a oggi potrebbe essere messo in crisi dalle aspirazioni globali di quei paesi che si presentano sul proscenio internazionale con una faccia nuova priva di macchie etiche e smagliature sociali.
Soprattutto se, a un’Europa in cui dovessero prevalere gli interessi sovranisti dei singoli stati, si sommerà il ritorno dell’ideologia trumpiana dell’
Ebbene, mentre fin troppo spesso parliamo di Europa, della sua unione monetaria e politica, finanche di un suo eventuale esercito europeo o della necessità di farci Stati Uniti d’Europa, quasi mai ci si chiede chi siano gli europei, cosa pensino, cosa vogliano.
In questo quadro è interessante indagare i risultati della ricerca ‘Nuovi Europei’, condotta dalla redazione di “Scomodo”, che ha lanciato due questionari che hanno raggiunto quasi 10.000 under 35 in tutta Italia, analizzando 168mila post su X e quasi 90mila lanci di agenzia sul dataset Ansa.
“Nelle elezioni europee del 2049 chi ha collaborato a questo numero avrà in media cinquant’anni. Un anno in più dell’età media dei candidati alle elezioni europee del 2019. Le stesse persone che ad oggi, nella fascia 15-30 anni, rappresentano solo il 15% della popolazione nazionale. Questo non è solo un dato anagrafico, è un dato politico”.
Nell’indagine, in effetti, balza subito all’occhio il sentimento fortemente europeista dei “giovani” cittadini del Vecchio continente: il 65% dei rispondenti si dichiara “europeista” o “fortemente europeista”.
Ma è ugualmente devastante il dato secondo cui appena il 2% dei rispondenti dichiara di avere più fiducia nelle istituzioni italiane che in quelle europee.
Nel complesso, tuttavia, quasi 4 intervistati su 10 ha dichiarato di avere “scarsa fiducia in entrambe” le istituzioni, italiane ed europee. Mentre l’83% degli intervistati si sente non degnamente o sufficientemente rappresentato dai rappresentanti italiani a Bruxelles.
Un’Europa sognata ma al contempo percepita ancora troppo distante, tanto che solo il 19%, tra gli under 35, pensa che l’Ue tenga davvero conto delle esigenze e delle opinioni della propria generazione.
Un tema particolarmente sentito è quello dei diritti umani: il 73% dei rispondenti sostiene che sia importante che l’Unione europea faccia accordi economici solo con Paesi che lo rispettano.
Appunti per i nostri governanti: libertà di movimento (74%), democrazia (43%), welfare sociale (28%) e pacifismo (15%) sono i valori principali associati all’Europa e al concetto di europeismo tra i giovani.
Un altro dato rilevante riguarda l’identità con cui gli under 35 percepiscono se stessi: 4 su 10 infatti si sentono tanto italiani quanto europei. Il che, di per sé, può apparire scontato ma assume un connotato significativo se si riflette sul fatto che chi si è dichiarato tale lo ha fatto da abitante nativo di un Continente in cui i vari leader sovranisti (quasi tutti over 50) si battono e si vantano di difendere gli interessi locali anziché quelli sovranazionali.
Tra i pochi che si dichiarano ottimisti per il futuro (il 12% del totale), la stragrande maggioranza si definisce convintamente
Non stupisce, infine, che il cambiamento climatico preoccupi il 94% di quanti hanno risposto, e che le difficoltà economiche, e nello specifico l’aumento dei prezzi, siano la seconda ragione di ansia e preoccupazione tra gli under 35.
Nel sentiment collettivo, in ogni caso, la risposta a ciascuna di queste sfide non è mai l’Italexit, che la maggioranza dei rispondenti considera come un “evento terribile” o “negativo”.
E anzi, per il 60% degli intervistati, le elezioni europee dovrebbero essere più incentrate sui temi dell’Ue quando invece, troppo spesso, sembrano essere dominate dalle dinamiche delle elezioni politiche nazionali.
I dati, tutto sommato, dimostrano che i cittadini chiedono più Europa, maggiore condivisione, meno egoismi nazionali e una sensibilità più marcata per temi come giustizia sociale e attenzione per l’ambiente.
Auguri! E buon voto.