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Due anni di guerra e un’America sempre più lontana: l’Europa è al bivio

Immagine di copertina
Credit: Pixabay

Se non si fa grande, il Vecchio continente rischia di essere annesso, dagli Emirati alla Cina, passando per la Russia, sotto tutti i punti di vista

Il principio fondante della Nato è sempre stato uno solo: tenere la Russia fuori e la Germania a bada. Mantenendo salda la posizione americana di dominio sul mondo occidentale fino all’Europa orientale.

Oggi, dopo due anni di guerre, dall’Ucraina a Gaza, il senso dell’alleanza atlantica sta cambiando in modo drastico sullo sfondo del grande scenario della politica internazionale, i cui equilibri sono in continua evoluzione.

Con il Medio Oriente in fiamme e l’Europa in subbuglio, l’America ripensa alla propria identità (complici anche le elezioni del prossimo novembre).

È un terremoto quello a cui assistiamo, che mano a mano sgretola faglie di terra un tempo ritenute aree franche, e lascia abbandonate al loro destino sfere di influenza divenute golose prede per le mire espansionistiche di nuovi imperi emergenti.

Così, da che l’invasione russa in Ucraina aveva messo in moto un fuggi-fuggi all’ombra della Nato, oggi viene meno il principale azionista di quella stessa alleanza: gli Stati Uniti, infatti, sono sempre più di là che di qua, concentrati ben di più sul fronte atlantico e sulla sfida con la Cina che sulle ricadute della propria politica estera nel Vecchio continente.

Ne è un esempio la politica rigida, moderata nella forma ma brusca nella sostanza, da parte di Washington nei confronti di Israele. Il cui sostegno è e rimane indiscusso, oltre che pressoché illimitato, ma forse mai così elevato è lo scetticismo americano verso un possibile intervento in Europa nell’ipotesi di un allargamento del conflitto.

In altre parole, lunga vita alla Pax Americana. L’Europa is no longer too big to fail: la sua sopravvivenza geopolitica non può dipendere dagli Usa. Mors tua, vita mea. Specie con la possibile vittoria di Trump e un suo ritorno alla Casa Bianca.

L’idea che l’America “molli” l’Europa non è poi così remota se si pensa che, nei fatti, la prima si è servita della seconda fin tanto che le interessava sfruttarne l’utilità.

Prima l’Ucraina (sospinti dal sogno e dall’interesse americano), poi anche Gaza (mossi dal sostegno Usa a Israele), noi europei abbiamo ceduto al ritorno della guerra, alla fine della diplomazia e al boom delle armi. Ci siamo fatti trascinare nei conflitti. Con la paura di pronunciare la parola pace (alle nostre condizioni).

Per decenni la grande sorella americana sarebbe potuta diventare una valida alternativa alla prepotenza americana, costituendo un argine territoriale e valoriale alle rivendicazioni e alle aspirazioni di imperialismi a vario titolo nel resto del mondo. Ma così non è stato, preferendo mimetizzarci sotto la bandiera a stelle e strisce.

Con la Brexit materializzatasi del tutto, è il fronte atlantico (Londra compresa) la nuova Nato di nome e di fatto, è da lì che chi conta davvero decide le sorti del nuovo ordine mondiale.

La conseguenza di questo mutamento è un rischio e insieme un’opportunità per l’Europa: se non si fa grande, il Vecchio continente rischia di essere annesso, dagli Emirati alla Cina, passando per la Russia, sotto tutti i punti di vista. Occidente vs Oriente. Nel mezzo ci siamo noi. Gli Stati Uniti d’Europa.

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