Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 16:53
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Opinioni

Draghi pronto a dimettersi dopo la legge di Bilancio pur di ottenere il Colle: il retroscena da Palazzo Chigi

Immagine di copertina

La notizia se fosse confermata sarebbe una vera e propria “bomba”. La voce sta cominciando a girare con una certa insistenza proprio dalle parti di Palazzo Chigi.

Il presidente del Consiglio potrebbe dimettersi subito dopo l’approvazione della legge di bilancio. Il gesto aprirebbe una plateale sfida nei confronti di un Parlamento riottoso, che sfugge all’idea di una sua candidatura al Colle.

Draghi, pochi giorni prima del primo voto per eleggere il presidente della Repubblica, in pratica si appresterebbe a dire: “Missione compiuta, ora sono libero dall’impegno che avevo assunto con Mattarella e pronto a succedergli”.

Nei piani alti di Palazzo Chigi, sarebbero pronti anche per varare un governo fotocopia, con Cartabia alla guida (un’altra possibile contendente eliminata dalla corsa per il Quirinale) più che il ministro dell’Economia Franco.

“Sarebbe un rischio enorme per tutti”, dice un senatore preoccupato, “ma soprattutto per Draghi perché a quel punto il 18 gennaio i grandi elettori non avrebbero più vincoli e sarebbero mossi solo dall’esigenza di salvare la legislatura con il Paese comunque in sicurezza”.

“Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare” spiega un politico navigato, “Draghi sta sfidando i partiti anche sul decreto fiscale, per dimostrare che il Parlamento senza di lui non è in grado di agire. Se vuole davvero come sembra, andare al Colle, deve sfidare i partiti e dimettersi prima del primo voto delle assemblee congiunte”.

Uno scenario da brividi che sta provocando un certo caos nei quartieri generali dei partiti, che non sono affatto attrezzati a rispondere al guanto di sfida di super Mario.

Ti potrebbe interessare
Opinioni / Metamorfosi di atteggiamenti e posture politiche: la “nostra” destra non si smentisce mai
Opinioni / Come il “campo largo” ha strappato l’Umbria al centrodestra
Opinioni / L’alternativa all’oligarchia illiberale non è la paura ma la speranza
Ti potrebbe interessare
Opinioni / Metamorfosi di atteggiamenti e posture politiche: la “nostra” destra non si smentisce mai
Opinioni / Come il “campo largo” ha strappato l’Umbria al centrodestra
Opinioni / L’alternativa all’oligarchia illiberale non è la paura ma la speranza
Opinioni / Astensionismo record anche in Umbria ed Emilia-Romagna: così la democrazia diventa oligarchia
Esteri / Il trumpismo è un filo rosso che unisce “bifolchi” e miliardari
Esteri / Nemmeno a Trump conviene opporsi alla green economy
Opinioni / L'Europa ai tempi di Trump
Opinioni / Ma nella patria del bipartitismo non c’è spazio per i terzi incomodi (di S. Mentana)
Esteri / In Europa può rinascere dal basso un nuovo umanesimo contro la barbarie delle élites (di E. Basile)
Opinioni / Bruno Bottai: l'eloquenza del silenzio (di S. Gambino)