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“Ma che ci faccio qui?”: chissà cosa avrà pensato Mario Draghi ascoltando i discorsi dei parlamentari

Immagine di copertina
Il premier Mario Draghi. Credit: ANSA

Le dichiarazioni di voto dei politici di ieri sono state un momento da incorniciare, di quelli a metà tra la commedia e la tragedia. Assistere in diretta alla galleria dei monologhi di alcuni scappati da partiti e di alcuni scappati di casa è stato puro intrattenimento. Meglio dell’Eurovision, meglio di Sanremo, con un’unica nota imbarazzante o, come direbbe mio figlio, “cringe”: l’idea che Mario Draghi abbia dovuto assistere a tutto questo.

Pagherei oro per sapere cosa gli stesse passando per la mente mentre alcuni senatori parlavano. Suppongo da “C’aveva ragione mia moglie, potevamo invecchiare sereni, facendo qualche bella crociera sul Mediterraneo” a “Dopo chiamo Mattarella e gli dico “Bravo per ‘sta sola che mi ha rifilato”.

Partirei dalla senatrice Anna Maria Bernini che, per nulla retorica, asciutta, pulita, senza fronzoli ha affermato: “Noi di Forza Italia ci sentiamo un po’ nutrici del governo, incoraggiato sin dall’inizio da Berlusconi per uscire dalle secche dell’immobilismo del governo precedente. (…) E complimenti a lei, presidente, per aver superato ‘lo stress test’!”.

Un’immagine raccapricciante quella di Forza Italia come “nutrice”, roba che uno si immagina Draghi attaccato alla tetta di Berlusconi, roba da non prendere sonno per una settimana. Ma poi, perché i complimenti per aver retto lo stress-test? Cosa si aspettava la Bernini, che Draghi a un certo punto si accasciasse sul banco e dovessero portarlo via a spalla, come la statua di Santa Rosa?

Notevole anche il discorso di Matteo Salvini, il quale per spiegare – non senza imbarazzo – come mai sia diventato improvvisamente europeista, quando fino all’altro ieri preferiva i sesterzi all’euro, ha fatto come quelli che vogliono tornare con l’ex, però mantenendo un po’ di dignità. Allora premettono che loro dimenticano il passato però “da ora in avanti le cose devono cambiare, eh”. E quindi: “Sì all’Europa però se l’Europa ci tratta da italiani”.

Ma tu pensa, di solito ci trattano da olandesi. Ma soprattutto, Salvini ha detto: “Noi siamo per la dieta mediterranea!”, “Non vogliamo più i virologi in tv a tutte le ore del giorno!”, roba che Draghi ha preso una penna al volo e s’è appuntato tutto sul polsino.

Davide Faraone, di Italia Viva, si è superato: “Draghi, lei è il nostro Mes!”. Immaginate questo povero uomo, immaginate che sforzo mentale deve aver compiuto per uscire dall’imbarazzo dell’aver fatto cadere il governo con la scusa che Conte non voleva il Mes e ora si ritrova a sostenere Draghi che non vuole il Mes. E quindi, dopo una notte insonne ad arrovellarsi, con un commovente candore, ha trovato la via d’uscita: “Se non posso dire che lui non vuole il Mes dirò che lui è il Mes!”. Certo, è anche il figlio e lo spirito santo. Amen.

Poi l’immancabile momento Ciampolillo, ormai star consumata, i cui ritardi (compreso quello di ieri) sono autentica mitologia. “Mi ero prenotato!”, contesta a chi gli fa notare che ha il vizio di sparire quando tocca a lui. Insomma, Ciampolillo è il tizio che dal macellaio prende il numeretto, poi esce per andare a giocare al superenealotto, si fa il caffè al bar, poi torna che gli sono passate tre persone davanti e vuole essere servito.

Da segnalare anche lo show di Gianluigi Paragone, il quale ha più volte chiamato Draghi “incappucciato della finanza”. Draghi, in quel momento, pensava a quella crociera sul Mediterraneo che poteva fare con sua moglie. E a Mattarella, “il vecchio m’ha fregato!”.

Infine, il meraviglioso tweet serale di Raffaella Paita di Italia Viva: “Tra gli aspetti che mi hanno colpito del discorso di Draghi c’è un dettaglio che probabilmente non tutti hanno notato. Quando veniva interrotto da applausi ricominciava il periodo dall’inizio per rispettare il rigore del ragionamento”. Un tizio sotto ha commentato: lo faceva anche mio nonno, aveva l’Alzheimer.

Leggi anche: La miopia della sinistra benpensante che irride Casalino e la sua storia di riscatto sociale (di M. Tarantino)

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