Fuga dalla realtà, da Don Chisciotte al Metaverso
La Silicon Valley lo ha attualmente sembra averlo messo in secondo piano rispetto ad altri progetti, mentre le notizie dai vari fronti di guerra sembrano averlo messo in secondo piano dall’attualità, eppure il Metaverso è a tutti gli effetti qualcosa in via di sviluppo e che, in qualche modo, potrebbe avere un impatto notevole sulle nostre vite.
Se sia una vita parallela o un modo per fuggire alla vita reale, lo vedremo se e quanto questo progetto sarà a tutti gli effetti implementato e un pezzo della nostra quotidianità. Ma in un mondo come quello di oggi, in cui le incognite per il futuro sono tante, dalle difficoltà nel mondo del lavoro, alle guerre che purtroppo si moltiplicano, fino alla crisi climatica, le nostre ansie quotidiane vorrebbero spesso farci allontanare dalla realtà. Col rischio, tuttavia, che anche la tecnologia e il suo impatto sulle nostre vite rappresentino una forma d’ansia. Potrebbe dunque anche il famigerato metaverso essere una sorta di social network all’ennesima potenza, che crei una realtà parallela che, migliore o peggiore, possa farci evadere dalle nostre quotidianità?
Che le nostre vite ci rendano soddisfatti o meno, l’evasione, il sogno, la creazione anche solo in alcuni momenti di una realtà nelle nostre menti diversa da quella che viviamo ogni giorno è qualcosa che esiste da millenni. E che si può nutrire con la sola immaginazione o col supporto di un libro o, in tempi sempre più recenti, di un film o di un videogioco, fino ai social network.
Alonso Quixano, protagonista della più celebre opera di Cervantes, si autoproclamò Don Chisciotte e mise in piedi una serie di singolari avventure contro pecore e mulini a vento convinto di combattere contro giganti ed eserciti di Mori, ma altro non era che una fuga da una realtà oltre la quale non riusciva ad innalzarsi, salvo riuscire nel suo obiettivo solo nell’immaginazione.
Diversa è l’evasione di cinque signori fiorentini di mezza età, protagonisti della celebre serie di film firmata Mario Monicelli “Amici miei”, in cui la fuga da solitudine, decadenza e difficili rapporti familiari non arriva immaginando eroismo cavalleresco, ma a suon di scherzi, zingarate e supercazzole.
Che si prenda d’assalto un mulino a vento o si schiaffeggino i passeggeri di un treno alla stazione, per quanto si tratti di esempi letterari e forse da non prendere ad esempio in senso stretto, la questione è che nelle nostre vite, che la nostra esistenza sia felice o meno, l’immaginazione deve avere un ruolo importante, perché queste fughe dalla realtà sono a loro volta frutto dell’immaginazione di grandi artisti, i quali, forse, sono stati anch’essi dei sognatori. La tecnologia è solo una mera distrazione dalla realtà o può essere uno strumento per sviluppare la nostra immaginazione? Il metaverso e l’intelligenza artificiale potranno aiutarci a essere più creativi? Sta anche a noi saper mettere questi strumenti a disposizione della nostra mente.