Una vita nel traffico è una vita felice? La dipendenza dall’auto va superata
Centoventotto minuti al giorno. Dieci ore e 40 minuti dal lunedì al venerdì. Cinquecentocinquantasei ore l’anno, che sono pari a circa 23 giorni. Questo il tempo che, stando a una ricerca di Ipsos e Boston Consulting Group del 2017, ogni italiano trascorre in automobile. Per quanto l’industria automobilistica sia andata molto incontro alla propria utenza in termini di comfort, rimane una quantità di tempo enorme da trascorrere in uno spazio così limitato.
Diversamente da altre unità di misura, il tempo non può essere rimborsato e il tempo che si trascorre incolonnati insieme a miriadi di altre auto a un semaforo o in spostamenti di ore da un capo all’altro della città per andare al lavoro o svolgere commissioni varie rimane qualcosa di eccessivo, che non giova alla gestione della nostra vita. Questo problema si può affrontare su due livelli.
Il primo, promuovendo uno stile di vita in cui sia possibile affiancare, se non sostituire, al lavoro in ufficio e al presenzialismo costante una dimensione più umana e meno frenetica che lasci la possibilità di lavorare a distanza, risparmiando il tempo di lunghi spostamenti. Un tempo che può essere dedicato agli affetti, ad altri interessi o a un sacrosanto ozio.
L’altro livello da affrontare è, nelle città in primis, una valorizzazione dei mezzi pubblici. Nella società di oggi gli spostamenti, oltre a essere un diritto, sono qualcosa di necessario. Se sessanta milioni di italiani si muovessero tutti con un’auto privata, non sarebbe libertà di movimento ma sessanta milioni di persone bloccate. Un immenso fiume immobile di traffico. Tante volte, descriviamo tale condizione come essere “bloccati nel traffico”, come se fosse qualcosa in cui siamo incappati accidentalmente. Ogni volta che la nostra auto si trova incolonnata, invece, diventa parte integrante di questo traffico e per questo dovremmo, quando possibile, fare a meno di dare il nostro contributo, risparmiando tempo noi e aiutando anche chi dell’auto non può davvero fare a meno.
Per favorire questa possibilità serve in primis uno sviluppo di mezzi pubblici efficienti, metropolitana in primis, che permettano alle persone di spostarsi con grande rapidità e che, soprattutto, rappresentino un’alternativa all’automobile. Troppe volte non ci rendiamo conto di quanto spazio un’automobile occupi, soprattutto paragonandola a qualsiasi mezzo pubblico: un servizio pubblico migliore significa più spazio sulla strada, più rapidità di movimento per i mezzi in circolazione e maggior possibilità di utilizzare tale spazio in altro modo. Rendendo le città più belle e maggiormente vivibili.
E una città dove ci si sposta rapidamente, dove si passa meno tempo tra ingorghi e file, dove lo spazio può essere abbellito e usato per attività di vita comune è una città dove le persone hanno più tempo per loro stesse e le loro passioni. È una città dove le persone hanno più possibilità di essere felici.