Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 04:00
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Opinioni

I “responsabili” di Berlusconi oggi potrebbero salvare il governo: la profezia che viene dal passato

Immagine di copertina

Ci sono previsioni che a volte trovi scritte decenni prima nelle carte. Altre che, invece, più modestamente ma con precisione a dir poco chirurgica, vengono dai fermacarte. Rovistando oggi nei vecchi scatoloni di famiglia, tra le foto di papà Gigi (incrollabile iscritto al Partito Liberale, del quale il Beppe Grillo comico un tempo diceva: “Sono così pochi che fanno i congressi nelle cabine telefoniche”) e registri di carico e scarico della defunta cantina di famiglia, vedo spuntare un simpatico gadget politico che avrà sulle spalle non meno di otto lustri, forse più. E’ una freccia rossa che, letta per il verso giusto, pare indicare una direzione ben precisa. A destra. Dove sembra andare negli ultimi anni il Paese, con tutte le derive che ne conseguono. Ma che in realtà, se guardi bene, indica il Centro. Anzi, meglio, lo promette.

Quel grande, accogliente, materno, rassicurante Centrone che l’Italia politica ha sempre inseguito, corteggiato e vagheggiato, da che urna è urna. La freccia rossa che ho scovato è un reperto unico: un fermacarte di plastica della Prima Repubblica sul quale campeggia un simbolo ben preciso: lo scudo crociato della Democrazia Cristiana. Quel Libertas che è stato anima e cuore (ma forse sarebbe meglio dire croce e delizia, favore e posto fisso) dello Stivale. Lo slogan (il claim, come dicono quelli che parlano bene) è di quelli a dir poco profetici: “FORZA ITALIA! Fai vincere le cose che contano. VOTA DC”.

Ora, è evidente che qui siamo di fronte a un copione che non dico il migliore dei comedians, ma neppure il più sottile stratega politico avrebbe potuto concepire con tanto anticipo. Su quel fermacarte, in quattro parole, c’era scritto tutto il nostro futuro: non solo il nome del partito-urlo da stadio di Silvio Berlusconi, che ha segnato gran parte della nostra storia recente. Ma che sta segnando anche questi giorni convulsi, con il dimissionario Governo di Giuseppe Conte appeso a numeri risicatissimi, a “responsabili” che in questi giorni proprio da lì (o anche da lì) potrebbero sbucare: da Forza Italia! Senza il punto esclamativo. Da quel Centrodestra che in realtà è Centrone, perché Centrodestra spinto, dai, diciamolo, non lo è mai stato. Quello che ci pensa un po’ e poi magari fa “vincere le cose che contano”.

Da oggi il fermacarte che potete vedere nella foto per me non ha soltanto un valore affettivo, e forse anche collezionistico. E’ il mio nuovo aruspice personale. Guai a chi me lo tocca. Lo farò ruotare sul tavolo, come si fa con il gioco della bottiglia, per farmi indicare la retta via. Avendo la certezza di non poter sbagliare.

Leggi anche: 1. Governo, i numeri non ci sono. Conte pronto a dimettersi per ottenere un terzo mandato / 2. Sondaggi: cosa cambierebbe con un partito di Conte / 3. Salvini: “Berlusconi Presidente della Repubblica? Assolutamente sì”

Ti potrebbe interessare
Opinioni / Metamorfosi di atteggiamenti e posture politiche: la “nostra” destra non si smentisce mai
Opinioni / Come il “campo largo” ha strappato l’Umbria al centrodestra
Opinioni / L’alternativa all’oligarchia illiberale non è la paura ma la speranza
Ti potrebbe interessare
Opinioni / Metamorfosi di atteggiamenti e posture politiche: la “nostra” destra non si smentisce mai
Opinioni / Come il “campo largo” ha strappato l’Umbria al centrodestra
Opinioni / L’alternativa all’oligarchia illiberale non è la paura ma la speranza
Opinioni / Astensionismo record anche in Umbria ed Emilia-Romagna: così la democrazia diventa oligarchia
Esteri / Il trumpismo è un filo rosso che unisce “bifolchi” e miliardari
Esteri / Nemmeno a Trump conviene opporsi alla green economy
Opinioni / L'Europa ai tempi di Trump
Opinioni / Ma nella patria del bipartitismo non c’è spazio per i terzi incomodi (di S. Mentana)
Esteri / In Europa può rinascere dal basso un nuovo umanesimo contro la barbarie delle élites (di E. Basile)
Opinioni / Bruno Bottai: l'eloquenza del silenzio (di S. Gambino)