Zaia e i cinesi che mangiano topi vivi, il vero punto di non ritorno della politica
Perfidi cinesi, noti mangiatori di topi vivi. Ho molta simpatia per Luca Zaia. Anche in questa emergenza ha dimostrato di gestire la situazione meglio del suo collega Attilio Fontana. Ma poi, anche lui sembra colpito dalla sindrome del dottor “Stranamore leghista”, che quando la pressione si fa forte collassa.
Il filmato che ci arriva da Antenna 3, è una vera perla. Zaia ne infila una dopo l’altra. Il governatore del Veneto giovedì sera era ospite di una trasmissione di approfondimento sul caso e le sue parole lasciano di sasso. Dice Zaia: “La mentalità che ha il nostro popolo a livello di igiene è quella di farsi la doccia, di lavarsi spesso le mani. L’alimentazione, il frigorifero, le scadenze degli alimenti sono un fatto culturale”.
Fin qui un po’ di sano orgoglio, buffo, ma non gravissimo. Subito dopo il fuoripista, quando dalle dissertazioni para-antropologiche si passa al delirio: “La Cina – dice il governatore – ha pagato un grande conto di questa epidemia che ha avuto perché li abbiamo visti tutti mangiare i topi vivi“.
Li ha visti lui. Topi vivi mangiati. Aiuto. Urge quarantena per la classe dirigente del Carroccio. Quindici giorni staccati dai social e dalla tv. Sarebbe meglio per tutti.