Salvini e quella foto in posa in Regione Lombardia
La verità è che l’emergenza ha messo a nudo tutta la mediocrità di una certa classe politica, delle caricaturali figure di spicco di un partito e del suo leader. E lo stanno capendo in molti anche nel feudo lombardo. Non basteranno certe messe in scena a convincerli del contrario
Salvini e quella foto in posa in Regione Lombardia
Matteo Salvini che lavora è un ossimoro, non certo da oggi. Il leader della Lega è noto per le sue mangiate alle sagre di paese, per le sue discutibili performance alla console della discoteca all’aperto del Papeete Beach, ma anche per il cronico assenteismo registrato in tutte le sedi istituzionali occupate negli ultimi anni.
La fama di fannullone eccellente gli costò, nel 2018, una menzione nella top20 nella desolante classifica dei peggiori eurodeputati stilata dal prestigioso quotidiano di Bruxelles “Politico”, che lo definì impietosamente “un altro euroscettico che è europeista quando si tratta di ritirare lo stipendio da deputato”. Nel 2019, da Ministro dell’Interno, accumulò appena 17 giornate lavorative piene, ma il suo ufficio comunicazione profumatamente pagato con soldi pubblici pubblicava decine di tweet propagandistici ogni giorno. Da senatore ha accumulato appena il 10% di presenze a Palazzo Madama.
Per nascondere questa forma di allergia a ogni tipo di attività produttiva, i ragazzi della propaganda travestono periodicamente il loro “Capitano” da operoso uomo delle istituzioni, scattandogli delle foto posate simili a quelle che si possono trovare su un catalogo di mobili per ufficio. L’ultima è apparsa ieri e lo riprende negli uffici della Regione Lombardia mentre firma qualcosa indossando l’ormai inseparabile mascherina, oggetto che nella narrazione di queste settimane ha decisamente surclassato rosario e santini d’ordinanza.
Salvini sembra firmare qualcosa utilizzando una penna rossa: basterebbe questo a svelare l’inganno. La sua presenza in quel palazzo è anche ridondante, dato che il senatore non faceva neanche parte del tavolo di lavoro con le parti sociali che si era riunito poche ore prima in quella sede. Laconico il commento di Pietro Bussolati, consigliere regionale in Lombardia e membro della segreteria del Pd: “Ieri è spuntato in regione Lombardia Matteo Salvini, presenza ormai ingombrante per la giunta Fontana”.
Proviamo per un attimo a immaginare la genesi dello scatto:
“Capitano, mettiti la mascherina e siediti su quella scrivania”;
“va bene così?”;
“no, è messa al contrario, girala”;
“uff… così?”;
“benissimo… ora prendi uno di quei fogli e fai finta di scrivere con quella penna lì davanti”;
“c’è scritto: ordinativo per n.2 bancali di rotoli carta igienica doppio velo… che faccio firmo?”;
“NOO!! devi solo fare finta!”;
“ok, ok, non ti arrabbiare…”;
“perfetto, così, fatta”;
“posso andare a fare la pipì?”;
“sì ma togli la mascherina”.
Scherzi a parte, l’ennesima messa in scena, in un momento così difficile per l’Italia e per il popolo della Lombardia, è stata davvero fuori luogo. “Tra l’11 giugno 1940 e il primo maggio 1945 a Milano sono morti sotto i bombardamenti della seconda guerra mondiale 2 mila civili. In due mesi, in Lombardia, per il Coronavirus sono morti 11.851 civili, 5 volte di più”. Lo ha detto stamane Domenico Arcuri, commissario all’emergenza. Basterebbero questi numeri a spiegare quanto sia deprecabile continuare con la propaganda intralciando il lavoro di chi sta combattendo il virus.
La verità è che l’emergenza ha messo a nudo tutta la mediocrità di una certa classe politica, delle caricaturali figure di spicco di un partito e del suo leader. E lo stanno capendo in molti anche nel feudo lombardo. Non basteranno certe messe in scena a convincerli del contrario.
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