Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 08:10
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Opinioni

Chissà se alla fine di questa pandemia avremo la forza di raccontare i morti e non di contarli

Immagine di copertina

“Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo”, chiudeva così Eugenio Montale la poesia Satura qualche decennio fa e quel retrattile interrogativo interiore che muoveva questi versi si ripresenta forte in questi giorni in cui il mondo che abbiamo costruito è messo in quarantena.

Siamo un umanissimo insieme di negazioni che cercano coerenza e riparo nelle istituzioni, nella politica e nell’altro, negazioni che spesso diventano cecità verso il mondo e la sua sofferenza. Il dolore in questi giorni ci prende a schiaffi forte, ad alcuni più che ad altri, a quelli che come me, ad esempio, hanno “dovuto salutare anzitempo i propri cari” come direbbe Boris Johnson. Il bollettino di Angelo Borrelli diventa sale sulle ferite perché dietro a quei morti rivedo i miei di morti, alcuni trapassati con una fame d’aria insopportabile, mentre i loro polmoni crollavano e non saturavano più ossigeno.

Le bocche aperte per cercare di sopravvivere come pesci fuori dall’acqua, il cervello che lentamente iniziava ad andare in ipossia e i pensieri che si fanno confusi, le parole che non escono e la fine che arriva. Si muore così anche nelle rianimazioni, con la differenza che è negata per giuste cause anche la mano di qualche caro e l’ultimo volto tra milioni di volti visti. La mano sarà quella di un medico che ne constaterà il decesso velocemente fino ad arrivare ad una veloce sepoltura senza neanche un funerale.

Dall’altra parte della barricata rimangono i figli, i nipoti, segnati da un trauma indicibile per sempre, da un rimorso che difficilmente riuscirà a colmare il tempo e la vita che tornerà. Anche per questo motivo salto sulla sedia ogni qual volta al Covid-19 vengono concesse attenuanti generiche su chi uccide, come se gli anziani, i malati, i nostri padri e le nostre madri, i nonni, i vicini di casa, siano pezzi sacrificabili in una guerra non dichiarata. Chi subisce una perdita non torna più come prima perché il lutto è una materia complessa che in tempi normali neghiamo spaventati e con cui adesso dobbiamo fare i conti, mentre una volta vissuto e provato diventa una tara verso le cose del mondo.

Ma questi tempi non sono normali e i simboli, gli appigli che abbiamo costruito in millenni di storia, vengono abbattuti dalla pandemia e dallo stigma del dolore. Visti da fuori facciamo tenerezza mentre esorcizziamo tutto questo cantando, pregando, scrivendo, sistemando le nostre case, siamo di una bellezza struggente nella nostra fragilissima umanità mentre ci diciamo che “andrà tutto bene”, collegandoci via Skype col nostro mondo e magari pensando a quanto siamo troppo distratti nei giorni di procedure ordinarie, presi da chissà quale emergenza impellente.

Dovremmo dirci più spesso anche che le nostre notti sono animate da incubi, che in questo tempo è davvero dura riposare pur stando nell’ozio, lo stesso ozio che vivono i carcerati, alcuni così disperati in questi giorni da ingozzarsi durante le rivolte di psicofarmaci e metadone fino a lasciarsi morire. Chissà se vedremo anche questo pezzo di mondo con occhi diversi, chissà se quelle undici pagine di necrologi su un giornale di Bergamo ci faranno capire che a morire è un pezzo di noi e chissà se alla fine di questa pandemia avremo la forza di raccontare i morti e non di contarli, di essere felici della vita riconquistata facendo i conti col ricordo di quella fame d’aria che abbiamo provato.

Leggi anche:

1. Il Coronavirus e la fortuna di essere italiani in un’Europa unita (di F. Salamida) / 2. Tutti a casa? Non la leghista Ceccardi. Va a prendere 50 persone in Spagna e mortifica l’Italia che fa sacrifici (di S. Lucarelli) / 3.  Coronavirus, l’ingegnere italiano che sfida le multinazionali per salvare la vita ai pazienti con le sue valvole in stampa 3D

Ti potrebbe interessare
Cronaca / Terremoto L’Aquila, niente risarcimenti per i parenti degli studenti morti: “Condotta incauta”
Cronaca / Reggio Calabria, due feti morti trovati in un armadio: 24enne indagata per duplice infanticidio
Cronaca / Meteo, l’anticiclone africano Caronte arriva sull’Italia: sarà la settimana più calda dell’anno
Ti potrebbe interessare
Cronaca / Terremoto L’Aquila, niente risarcimenti per i parenti degli studenti morti: “Condotta incauta”
Cronaca / Reggio Calabria, due feti morti trovati in un armadio: 24enne indagata per duplice infanticidio
Cronaca / Meteo, l’anticiclone africano Caronte arriva sull’Italia: sarà la settimana più calda dell’anno
Cronaca / Ferrovie dello Stato, Donnarumma: “Siamo di fronte a sfide importanti per i servizi ai passeggeri”
Cronaca / Meteo, caldo insopportabile sull’Italia: sarà il weekend più torrido dell’anno
Cronaca / Meteo, Italia divisa in due: temporali al Nord, caldo estremo sul resto della Penisola
Cronaca / Ecco il nascondiglio di Giacomo Bozzoli
Cronaca / Nascosto nel cassettone, l'arresto e le lacrime: così è stato trovato Giacomo Bozzoli
Cronaca / Giacomo Bozzoli è stato arrestato: si trovava nella sua villa di Soiano
Cronaca / Meteo, l'anticiclone africano non dà tregua