Dieci misure autoritarie per la Fase 2 dell’emergenza Coronavirus
Coronavirus, 10 misure autoritarie per la Fase 2 in Italia
Solo chi ha vissuto prima del Coronavirus può capire che cosa sia la dolcezza di vivere. L’aperitivo affollato e inutile del venerdì sera, il match su Tinder con la studentessa di Shanghai, i rifornimenti di erba senza per forza essere accompagnati da un cane: tutto concorreva alla soddisfazione del benessere fisico e psichico del cittadino globale. Tutto sembrava destinato a durare in eterno, anche il toner della stampante, e invece eccoci qua, con la cinquantesima autocertificazione da ricopiare a mano. A piantonare la nostra incolumità restano una serie di commi che però i più scafati ci avvertono essere solo l’inizio della dittatura: si inizia con la passeggiata a massimo duecento metri e si finisce come in Ungheria.
Quelli di Forza Nuova hanno annunciato che manifesteranno “contro gli arresti di massa, contro la quarantena, contro i divieti” e spiace constatare come anche loro, da sempre all’avanguardia sul tema dei diritti, non abbiano compreso il nocciolo della questione. Ovvero che di fronte a un esercito di spavaldi passionari della Pasquetta, che reclamano il diritto di tornare a tossire vis a vis, la mano pesante è l’unica soluzione. E va usata sia a palmo aperto che a pugno chiuso. Anzi, visti gli ottimi risultati, la Fase 2 dovrà caratterizzarsi proprio per il rafforzamento delle pratiche autoritarie. Ecco dieci modeste proposte, tutte illiberali, per affrontare il post-picco.
1) Condanna a 10 mesi di lavori forzati per qualunque esponente politico, economista, figlio di liberista, proponga una contrazione della spesa sanitaria e/o tagli alla ricerca scientifica prima che siano trascorsi venti Festival di Sanremo a partire da oggi. Il campo di lavoro sarà allestito in tempo record nella Fiera di Milano, 200 posti branda, tra le pene corporali anche la proiezione su cornea delle interviste a Burioni.
2) Regime di 41 bis per chiunque venga sorpreso a mangiare carne di animali non espressamente citati ne La Vecchia Fattoria. Restrizioni anche sul consumo di pesce: via libera solamente per quello allevato in amuchina. Attenzione, non sappiamo con certezza se l’uomo sia stato infettato dal pipistrello per via alimentare e dunque, prudenzialmente, revoca dei finanziamenti pubblici ai siti porno che annoverano tra le categorie sessuali i rapporti interspecie.
3) Lancio di Italobond, alla faccia della Germania, garantiti dalle somme ottenute dalle multe fatte in questi giorni ma soprattutto da quelle derivanti dalla violazione della nuova Fiscal red zone: 400 milioni di contravvenzione a tutte le aziende sorprese a spostare la sede fiscale in altro Paese senza che il trasferimento fosse determinato da ☐ comprovate esigenze di lavoro, ☐ urgenza assoluta, ☐ situazione di necessità, ☐ motivi di salute.
4) Precettazione di tutte le donne in età lavorativa e loro destinazione a ruoli chiave della vita economica e politica in quanto più resistenti al virus. In un momento di cruciale importanza abbiamo rischiato di perdere sindaci, governatori, leader di partito e capi di stato tutti accomunati da un organo sessuale evidentemente inadeguato alla pandemia. Un rischio che non possiamo più correre. Attenzione, òneri e onori: sia garantito per legge il diritto maschile alla maggior “lamentosità” durante le influenze, è la Scienza a chiederlo.
5) Riapertura delle sole aziende che dimostrino di aver pagato gli stagisti più di 600 euro al mese e multe fino a 70 milioni di lire – nel caso lo strappo con l’UE diventi irreversibile – per tutte quelle che non rispetteranno l’ordinanza sullo smart-working, d’ora in poi obbligatorio quattro settimane al mese. Si sono adeguate le prostitute, può farcela anche Confindustria.
6) Confisca di tutti gli abbonamenti a golf club, rotary e circoli canottieri per essere destinati a infermieri, ota, medici di base e commesse. La percezione del prestigio sociale va rimodulata e dirottata prepotentemente sulle professioni che abbiamo scoperto essere imprescindibili. Altro che Product Manager. Inoltre, divieto a tutti i laureati di fregiarsi del titolo di dottore se non in grado di leggere almeno un esame delle urine.
7) Segnalazione ai servizi sociali di tutti quei soggetti, donne e uomini, che non avranno concluso sessualmente entro il terzo incontro conoscitivo una volta tolta la quarantena. Le statistiche nazionali segnalano migliaia di flirt mancati e i corteggiamenti dilatati nel tempo vanno visti per quello che sono: un lusso che non possiamo permetterci. Non con un tasso di natalità a picco. La manovra sessuale va completata imponendo alle farmaceutiche di aggiungere al vaccino due gocce di sildenafil, principio attivo del Viagra, per gli uomini, e due cucchiaiate di Momentact, per le donne.
8) Obbligo di donazione benefica al fisco fino al 20% del proprio patrimonio per Giovanni Ferrero (22,4 miliardi di dollari), Leonardo Del Vecchio (19,8 miliardi), Stefano Pessina (12,4 miliardi), Giorgio Armani (8,5 miliardi), Massimiliana Aleotti ( 7,4 miliardi ) Silvio Berlusconi (6,3 miliardi), Giuseppe De’ Longhi (3,8 miliardi) per arrivare fino a Ennio Doris (2,6 miliardi) ed Ezio Greggio. In cambio ogni città intitolerà almeno un parcheggio a ciascuno dei benefattori sopracitati. A loro, oltre al prestigio, rimarrà comunque il denaro per organizzare favolose pizzate a Saint Tropez, a noi quello per pagare le casse integrazioni.
9) Riconversione dell’industria nazionale all’export di bidet, ora o mai più. Anche attraverso la militarizzazione del distretto ceramico di Sassuolo. La pandemia ha rivelato i limiti dei Paesi anglosassoni nell’affrontare la quarantena in modo dignitoso e l’Italia deve cogliere ogni occasione utile a rilanciare l’economia. Non solo artigiani e operai: servono manipoli di rappresentanti capaci di illustrare in tedesco e inglese la superiorità dell’acqua calda rispetto alla cellulosa. Scattanti soprattutto, prima che siano gli olandesi a venderci il lievito di birra.
10) Tracciamento digitale e fermo amministrativo dello smartphone per coloro che violano la quarantena ma soprattutto per quelli che visualizzano per intero i messaggi in anteprima su Whattsapp però poi fanno finta di nulla perché tanto le spunte non diventano blu e quindi rispondono anche dopo nove ore dicendo ti giuro l’ho visto adesso. D’accordo, ha poco a che fare con l’emergenza Covid-19, ma perché tramandare atteggiamenti meschini anche nell’Italia della Fase 2? Che va bene perdere gusto e olfatto, ma conserviamo almeno un minimo di tatto. Grazie.
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