Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 22:00
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Opinioni

Il Coronavirus e quel campanilismo inutile e rozzo tra Nord e Sud Italia

Immagine di copertina
Credits: ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

Il Coronavirus e quel campanilismo inutile e rozzo tra Nord e Sud Italia

Da settimane, in tutto il mondo, sono evidenziate le qualità che gli italiani sanno tirare fuori nei momenti più duri e complessi: solidarietà, generosità, forza, coraggio, abnegazione, altruismo e molto altro. Ognuno, in questi giorni difficili e inattesi, le ha profuse incessantemente, da Nord a Sud e viceversa, in uno scambio naturale di collaborazione e aiuto, per sconfiggere tutti insieme un drago temibile e invisibile. Tutto il mondo ci ha osservato e apprezzato, commuovendosi e facendo il tifo per noi, per l’Italia, quel pezzo di mondo che racchiude tra bellezze paesaggistiche e culturali, tra storia e patrimonio, alcuni dei più grandi tesori della Terra.

Un Paese in cui la varietà degli elementi, delle caratteristiche dei diversi territori e della natura, è tanta e tale da richiamare milioni di turisti da ogni continente. L’Italia amata, oltre le invidie e i suoi difetti, nel dolore ha conquistato tutti. La singolarità di borghi, centri storici e città fantastiche, isole splendide; l’incanto di angoli meravigliosi, oasi e parchi naturali sconvolgenti, siti archeologici dal valore inestimabile, laghi e monti circondati da un’infinità di mare; capolavori d’arte e civiltà, da sempre fanno del nostro Paese il pezzettino del pianeta più bello, affascinante e pure climaticamente invidiabile.

Se l’Italia non si conoscesse, non si potrebbe certamente immaginare; va visitata in lungo e largo, perché ogni luogo ha qualcosa di indimenticabile e speciale. Chi la guarda dall’estero, l’ammira tutta intera, perché la grande bellezza è nel suo insieme, a cominciare da quella forma che apre all’empatia istintiva, fino alle migliaia e migliaia di cartoline uniche e spettacolari di ogni suo punto. Cultura, storia, tradizioni, ingegno e molto altro, ci rendono inequivocabilmente noi; quegli italiani che, prima di ogni altro, hanno dovuto fare i conti con un virus che ha fermato il tempo e ha portato lutti. In tanti, negli altri Paesi, si sono ricreduti sui tanti stereotipi e hanno decantato a lungo valori e pregi del nostro Paese e della sua gente, in questi mesi orgoglio e modello per chiunque. Eppure, ancora una volta proprio dentro casa, c’è chi per vanagloria personale, interessi di bottega, campanilismi rozzi e primitivi, con supponenza e arroganza, è riuscito a ferire l’unità innanzitutto umana di questa Italia che, proprio nella sua capacità di essere unica, trova grandezza e forza.

Il provincialismo più becero e insensato, ancora una volta, è stato capace di sfociare in forme di razzismo tra città e regioni, medici milanesi e napoletani, ricercatori e strutture ospedaliere, finanche verso studenti del Sud, ragazzi che studiano al Nord diventando protagonisti di storie di successo che appartengono a un’unica bandiera. L’ottusità più sciocca, quella che alberga ovunque, è arrivata a gioire e rinfacciare numeri di contagi e morti, presunte superiorità di razza per operosità e reddito. Uomini banconota si sono fatti sopraffare dal loro vero virus a base di euro e dollari, sfoderando conti da oste, peraltro impossibili, che punterebbero a pesare pezzi d’Italia su un’improbabile bilancia di utilità, moneta e importanza.

Sarà l’eccesso di talk show e social, con alcuni opinionisti esperti di banalità e strilli, giornalisti giunti alla fine della carriera e, innanzitutto, della lucidità e del buon senso, pseudo politici interessati al loro piccolo tornaconto, vecchi e nuovi profeti senza profezie, con idee e proclami cambiati alla bisogna, ma la confusione e la misera “italietta” hanno preso il sopravvento. Così, diminuiti contagio, ricoverati e morti, sono aumentate le accuse verso questo e quello. Il virus dello scarica barile ha iniziato a diffondersi, finendo per cavalcare perfino il tema del campanilismo più inutile e illogico, riaprendo la piaga, evidentemente mai sanata, della divisione tra Nord e Sud, tra “la parte che produce e il Sud vagabondo e zavorra”.

La battaglia tanto agognata da leghisti di ieri e di oggi per una Padania libera e indipendente, messa a tacere dal nuovo corso interessato alla quantità di voti e poteri, è ripartita in modo ancora più immotivato, offensivo e incomprensibile. In poche ore, per distrarre da responsabilità su diffusione del contagio e morti assurde, da strane speculazioni perfino sulle case di riposo e anziani, ci si è tuffati a capofitto in un tema molto caro a certi: l’antimeridionalismo mai spento.

Una bega inqualificabile, in un momento in cui essere uniti significa sopravvivenza per gli italiani e per tutto ciò che è italianità nel mondo, è tornata tristemente in auge. Medici che si smentiscono pubblicamente, offendendosi come tirocinanti alle prime armi, anche in nome della presunta superiorità della città da cui provengono; politici e giornalisti padani che offendono gratuitamente il Sud, senza che almeno questa volta ce ne sia uno specifico motivo o bisogno, sono riusciti a gettare il fango di una sciocca disputa ultras sul prezioso e bello che ha unito la stragrande maggioranza.

In questa contesa di una supremazia morale e umana inesistente, questi signori offendono tanta gente straordinaria e onesta: volontari, medici, infermieri, forze dell’ordine, vigili del fuoco, uomini semplici che si sono spostati da una parte all’altra del Paese, rischiando la vita e lasciando affetti; tutti gli italiani che hanno dato aiuti e beneficenza, magari piccoli risparmi, senza badare a quale latitudine arrivassero; tutti i morti che, chi più chi meno, hanno pianto in ogni parte.

Se il virus è attecchito in un luogo più che altrove per responsabilità di alcuni, forse, non lo sapremo mai. Se anche una pandemia è stata occasione di sprechi, speculazioni, ruberie, anche a danno di vite di innocenti, lo diranno la scienza e, soprattutto, le indagini. Gli italiani, quelli consapevoli di vivere in un Paese pieno di qualità e talenti, spesso vilipesi nella loro dignità e nei loro sacrifici da una politica disinteressata ai loro bisogni, resteranno per sempre uniti nelle facce sudate e ferite di questi giorni, nel dolore di figli e parenti, nei colori di un cielo che, finalmente, sta tornando più che mai italianamente azzurro, da Lampedusa alle Alpi.

CORONAVIRUS ULTIME NOTIZIE: TUTTI I NUMERI

Leggi anche: 1. “Censurano le morti e non rispondono da giorni”: così la RSA di Legnano si è trasformata in un lazzaretto / 2. Visite ai parenti, spostamenti e tempo libero: cosa potremo fare dal 4 maggio

3. Coronavirus, in arrivo il test per valutare gli effetti della quarantena sulla psiche 4. Coronavirus in Italia, ultime notizie. Fase 2: ipotesi esame orale di maturità nelle scuole. Lavoro: possibili turni anche nei weekend

TUTTE LE ULTIME NOTIZIE SUL CORONAVIRUS IN ITALIA E NEL MONDO
Ti potrebbe interessare
Opinioni / Metamorfosi di atteggiamenti e posture politiche: la “nostra” destra non si smentisce mai
Opinioni / Come il “campo largo” ha strappato l’Umbria al centrodestra
Opinioni / L’alternativa all’oligarchia illiberale non è la paura ma la speranza
Ti potrebbe interessare
Opinioni / Metamorfosi di atteggiamenti e posture politiche: la “nostra” destra non si smentisce mai
Opinioni / Come il “campo largo” ha strappato l’Umbria al centrodestra
Opinioni / L’alternativa all’oligarchia illiberale non è la paura ma la speranza
Opinioni / Astensionismo record anche in Umbria ed Emilia-Romagna: così la democrazia diventa oligarchia
Esteri / Il trumpismo è un filo rosso che unisce “bifolchi” e miliardari
Esteri / Nemmeno a Trump conviene opporsi alla green economy
Opinioni / L'Europa ai tempi di Trump
Opinioni / Ma nella patria del bipartitismo non c’è spazio per i terzi incomodi (di S. Mentana)
Esteri / In Europa può rinascere dal basso un nuovo umanesimo contro la barbarie delle élites (di E. Basile)
Opinioni / Bruno Bottai: l'eloquenza del silenzio (di S. Gambino)