Conte fa marcia indietro e torna a parlare dal canale di Palazzo Chigi (di E. Serafini)
Dopo l’analisi sulla crescita esponenziale dei follower di Giuseppe Conte, e le polemiche di alcuni esponenti politici (tra loro alcuni non esattamente estranei a dirette Facebook durante incarichi istituzionali), la comunicazione del Premier ha cambiato rotta, e il messaggio al Paese è stato oggi diramato attraverso il profilo ufficiale di Palazzo Chigi, oltre che sulla pagina Facebook del Premier. L’ufficio stampa della Presidenza del Consiglio, ha quinto optato per una diversa strategia. Grazie alla nuova integrazione, la pagina istituzionale di Palazzo Chigi ha aumentato la propria fan base del 16.3% circa (dato destinato a crescere) totalizzando oltre un milione di interazioni.
Il video è stato trasmesso anche dalla pagina di Giuseppe Conte, che ha ormai superato i 2.300.000 follower, con una crescita di oltre il 40%. La scelta di utilizzare il profilo istituzionale segna un cambio di direzione che raramente si manifesta nell’azione di leader politici. Un piccolo cambiamento, ma che permette di valorizzare un asset pubblico importante: l’interazione ha infatti un valore, anche economico. Una pagina istituzionale che presenta milioni di follower può promuovere azioni più efficaci nella comunicazione con i cittadini, e ridurre i possibili investimenti in pubblicità.
Non solo, esattamente come avviene per una pagina privata, una pagina istituzionale con una buona fanbase, può risultare attrattiva per soggetti privati che abbiano il desiderio di offrire, ad esempio, servizi gratuiti ai cittadini, come nel caso della Solidarietà Digitale. Un’azienda che è consapevole di poter raccontare la propria iniziativa a milioni di cittadini sarà più predisposta ad erogare servizi gratuiti o scontati verso il Paese o gli enti pubblici. L’asset immateriale costituito da cittadini che interagiscono con una pagina istituzionale ha un valore che non viene cancellato dal tempo, dai cambi di governo, e che rimane nella proprietà dei cittadini. Si tratta di un tassello di un processo di cambiamento culturale nel quale il Paese è rimasto, purtroppo, molto indietro: la distinzione tra istituzione ed individuo.
Per la scienza politica, le istituzioni esistono a prescindere da chi ne ricopre il ruolo di governo. Purtroppo in un contesto culturale nel quale viene apprezzato più il leader che il ruolo, questa dimensione rischia spesso di essere persa. In questa fase emergenziale quello che possono fare gli Stati e governi è proprio questo: sostenere la partecipazione digitale, costruire una cittadinanza digitale, che resterà negli anni a venire, a beneficio di tutti i cittadini e a beneficio di tutti i prossimi capi di governo.
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