Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 22:37
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Opinioni

“E poi ci sono gli artisti, che ci fanno tanto divertire”. Conte, le parole sono importanti

Immagine di copertina
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Credit: ANSA/ANGELO CARCONI

Non pesare le parole - per persone che lavorano con le parole - è indice di pessimi autori. Le conferenze stampa di Conte sono anch’esse uno spettacolo, una messinscena studiata nei minimi particolari. Per questo la frase risulta ancora più infelice

Poiché “il nostro piangere fa male al re”, allora viva gli artisti che “ci fanno tanto divertire” per infilarli in una conferenza stampa che illustra un Paese alle prese con la pandemia. A ognuno il proprio ruolo: il governo accigliato che impartisce paternalismo, i lavoratori che non si lamentino troppo né della salute né del lavoro, i genitori che hanno voluto la bicicletta e ora devono pedalare e gli artisti trattati al solito come ludico materiale di scarto per peparare un po’ la disperazione e per aggiungere gusto a questo virus così insipido e disturbante.

Dice il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che le manovre in soccorso del mondo dello spettacolo e della cultura contenute nel Decreto Rilancio sono importanti perché sono importanti gli artisti di quel mondo. E lo fa, come spesso accade in questo Paese, usando le parole sbagliate al momento sbagliato e strizzando un intero settore in una frase da pelle d’oca per superficialità, piacioneria e sprezzo del pericolo.

Non pesare le parole che si usano, per persone che lavorano con le parole, è indice di pessimi autori, una bruttina sceneggiatura e dialoghi buttati via: le conferenze stampa di Conte sono anch’esse uno spettacolo, una messinscena di rassicurante impegno studiata nei minimi particolari e per questo la frase risulta ancora più infelice.

Innanzitutto sarebbe bene chiarire per l’ennesima volta che si parla di un mondo che tiene insieme non solo i protagonisti ma anche tutte le comparse, i tecnici, gli impiegati, gli autori e una caterva di figure professionali. Chi si occupa del palco non fa divertire: lavora. Anzi, lavorava e non lavora più (come molti altri) con in più lo scenario di non lavorare ancora per un bel po’.

Credere che il mondo dell’arte sia solo roba d’artisti è roba buona per la politica che ci disse “con la cultura non si mangia” e non ha niente a che vedere con la realtà del mondo. Ringraziare gli artisti “perché ci fanno divertire” è un po’ come ringraziare i medici per le riviste che hanno nella sala d’aspetto o gli ingegneri per i loro bei modellini. Scentra totalmente il punto. E banalizza.

Tra l’altro io rientro in quella categoria, ho presentato regolare domanda il primo aprile per il bonus e sono ancora “in attesa di esito” come molti miei colleghi. Un mese e mezzo di attesa senza conclusione, teatri chiusi, futuro grigio e i miei collaboratori che arrancano provando a inventarsi qualcosa. Sicuro che ci sia da divertirsi? Le parole sono importanti, presidente Conte.

Leggi anche: 1. Il bonus da 600 euro non mi è mai arrivato: caro governo, dobbiamo ancora sperarci? (di G. Cavalli) / 2. No, caro ministro Franceschini: la Netflix dei teatri non è la soluzione al lockdown degli spettacoli dal vivo (di G. Cavalli) / 3. La verità è che Conte vuole fare l’influencer (di E. Serafini)

Ti potrebbe interessare
Opinioni / La nuova Internazionale della Destra (di Giulio Gambino)
Opinioni / Il martirio di Gaza tra allarme genocidio e pulizia etnica (di F. Bascone)
Opinioni / Come ti smonto le 5 obiezioni allo Ius Scholae (di S. Arduini)
Ti potrebbe interessare
Opinioni / La nuova Internazionale della Destra (di Giulio Gambino)
Opinioni / Il martirio di Gaza tra allarme genocidio e pulizia etnica (di F. Bascone)
Opinioni / Come ti smonto le 5 obiezioni allo Ius Scholae (di S. Arduini)
Opinioni / Il paradosso di X e perché i social non sono interscambiabili (di S. Mentana)
Opinioni / Perché il nucleare è necessario (di Stefano Monti)
Opinioni / Ma il futuro è solo delle rinnovabili (di Gianni Silvestrini)
Opinioni / Le sfide del nuovo nucleare (di Giulio Gambino)
Opinioni / È ora di combattere contro i nazionalismi che mettono in pericolo l’Europa (di N. Zingaretti)
Opinioni / La grande sfida di Trump all’Unione europea (di Ignazio Marino)
Opinioni / “L’astensionismo aiuta il potere ma noi, oggi, non abbiamo alternativa”: lettera a TPI