Chiude la Nuova Cucina Organizzata: “Dove aveva fallito la camorra riesce la Regione Campania”
A Casal di Principe c’è un ristorante che è un simbolo di un milione di cose: c’è la lotta alle mafie nel suo stare in un bene confiscato al clan dei Casalesi, c’è il riscatto sociale che si legge negli occhi dei ragazzi che ci lavorano e che sono stati strappati dalla strada e dalle unghie della criminalità organizzata, c’è la passione per le fragilità con i ragazzi disabili che lavorano tutti i giorni e c’è anche l’ironia con cui viene sbeffeggiata la camorra di Cutolo con l’insegna che recita “Nuova Cucina Organizzata” per fare il verso a quella camorra da sconfiggere.
“Dove avevano fallito i colpi di pistola della camorra riesce la Regione Campania. Si è decretata la morte di un sistema, quello dei budget di salute, portando anche alla chiusura di tante realtà che gestiscono beni confiscati e utilizzano questo strumento”, dicono i responsabili del consorzio Nco e in effetti lì al ristorante conoscono bene l’odore della paura che negli anni si è riaccesa con minacce e intimidazione.
“La finanziaria regionale poteva essere l’occasione per rimediare ad una delibera della Giunta Regionale del 2016 che ha già provocato la chiusura di decine di esperienze che utilizzano il sistema dei Budget di salute per la cura e la presa in carico di persone con disabilità e non autosufficienti – ha spiegato Tonino De Rosa, presidente della Cooperativa Agropoli che gestisce l’attività – Invece, pezzi delle forze che sostengono De Luca decidono che un emendamento presentato da due consigliere della stessa maggioranza non debba passare, e lo sostituiscono con un testo che decreta, di fatto, la fine di un sistema preso a modello in tutto il Paese e che ha accompagnato le migliori esperienze campane di riutilizzo dei beni confiscati. Il tavolo voluto d’urgenza il 30 dicembre dall’assessore Fortini e alcuni consiglieri e dirigenti regionali ha portato all’ennesimo nulla di fatto”.
Il ristorante Nuova Cucina Organizzata però non è semplicemente un bene confiscato e riusato: la dignità di un riscatto la leggi negli occhi delle persone che ci lavorano e nella cura per il proprio mestiere. Rivitalizzare (o addirittura resuscitare) un luogo strappato all’illegalità è un dovere che dura molto di più dei semplici arresti e delle confische. La camorra non si sconfigge a colpi di tweet e di fiaccolate: le mafie si sconfiggono piantando bene e rendendolo alla portata di tutti. Quando mi è capitato di essere loro ospite è stata esattamente la sensazione che ho avuto: mangiare bene e fare bene. Chissà se la politica trova un minuto per interessarsene.