Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 04:07
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Opinioni

Le cancellerie europee preoccupate per il possibile approdo di Berlusconi al Quirinale

Immagine di copertina

Uno “spettro” si aggira per l’Europa. Lo chiamano “rischio Berlusconi”. Il rischio, cioè, che potrebbe pagare l’Italia e con essa la stessa Europa se Silvio Berlusconi dovesse farcela ad approdare al Quirinale e diventare il successore di Sergio Mattarella. Di cosa si tratta? È molto semplice: i mercati (che a Silvione non lo hanno mai amato) entrerebbero immediatamente in fibrillazione (l’Italia è in tenuta in piedi dalla BCE che ne acquista i titoli di Stato), lo spread salirebbe in breve tempo a quota 500 o 600 (un film peraltro già visto proprio con lo stesso Berlusconi) i partiti comincerebbero ad agitarsi rompendo l’unità del governo e quest’ultimo non sarebbe più in grado di rispettare le scadenze del Pnrr con la grave conseguente della perdita dei soldi dell’Europa.

Insomma, il rischio di un approdo di Berlusconi al Colle sarebbe quello di un vero e proprio caos politico ed istituzionale che in breve tempo partendo dall’Italia rischierebbe di investire come uno tsunami tutta l’Europa e di mettere a repentaglio la stessa unità europea così faticosamente ricostruita negli ultimi mesi. A Berlusconi, a quel punto, con l’Italia in pieno caos istituzionale non resterebbe altro da fare che sciogliere le Camere e mandare il Paese alle elezioni anticipate entro l’estate (giugno 2022) per la gioia di Matteo Salvini e Giorgia Meloni (i due infatti vorrebbero spedirlo al Quirinale proprio per ottenere in cambio le elezioni anticipate, questo è il vero “patto” siglato dai tre durante l’ultimo incontro a Villa Zeffirelli).

Insomma, è un vero e proprio scenario da incubo quello che comincia a circolare con una certa insistenza nelle cancellerie di mezza Europa (che a Berlusconi non lo hanno mai amato e continuano a non amarlo) e nel deep state nazionale dove già si cominciano a prefigurare tutti i possibili scenari e gli “incroci pericolosi” per il futuro del Paese. Il più rischioso, appunto, sarebbe proprio quello che vedrebbe Silvio Berlusconi nuovo presidente della Repubblica.

Considerato un vero e proprio fattore di instabilità per il Paese. Rischioso non soltanto per l’Italia, per il trambusto economico-finanziario che ne seguirebbe ma per l’Europa stessa: perché se l’Italia è a rischio instabilità anche l’Europa diventa a rischio instabilità. Insomma, con Berlusconi al Quirinale tutti gli sforzi fatti per rilanciare il Paese e per rilanciare l’Europa potrebbero andare a farsi benedire. Chi ne trarrebbe vantaggio? Anche questo si sta valutando. I nomi sono due: Putin (grande amico di Berlusconi) e Xi Jimping, Russia e Cina, considerati i veri nemici dell’Europa e degli Stati Uniti. Non per niente Biden ha già fatto sapere di essere assolutamente contrario al possibile approdo di Berlusconi al Colle. La Casa Bianca è fermamente contraria ad un’ipotesi del genere. Ma di sicuro l'”amico Putin” non la pensa così.

Ti potrebbe interessare
Opinioni / Metamorfosi di atteggiamenti e posture politiche: la “nostra” destra non si smentisce mai
Opinioni / Come il “campo largo” ha strappato l’Umbria al centrodestra
Opinioni / L’alternativa all’oligarchia illiberale non è la paura ma la speranza
Ti potrebbe interessare
Opinioni / Metamorfosi di atteggiamenti e posture politiche: la “nostra” destra non si smentisce mai
Opinioni / Come il “campo largo” ha strappato l’Umbria al centrodestra
Opinioni / L’alternativa all’oligarchia illiberale non è la paura ma la speranza
Opinioni / Astensionismo record anche in Umbria ed Emilia-Romagna: così la democrazia diventa oligarchia
Esteri / Il trumpismo è un filo rosso che unisce “bifolchi” e miliardari
Esteri / Nemmeno a Trump conviene opporsi alla green economy
Opinioni / L'Europa ai tempi di Trump
Opinioni / Ma nella patria del bipartitismo non c’è spazio per i terzi incomodi (di S. Mentana)
Esteri / In Europa può rinascere dal basso un nuovo umanesimo contro la barbarie delle élites (di E. Basile)
Opinioni / Bruno Bottai: l'eloquenza del silenzio (di S. Gambino)