Berlusconi presidente della Repubblica? Siamo seri, per favore (di A. Stille)
Il tempo è stato generoso con Silvio Berlusconi. Quando nel 2011, a 75 anni, lasciò l’incarico di premier, tra processi penali e una crisi finanziaria fuori controllo, sembrava finito. Oggi, invece, dopo demagoghi come Donald Trump e Jair Bolsonaro, sembra uno statista di livello mondiale. Quanto siamo veloci a dimenticare.
Il presidente della Repubblica in Italia ha relativamente pochi compiti, ma è il tutore delle istituzioni e l’arbitro che garantisce con imparzialità che tutti rispettino le regole. Berlusconi ha dedicato gran parte della sua carriera politica a infrangere le regole e indebolire istituzioni indipendenti. Partiamo da un dato di fondo: ha subito una condanna definitiva che lo ha reso ineleggibile al Parlamento europeo. Ma questa è solo la punta dell’iceberg.
La carriera politica di Berlusconi si è basata sull’utilizzo delle istituzioni per tornaconto personale. È “sceso in campo” quando la sua azienda era sotto inchiesta e ha portato in Parlamento dirigenti di quella stessa azienda che rischiavano il carcere per far ottenere loro l’immunità parlamentare.
Nel processo All Iberian risultò che Berlusconi versò illecitamente 22 miliardi di lire a Bettino Craxi e al Partito socialista: c’è stata una condanna in primo grado, poi è sopraggiunta la prescrizione. La prescrizione lo ha salvato anche nel processo sulla cosiddetta compravendita del senatore Sergio De Gregorio: una tangente per convincerlo a cambiare schieramento politico e far cadere il secondo governo Prodi. Potrei andare avanti, ma i processi sono ventidue.
Il presidente della Repubblica dovrebbe essere una sorta di monarca democratico, una figura paterna per l’intero Paese. Forse dovremmo chiamarlo “Papi”, come il soprannome che fu dato a Berlusconi dall’allora teenager Noemi Letizia. Lo strano rapporto della ragazza con l’allora premier portò la moglie di Berlusconi a chiedere il divorzio.
Ci sarebbero “cene eleganti” al Quirinale? La sera dell’elezione di Barack Obama, Berlusconi ignorò un invito a partecipare a una festa all’ambasciata americana e tenne invece una festa alla quale l’imprenditore Gianpaolo Tarantini portò la prostituta Patrizia D’Addario. “Facendo l’escort pensavo di avere visto un bel po’ di cose, ma questa mi mancava: venti donne per un unico uomo”, raccontò poi D’Addario. Quando fu arrestata Karima El Mahroug, in arte Ruby Rubacuori – la teenager marocchina che aveva partecipato alle feste “bunga bunga” – Berlusconi telefonò alla Questura di Milano per farla rilasciare sostenendo che era la nipote del leader egiziano Hosni Mubarak. Presidente della Repubblica, ma siamo seri?
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