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Dopo Cuba, l’Albania: la lezione di solidarietà dei paesi poveri alle iene del Nord Europa

 

 

È così che stiamo imparando a conoscere, nel momento più duro, la solidarietà dei più poveri: “È vero che tutti sono rinchiusi nelle loro frontiere, e che paesi ricchissimi hanno voltato le spalle agli altri. Ma forse – ha detto nel suo bellissimo messaggio il premier albanese Edi Rama – proprio perché noi non siamo ricchi e neanche privi di memoria, non possiamo permetterci di non dimostrare all’Italia che l’Albania e gli albanesi non la abbandonano”. Se ci commuove così tanto, questo folgorante discorso di pochissimi minuti, è perché nell’orgia di parole e ipocrisia di queste ore, ha avuto il dono della verità e della semplicità.

Abbiamo avuto la solidarietà dei cinesi e il loro contingente a Milano – infatti – e persino una missione dei militari russi a Bergamo, abbiamo accolto il battaglione dei cubani a Crema, e adesso arrivano anche questi trenta medici albanesi nel nord Italia. Sanitari esperti che, se possibile, sono ancora più preziosi di altri, perché come è noto parlano e capiscono l’italiano. Abbiamo avuto la solidarietà concreta di queste missioni, che sono nate tutte fuori dai confini canonici di quel fazzoletto di ricchezza che chiamiamo “Occidente”, e di quel grande interrogativo che oggi si chiama “Europa”. Ma la domanda che ci si pone davanti, dopo le parole di Rama, è la stessa che che ci è stata suggerita dalle interviste di Ricardo Perez, il capo della Brigata dei medici cubani sbarcato in Lombardia pochi gironi fa. Se i piccoli paesi stanno facendo così tanto per noi, questo è il punto, perché i grandi fanno così poco?

La sensazione di stupore più grande ce l’ha regalata la risposta chiave di Perez, quando gli è stato chiesto quanto erano pagati i medici caraibici: “Noi – ha detto il cubano – non abbiamo discusso alcun tipo di pagamento. Noi siamo qui per collaborare, il governo italiano ci ha assicurato vitto e alloggio”. E poi, con decisione, e senza possibilità di equivoco: “La nostra azione in questa crisi è puramente solidale”. Faceva una certa impressione sentirlo dire dal responsabile di una brigata che è sbarcata all’aeroporto in divisa verde oliva, e che non aveva giacche a vento per proteggersi dal freddo della prima primavera padana, assai più rigida del primo inverno cubano. Questi medici, proprio come quelli albanesi, sono arrivato davvero, in senso fisico e letterale, ma anche evangelico, “Solo per servire”.

Come è noto i cremaschi hanno provveduto a regalare ai cubani protezioni adeguate, e nel giro di poche ore, la Brigata era perfettamente equipaggiata contro il freddo con piumini, guanti e berretti. Ma queste immagini, così simboliche e vivide, così francescane e spartane, contrastano davvero troppo con le altre notizie che abbiamo ricevuto, da parte dei Parisi “ricchi” ed europei: gli svedesi che ci prendono in giro (saremmo pavidi ed esagerati, nelle misure di contenimento che poi tutti hanno copiato), gli amici tedeschi e francesi che requisiscono forniture già pagate, gli austriaci che hanno chiuso i confini e bloccati persino dei carichi di merci, i cechi che si sono appropriati indebitamente di materiali e strumenti donati dalla Cina, addirittura marchiati con le etichette dell’amicizia italo-cinese.

E poi i più miserabili, i paesi del nord Europa a egemonia tedesca, con in testa la mosca cocchiera, il premier Rutte, quello secondo cui, “niente eurobond agli italiani, perché sono indebitati”. I cubani saranno stati anche poveri, e con i vestiti leggeri, ma sono gente che ha fatto l’esperienza peggiore sul campo: ha combattuto il nemico più feroce e temibile nella guerra dei virus, la pestilenza di Ebola, proprio nel cuore dell’Africa. E i militari russi – che secondo quanto scritto qualche imbecille potevano aveva secondi fini bellici – sono gli unici che hanno accettato di svolgere la missione più banale e pericolosa sul territorio: sanificate le case di cura degli anziani, quelle che altri consideravano pericolosissimi e inaccessibili focolai.

Ecco il punto di verità che Edi Rama ci ha rivelato: “Tanti hanno voltato le spalle”. E tanti, fra i più ricchi, ci hanno stupito con il loro egoismo rovesciato: mi spiace perché, anche se ho tanto, non posso fare nulla per te. Ecco perché diventa devastante e potente il segno di chi, applicando la legge di Edi Rama, pur avendo poco, ci regala moltissimo.

Leggi anche: 1. Albania-Italia: Il discorso del premier albanese (in italiano): “Non siamo ricchi ma non abbandoniamo l’Italia” / 2. Eurocrac: i prossimi camion di cadaveri vanno inviati ai paesi del nord Europa (di L. Telese) 

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