Adriana Volpe e Giancarlo Magalli, un amore da telenovela
“Se non è amore, dimmelo tu cos’è”, cantava un ispiratissimo Antonello Venditti ben prima di conoscere le peripezie televisivo/mediatiche di Giancarlo Magalli e Adriana Volpe. Ovvero l’ex coppia più litigiosa (da oggi anche su differenti poli dell’italiaco broadcasting) del piccolo schermo. Del resto per qualcuno il bello delle telenovele è che non finiscono mai.
Oggi, aprendo il suo spazio in “Ogni mattina”, il contenitore di Tv8 che ha appena lanciato insieme con Alessio Viola, Adriana ha indossato la sua espressione più grave e compunta rivolgendosi agli spettatori, ma anche direttamente al suo rivale, un tempo compagno di conduzione a “I fatti vostri” di Rai2: “Prima di iniziare” ha detto Volpe “vorrei fare una replica. Una replica a un messaggio, a un post che Giancarlo Magalli ha scritto e che oggi prontamente ha tolto. In questo messaggio c’era un emoticon con un gesto che è questo che vedete (sullo schermo si palesa il tondo faccione giallo col dito indice alzato sulla bocca, nda) dove si dice ‘Stai zitta! Ssshhh’. Eh, caro Giancarlo, questo gesto non me lo fai; perché hai provato tanti anni a farmi stare zitta, non ci sei mai riuscito e non ci riuscirai neanche oggi. Io sto vivendo questa bellissima avventura insieme a una squadra che stimo e a una rete in cui credo, e tu caro Giancarlo con questo gesto, ‘Ssshhh’, sempre a voler zittire, dimostri di non avere rispetto delle persone e di non avere rispetto delle donne, e questo non te lo permetto”.
Il burrascoso passato, fatto anche di avvocati, brucia ancora, insomma, è evidente, ma stavolta ha iniziato lui, l’ineffabile Magalli. Che ieri ha accompagnato l’emoticon della discordia con una cifra, 0,9, la quale incorporava uno sfottente e astioso riferimento alla ridotta share Auditel del programma di Adriana. Un contenitore che è appena iniziato, su una piccola rete che in quella fascia non ha ancora abitudine all’ascolto. Parlare di sgradevole e gratuito scivolone è poco. Ma tanto può il cripto amore di Giancarlo, che, invece di starsene tranquillo sulla placia di comando di una trasmissione, la sua, che il 3 dicembre prossimo compirà la bellezza di trent’anni (per giunta in quel della tv di Stato, che una parte d’Italia guarda da una vita senza cambiare canale, va detto anche questo), ancora se la prende con la sua ex compagna di viaggio. Stare insieme non si può, ma neanche vivere lontani. Un pensiero, magari maligno, c’è sempre. E lei, indomita, ribatte. Perché niente abbia mai fine. Magari c’è di mezzo la gelosia per quel pischello del Viola, così giovane, così brillante. Mannaggia.
Roba da far impallidire Liz Taylor e Richard Burton. Al nostro Giancarlo, che ancora non sopporta la rivolta di lei, desiderosa di più spazio, basta uno 0,9% per ringalluzzirsi di brutto (è la rivincita del catalogo Postal Market); e a lei non resta che impugnare di nuovo la spada, su nuove navi che fluttuano su inesplorate frequenze. Perché nulla resti impunito.
Come possa esistere un sentimento televisivo così forte e grande (ma secondo me c’è dietro anche una mai confessata stima reciproca, altrimenti non si spiegherebbe tanta conflittualità mai sopita), non è dato saperlo. Sembra una di quelle storie che i nonni raccontano volentieri ai nipoti. Una collezione Harmony da 1.276 torridi capitoli densi di passione lacerante. “Sai piccolo?”. “Dimmi nonno Giancarlo”. “Io e tua nonna Adriana litigavamo in continuazione, ci lasciavamo e ci prendevamo. Anche a male parole, se occorreva. Ma alla fine devo dirti che non è mai esistito nella tv italiana un amore grande come il nostro. Tutti ci invidiavano. Anche quelli che avevano solo Netflix e Amazon Prime Video”.