Zingaretti lancia la sua candidatura: “Unito, aperto e vicino a chi soffre: ecco come sarà il mio PD”
Il governatore del Lazio Nicola Zingaretti ha parlato alla Festa dell'Unità di Ravenna in un incontro moderato dal direttore di TPI Giulio Gambino
“Dobbiamo avviare una ricollocazione politica e sociale della sinistra, riacquistando la capacità di stare dentro alla società e scommettendo su un grande movimento popolare unitario. Negli ultimi anni c’è stato un drammatico rinculo organizzativo dietro un correntismo esasperato di gruppi, gruppetti, fondazioni che non servono all’Italia e non servono alle nostre idee per vincere”.
Dal palco della Festa dell’Unità di Ravenna, il governatore del Lazio Nicola Zingaretti ha lanciato la sua candidatura alla segreteria del Pd e ha spiegato qual è la sua idea di partito e di Italia. Lo ha fatto nel corso di un incontro moderato dal direttore di The Post Internazionale (TPI) Giulio Gambino, e a cui ha partecipato anche il coordinatore della Segreteria del Partito Democratico Matteo Mauri.
“Se abbiamo dimezzato i voti non è perché le persone non ci hanno capito, ma perché noi non abbiamo saputo cogliere la domanda di giustizia che viene dal paese – ha detto Zingaretti – Ora dobbiamo avviare una nuova stagione unitaria e una grande riforma del partito”.
A pochi giorni dell’evento che ha lanciato a Roma per la ricostruzione del centrosinistra (13 e 14 ottobre), Zingaretti ha spronato il PD a cambiare passo, prendendo coscienza degli errori commessi.
“Come ha detto Veltroni stamattina, l’unico segnale che ci viene dall’Italia è che dobbiamo sbrigarci, voltare pagina, imparare di nuovo a discutere senza litigare”.
Per il governatore del Lazio, il PD “ha avuto una visione edulcorata della globalizzazione. Una delle grandi novità della sinistra è tornare a incollare tra di loro due parole: la crescita e la redistribuzione dei diritti. Se non c’è crescita non c’è niente da dividere. Il primo punto del rilancio della sinistra deve essere quello di promuovere politiche che tengano insieme crescita ed equità, sviluppo e ridistribuzione equa della ricchezza”.
Per cambiare marcia, per Zingaretti è necessario abbandonare delle forme di “snobismo ed elitarismo” e mettersi in gioco anche laddove Lega e M5s costruiscono parte del loro consenso, ovvero in rete.
“Io credo che nella nuova forma-partito dobbiamo riuscire a mettere sullo stesso piano la capacità di tornare a essere popolari nelle vie e nelle strade e quella di saper usare gli strumenti più moderni per combattere sulla rete. Se Di Maio fa 3 milioni di visualizzazioni con il suo video pieno di fake news, noi dobbiamo rispondere un’ora dopo con un altro video che quelle fake news le denuncia e che di visualizzazioni ne fa 5 milioni”.
Ora però, per Zingaretti, c’è la possibilità di offrire un’alternativa al governo M5s-Lega: “Non dobbiamo pensare che se loro governano male poi la gente tornerà a votare noi: dobbiamo preparare un’alternativa, o loro alzeranno l’asticella contro le istituzioni per una deriva autoritaria dell’Italia”.
“Ci sono temi che dobbiamo affrontare: dobbiamo distruggere questa folle retorica del sovranismo, dobbiamo combattere per un’altra Europa più democratica ed affrontare i Cinque Stelle su un punto debolissimo della loro politica, ovvero la retorica dei cittadini”.
“Loro sostengono di rappresentare ‘i cittadini’ – ha spiegato il governatore del Lazio – ma non è così che funziona una democrazia. Sono i regimi autoritarie e le vecchie monarchie che avevano un re e un popolo indiscriminato. Una democrazia è fatta di differenze, ci sono i cittadini poveri e quelli ricchi, gli sfruttatori e gli sfruttati. Se il M5s è incapace di governare anche nei comuni è perché la loro è una retorica utile a prendere voti ma totalmente incapace a risolvere i problemi. È tra i cittadini che esiste il conflitto e noi dobbiamo schierarci”.
Quanto all’operato dell’esecutivo gialloverde, il governatore del Lazio è netto: “Se la prendono con gli ultimi per distrarre gli italiani e coprire le cose che non stanno facendo, e continueranno a cercare capri espiatori”.
“Ci si fossilizza su 100 immigrati e non si dice niente sulle migliaia di giovani italiani che stanno scappando dall’Italia perché qui non riescono più a vedere una prospettiva di vita. Dobbiamo essere noi a cambiare l’agenda politica, dobbiamo pretendere politiche sull’università, sul diritto alla casa, sulla natalità”.
“Nelle ultime 48 ore – ha proseguito Zingaretti – sono uscite almeno tre notizie allarmanti: il prodotto interno lordo dell’Italia sta diminuendo, i capitali fuggono all’estero perché nessuno si fida delle prospettive politiche di questo paese, lo spread è aumentato e questo vuol dire che avremo bisogno di miliardi di euro per coprire i vuoti di bilancio”.
Il PD che vuole Zingaretti, però, pur collocandosi saldamente nel perimetro dell’Europa, deve avere un atteggiamento di critica costruttiva e non di adesione fideistica alle politiche europee: “Salvini si fa le foto con Orban, che è un nazionalista, vuole distruggere l’Europa ed è un nemico degli interessi italiani. Noi dobbiamo scommettere sul patriottismo europeo, ma non schiacciarci su una difesa acritica dell’Europa, comprese le cose che non funzionano”.
“A pochi mesi dalle elezioni europee dovremmo lanciare una grande petizione raccogliendo le firme di 100milioni di cittadini per chiedere l’elezione diretta del presidente degli Stati Uniti d’Europa, per avere finalmente un’Europa democratica e politica”.
“Sono appena stato in vacanza una settimana e la cosa più bella sono state tutte le persone che mi hanno fermato chiedendomi di fare qualcosa – ha concluso Zingaretti – Le persone vogliono tornare ad impegnarsi. Dobbiamo capire che è tornato il tempo della battaglia politica e offrire strumenti per condurre questa battaglia. Questo intendo quando sostengo che va ricostruito il partito e va creata una grande alleanza politica popolare che combatta la destra. È così che possiamo tornare a vincere”.