Vodafone, stop a sms e chiamate promozionali a chi non dà il consenso
Il Garante della privacy ha accertato in un anno e mezzo 2 milioni di chiamate e 22 milioni di sms irregolari
La compagnia telefonica Vodafone non potrà più inviare sms o effettuare chiamate a scopo di marketing verso chi non abbia espresso il proprio consenso a riceverne.
Lo ha stabilito il 4 aprile 2018 il Garante della privacy, che si è pronunciato al termine di una indagine partita dalle numerose segnalazioni arrivate da persone che lamentavano frequenti messaggi e chiamate al loro numero.
L’Autorità presieduta da Antonello Soro ha accertato che nel corso dei 18 mesi presi in considerazione per l’indagine, sono state effettuate nell’interesse di Vodafone fino a 2 milioni di telefonate promozionali e inviati circa 22 milioni di sms senza un valido consenso degli interessati.
Destinatari di questa attività di marketing sono stati sia clienti attuali, sia potenziali, compresi coloro che da Vodafone sono passati a un’altra compagnia telefonica.
Le offerte commerciali indesiderate venivano rivolte a utenti che non avevano manifestato il loro consenso al trattamento dei propri dati personali per finalità di marketing, ma anche a chi aveva avevano espressamente richiesto di non ricevere informazioni di quel tipo o che si avevano addirittura fatto espressa richiesta di cancellazione dei propri contatti dai database di Vodafone e dei call center coinvolti.
Secondo quanto emerso dall’indagine del Garante, quando una persona esprimeva con chiarezza il rifiuto a ricevere promozioni, gli operatori ne prendevano nota con la frase “non chiamare mai più, ma la compagnia telefonica considerava la richiesta solo come una mera sospensione del consenso, continuando a contattare l’utente per le successive campagne promozionali.
L’Autorità ha perciò vietato a Vodafone l’ulteriore trattamento per finalità di marketing dei dati personali in assenza del consenso espresso degli utenti e imposto di adottare in tempi brevi “tutte le necessarie misure tecnico-organizzative volte a registrare immediatamente e correttamente l’opposizione al trattamento”.
Il Garante ha anche stabilito che la compagnia dovrà procedere a una verifica puntuale delle modalità con cui acquisisce il consenso dagli interessati.
La replica di Vodafone
In una nota Vodafone spiega che “a seguito delle verifiche ispettive relative alle condotte realizzate nel periodo gennaio 2016-giugno 2017” la compagnia “ha già messo in atto, a partire dall’estate 2017, misure volte ad evitare contatti indesiderati nei confronti della clientela”.
Vodafone, inoltre sottolinea di essere “attualmente impegnata in un articolato programma di adeguamento alla nuova normativa europea” e di voler “garantire una piena conformità alle disposizioni in materia di trattamento dei dati personali”.