La vicina di casa gli affida la figlia 14enne e lui la violenta ripetutamente: “L’ho fatto con dolcezza”
I fatti risalgono al 2012. L'uomo avrebbe costretto la giovane a rapporti completi non protetti
Ha violentato la figlia della vicina, ma l’ha “fatto con dolcezza”. Si fidava ciecamente di lui, per questo gli affidava ogni sera la custodia dei suoi due figli, mentre lei si allontanava da casa per andare a lavoro. Lui, 30 anni, metteva a letto il più piccolo, di 10 anni, e poi abusava della più grande, di 14 anni. violenza figlia vicina dolcezza
I fatti risalgono a sei anni fa. Ci troviamo a Conegliano, in provincia di Treviso, e, secondo quanto riportato dal quotidiano locale la Tribuna di Treviso, la madre della giovanissima vittima è venuta a conoscenza delle ripetute violenze solo mesi dopo.
Davanti ai giudici, il trentenne si sarebbe difeso sostenendo che sì, aveva abusato ripetutamente della ragazzina, ma l’aveva “fatto con dolcezza”. La madre della 14enne avrebbe scoperto quello che succedeva in casa durante la sua assenza solo perché la ragazzina avrebbe rivelato a un’amica di famiglia quello che subiva.
Come si legge sui giornali locali, gli abusi sessuali ai danni della giovane si sarebbe consumati tra l’ottobre del 2012 e il febbraio dell’anno successivo. Gli incontri non avvenivano sempre a casa della donna che usciva per andare a lavoro, ma nell’abitazione dell’allora trentenne, sul divano, come si specifica.
All’inizio la giovane non riusciva a confessare quello che era costretta a subire ogni sera. Ma la situazione era diventata insostenibile e la 14enne a un certo punto ha finito per sfogarsi con con una amica di famiglia.
A quel tempo, la ragazzina – che oggi ha venti anni – si era confidata con la donna raccontando ogni dettaglio di quello che succedeva con il trentenne. A quel punto la donna non ha potuto non riferire alla madre dell’allora 14enne quello che aveva scoperto.
Il vicino è stato costretto a confessare alla donna di aver avuto ripetuti rapporti sessuali completi non protetti con la figlia. L’uomo avrebbe provato a difendersi sostenendo di aver “fatto piano”. È stato condannato a nove anni di reclusione, poi la Corte d’Appello ha ridotto la pena a sette anni e mezzo.
Secondo quanto si apprende, inoltre, la ragazzina al tempo avrebbe contratto anche un’infezione, non grave.