Un vicesindaco leghista ha gettato nel cassonetto le coperte di un senzatetto
L'uomo, travolto dalla bufera sui social, ha poi spiegato il suo gesto
Fa discutere il gesto compiuto dal leghista Paolo Polidori, vicesindaco di Trieste. L’uomo, infatti, ha gettato nella spazzatura i panni usati da un senzatetto, probabilmente di origini romene, che si sposta continuamente in città. “Sono passato in via Carducci, ho visto un ammasso di stracci buttati a terra… coperte, giacche, un piumino e altro – ha scritto Polidori in un post su Facebook, poi rimosso – Non c’era nessuno, quindi presumo fossero abbandonati. Da normale cittadino che ha a cuore il decoro della sua città, li ho raccolti e li ho buttati, devo dire con soddisfazione, nel cassonetto: ora il posto è decente. Durerà? Vedremo! Il segnale è: tolleranza zero! Trieste la voglio pulita!”.
Il leghista ha poi aggiunto: “Sono andato subito a lavarmi le mani. E adesso si scatenino pure i benpensanti, non me ne frega nulla!”.
Sui social, dove il leghista è già molto noto, subito è scoppiata la polemica: gli indumenti, seppur malridotti, avrebbero riparato l’uomo senza fissa dimora dal freddo. Ma il leghista in un primo momento non si è lasciato travolgere dalla bufera anche perché, nell’agosto 2018, ha sgomberato di notte una decina di migranti che si trovava sulle Rive da diversi giorni. L’episodio è stato ripreso con un cellulare e addirittura trasmesso in diretta sul web.
Il vicesindaco di Trieste, però, ha poi spiegato la sua azione all’agenzia Dire. “Se c’è la persona lì, ovviamente non vado a portarle via le cose”. E sul senzatetto ha anche detto: “È un uomo già attenzionato dai servizi sociali più volte, e più volte ha rifiutato di essere messo in una struttura protetta dove io mi ero mosso per farlo andare”.
“Nessuno va oggi a Trieste, se non volontariamente, a dormire sotto le stelle senza un pasto caldo e senza potersi lavare”, ha commentato il leghista. “Quindi ripeto: la possibilità di essere accolto c’è, non si può tollerare che le persone possano dormire così in strada. Non si può accettare una condizione di degrado così a Trieste, né in un caso o in dieci o in cento, se non vogliamo avere un accampamento a cielo aperto nella nostra città. Questo è una condizione che io combatto, sempre nei limiti della solidarietà, dell’umanità e del soccorso”.