Nuova Via della Seta, il Governo diviso sull’intesa con la Cina
Il progetto divide gli alleati di Governo e gli stessi membri della Lega
Tra i vari dossier che dividono gli alleati di Governo si è inserito da alcuni giorni anche quello sulla Nuova via della Seta, la rotta commerciale che partendo dalla Cina dovrebbe arrivare in Ue e in Italia.
Roma e Pechino sarebbero pronte a firmare l’accordo quadro per la “Belt and Road Initiative” in occasione della visita in Italia del presidente cinese Xi Jinping a fine marzo.
Il caso, come detto, divide la maggioranza e la stessa Lega al suo interno.
A sostenere l’adesione dell’Italia al progetto sono principalmente i 5 Stelle, che fanno appello al desiderio delle aziende italiane di “entrare nel mercato cinese anziché subirlo”, secondo quanto affermato dal leader politico Luigi Di Maio.
Di diverso parere però la Lega, o per lo meno la maggioranza dei suoi esponenti.
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, ha ventilato l’ipotesi di bloccare il progetto “per tutelare gli interessi strategici del paese che vengono prima di tutti gli altri”.
Al centro delle preoccupazioni del Carroccio ci sono soprattutto il nodo delle telecomunicazioni e l’affidamento all’azienda cinese Huawei della tecnologia del 5G.
Sull’argomento un commento è arrivato anche da palazzo Chigi, che cerca di mediare tra le posizioni dei due alleati.
“Massima attenzione alla difesa dei nostri interessi nazionali, alla protezione delle infrastrutture strategiche, incluse quelle delle telecomunicazioni, e quindi alla sicurezza cibernetica”.
“Il Memorandum”, spiegano ancora, “non costituisce un accordo internazionale, ma fissa solo coordinate per la collaborazione tra Italia e Cina sulla base di criteri di trasparenza, sostenibilità finanziaria ed ambientale”.
La presidenza del Consiglio vede nella Nuova via della Sera “un’opportunità per l’Italia e per la Ue. Rappresenta un volano per la crescita economica”, anche se il governo vuole continuare ad agire nel quadro della “Unione europea senza ridisegnare rapporti politici e la collocazione euro atlantica del nostro paese”.
La Lega continua però a mostrarsi reticente sull’adesione dell’Italia. “Il trattamento dei dati sensibili è un tema di sicurezza e interesse nazionale, quindi il discorso delle Tlc e del trattamento dei dati sensibili non può essere solo meramente economico”, ha affermato Matteo Salvini.
“Disponibili a ragionare con chiunque se si tratta di aiutare le imprese italiane ad investire all’estero ma no alla colonizzazione dell’Italia da parte di potenze straniere”.
Non tutti all’interno della Lega condividono le posizioni del vicepremier. Uno dei più grandi sostenitori della Nuova via della Seta infatti è il sottosegretario del Mise Michele Geraci.
La spaccatura interna al Carroccio “sorprende” i 5 Stelle. “Leggiamo Salvini che parla di colonizzazione, ed evidentemente non conosce o non ha letto il Memorandum of Understanding, mentre il sottosegretario Geraci sostiene fortemente l’intesa”, è la dichiarazione rilasciata all’Ansa da fonti ufficiali del M5s.
“Dispiace dunque di questa frattura interna, perché fa male alle nostre imprese e al Made in Italy. Stiamo lavorando perché le imprese e le associazioni di rappresentanza ci chiedono uno sforzo per portare l’Italia nel mercato cinese e non subirlo”.
Sul progetto pesano anche le critiche che giungono sia dall’Unione europea, che vuole che i paesi membri si attestino su una posizione comune nei rapporti con la Cina, sia dagli Stati Uniti, preoccupati per la sicurezza delle telecomunicazioni e dei dati.
Il nodo Tav è ormai risolto, ma la tenuta del Governo è ancora in pericolo: il nuovo dossier che divide gli alleati