Trentenne parte con moglie e figlio per incontrare una escort, ma finisce minacciato con una katana
Protagonista della vicenda è un trentenne di Verona, che, al culmine di una discussione con la donna, si è trovato davanti un 37enne armato di spada
Al telefono avevano pattuito il luogo, l’ora e la cifra. Si sarebbero dovuti vedere in un appartamento a Trieste e l’incontro sessuale sarebbe costato all’uomo 300 euro. Tutto deciso, un 30enne di Verona si è messo in macchina ed è partito alla volta della città, a quasi tre ore da casa.
Non è partito da solo, però: ad accompagnarlo c’erano la moglie e il figlio, ignari di tutto. Una storia, quella raccontata dai quotidiani locali, dai contorni poco chiari sin dall’inizio che diventano sempre più confusi. Una volta arrivata a destinazione, infatti, la famiglia si è divisa. Lui si è diretto verso l’appartamento per incontrare la escort, lei è rimasta ad attenderlo con il figlio.
Una volta consumato il rapporto, l’uomo ha iniziato a discutere con la donna perché non era più intenzionato a pagare quei 300 euro pattuiti, ma era disposto a sborsarne al massimo 160. Quello che l’uomo non sapeva, però, era che nella stanza accanto era nascosto un amico della escort. Non solo: il 37enne in questione era armato di una katana, la classica spada da samurai.
Ascoltata la discussione, l’uomo ha fatto irruzione nella stanza e ha intimato l’uomo a pagare tutta la cifra pattuita. A quel punto l’uomo si è visto costretto a chiamare la moglie e a chiederle di recapitargli i soldi mancanti. Lei, ovviamente, non era a conoscenza di cosa fosse andato a fare il marito in quell’appartamento di Trieste.
Il pubblico ministero Federico Frezza ha aperto un fascicolo sulla vicenda, che è accaduta lo scorso aprile. Il 37enne triestino con la katana è indagato per rapina armata, ma a finire sotto la lente di ingrandimento della giustizia è anche il trentenne di Verona che aveva con sé un coltello affilato.
Il pm ha richiesto per entrambi il rinvio a giudizio. Quello che la magistratura dovrà capire è se la presenza del 37enne con la spada nell’appartamento di Trieste prefiguri un favoreggiamento alla prostituzione della presunta escort. Lei, che di solito fa la babysitter.