Un Paese in coma
Alle elezioni italiane c'è in gioco il futuro dell'euro. La speranza è che Monti guidi il governo con il centrosinistra, scrive il Suddeutsche Zeitung
Un Paese in coma
“Alle elezioni in Italia c’è in gioco il futuro dell’euro, non solo la ripresa del Paese. Ebbene l’Italia è in continua discesa economica, morale e sociale”, commenta Suddeutsche Zeitung.
Secondo l’editorialista Ulrike Sauer, raramente in Europa il consenso è stato così unanime: tutti hanno paura del ritorno di Berlusconi. Se il professor Monti ha operato d’urgenza e con successo, il paziente non sembra ancora risvegliarsi dal coma e la discesa dell’Italia continua senza freni.
Questa Italia può essere davvero risanata? Chi oggi può ancora credere che l’Italia possa adempiere al fiscal compact e ridurre di 150 miliardi il debito entro il 2015? L’opinionista del giornale bavarese poi passa all’attacco: in campagna elettorale di questo non ha parlato nessuno.
Il bilancio dell’era Monti è ambivalente, le attese erano molto alte e il tempo sicuramente poco. Il livello di vita nella terza economia dell’euro è tornato indietro di 27 anni, le tasse sono al 55 per cento e questo pesa gravemente sulla competitività del sistema Paese.
Si può continuare con questa politica del rigore? Gli italiani si stanno ribellando al diktat del risparmio europeo e, secondo i sondaggi, il 40 per cento degli elettori voterà per forze euroscettiche. Questo è il vero problema in un Paese da sempre europeista convinto.
Per l’osservatore tedesco il populismo dilaga in questa campagna elettorale e sarà chi urla più forte ad avere maggiori possibilità di spuntarla. Tuttavia, secondo il giornale di Monaco, la speranza è che la coalizione di centro-sinistra, sostenuta dalla lista Monti, possa formare un governo stabile.
Bersani è definito un pragmatico, ma anche riformatore. In Germania ricordano le liberalizzazioni che ha portato avanti come ministro di Prodi. Purtroppo, però, oggi è proprio l’esperienza dell’Ulivo a mettere in imbarazzo le forze di centro-sinistra, che devono riuscire a liberarsi di quell’eredità se vogliono governare.