Un atelier al monastero
Nel monastero di S. Rita a Cascia suor Maria Laura aiuta le spose a trovare l'abito dei loro sogni. L'articolo del New York Times
In un paese famoso per la moda e gli abiti firmati, suor Maria Laura gestisce uno degli atelier più improbabili d’Italia presso il monastero di S. Rita, un complesso medievale arroccato sulle colline dell’Umbria centrale, a Cascia.
“Se hai un sogno e noi possiamo farlo diventare realtà, facciamo del nostro meglio”, ha detto suor Maria Laura, una monaca agostiniana di clausura, al New York Times. Il quotidiano statunitense ha scelto di raccontare la singolare storia del monastero, una volta dimora di Santa Rita, che è stata sposa e poi vedova prima di prendere i voti circa seicento anni fa.
Per secoli il monastero è stato un luogo di pellegrinaggio per le donne italiane, che vengono a pregare la santa affinché protegga i loro matrimoni. Col tempo alcune spose hanno iniziato a portare i loro abiti nuziali come offerta di ringraziamento. Così è nata una vera e propria collezione di oltre cento abiti da sposa, di varie taglie e stili, che tutti possono venire a provare su appuntamento. Molte spose fanno donazioni come segno della loro gratitudine, ma altre non lasciano nulla.
“Se non riesco a trovarlo qui, non posso permettermi di comprarne uno”, racconta Chiara Cariolato, 21 anni, che proviene da una famiglia di sei persone. Il monastero operava inizialmente come deposito di abiti da sposa di seconda mano, frequentato soprattutto da giovani donne provenienti da famiglie svantaggiate. Ma ora, come conseguenza della crisi, ciò che è iniziato come un atto di carità per giovani donne in difficoltà è diventata una scelta alla moda per un numero crescente di spose che vogliono mantenere basse le spese per il loro matrimonio.
L’atelier è diventato quindi un lavoro a tempo pieno per suor Maria Laura, che prima di scegliere la vita monastica lavorava come sarta nell’azienda di famiglia, a Lucca. Lei sa individuare subito se sia possibile modificare un abito da sposa, e quale lavoro il sarto debba fare. Nel corso degli anni ha vestito spose molto diverse: donne cieche, ragazze incinte, anche spose che hanno optato per un matrimonio civile, ed è consapevole dell’importanza che la scelta dell’abito riveste per loro, ma è convinta di poter trovare il vestito giusto per quasi ogni sposa.
“Anche se l’Italia è alle prese con una crisi economica, le aspettative – sia finanziarie che emotive – sui matrimoni rimangono elevate”, riporta Gaia Piangiani sul New York Times, “Sebbene il numero di matrimoni sia diminuito secondo l’Istat del 16 per cento tra il 2005 e il 2012, alcune ricerche mostrano che i prestiti richiesti per affrontare le spese di un matrimonio sono aumentati del 41 per cento negli ultimi due anni”.