La scena di stupro che ha messo sotto accusa Marlon Brando e Bernardo Bertolucci
Dopo 44 anni, il film Ultimo tango a Parigi crea ancora polemiche, relative alla non consensualità in una scena di sesso dell'attrice protagonista Maria Schneider
ULTIMO TANGO A PARIGI – Il 26 novembre 2018 è morto il regista Bernardo Bertolucci: aveva 77 anni.
Bertolucci era un noto poeta, documentarista, regista, produttore, polemista, autore per eccellenza del cinema italiano, personaggio famoso nel cinema internazionale.
Bertolucci, nel corso degli anni, ha ricevuto diversi attacchi in rete da parte di volti noti del cinema, così come da giornalisti e persone comuni, riguardo a un presunto caso di sessismo (da alcuni definito senza mezzi termini “stupro”) risalente a quarant’anni fa.
Per fare chiarezza su questo episodio e sullo scandalo che ne è scaturito, abbiamo ricostruito la vicenda nella sua interezza:
I protagonisti
Bernardo Bertolucci era un regista italiano nato a Parma nel 1941. Emerso negli anni Sessanta come allievo di Pier Paolo Pasolini, Bertolucci ha firmato film come Novecento (1976), con Robert De Niro e Gérard Depardieu, The dreamers (2003), sulle contestazioni parigine del Sessantotto, e L’ultimo imperatore (1987), che nel raccontare la storia di Aisin Gioro Pu Yi, ultimo regnante prima della rivoluzione maoista, si è aggiudicato nove premi Oscar.
Bertolucci è noto soprattutto per Ultimo tango a Parigi, un film drammatico del 1972 a sfondo erotico che causò uno scandalo senza precedenti.
Marlon Brando è un attore statunitense nato nel 1924 e morto nel 2004. È considerato uno dei più grandi attori americani, e noto a partire dagli anni Cinquanta con film come Fronte del porto, che gli valse il primo Oscar come miglior attore protagonista, Un tram che si chiama desiderio e Il selvaggio.
Nei primi anni Settanta ebbe un grandissimo ritorno di fama grazie alla sua partecipazione nel Padrino di Francis Ford Coppola e in Ultimo tango a Parigi.
Maria Schneider è un’attrice francese nata nel 1952 e morta nel 2011, a 58 anni. Raggiunse diciannovenne la celebrità internazionale, quando, da pressoché sconosciuta, fu scelta come coprotagonista di Ultimo tango a Parigi accanto al già notissimo Brando.
L’attrice lavorerà in seguito anche con Michelangelo Antonioni, in Professione: Reporter, al fianco di Jack Nicholson, e continuerà a recitare fino alla fine degli anni Duemila, senza raggiungere il
successo di fama del suo primo film da protagonista, che in diverse occasioni ha dichiarato di odiare a causa dell’immagine di giovane disinibita che diede di lei.
Ultimo tango a Parigi
Nel 1971 Bernardo Bertolucci era un regista in attività da dieci anni, reduce dal suo primo vero successo internazionale, Il conformista, che era stato accolto con entusiasmo soprattutto negli Stati Uniti. Bertolucci era noto per le tematiche delle sue pellicole, spesso a sfondo sessuale, psicanalitico, morboso e provocatorio.
Il titolo del suo nuovo film era Ultimo tango a Parigi, e la trama riguardava un appartamento sfitto a Parigi, dove un vedovo quasi cinquantenne (Brando) e una donna diciannovenne (Schneider) si
incontravano per caso e senza neanche rivelarsi i propri nomi iniziavano una storia di sesso, che li portava a perdersi nel lato più morboso e estremo di se stessi.
Questo il trailer del film:
Il film fu accolto da uno scandalo senza precedenti, in Italia e all’estero, ma da altrettanto successo di pubblico, che lo rese uno dei film più visti dell’anno.
Anche la critica, seppur divisa, fu generalmente favorevole, plaudendo l’eleganza della messa in scena, la prova degli attori, le musiche di Gato Barbieri e il senso incombente di dramma e perdizione
presente in quella relazione priva di romanticismo.
Non furono così clementi le autorità italiane, che condannarono il film, per offesa al comune senso del pudore, a causa delle molte scene a sfondo sessuale e dei dialoghi considerati
offensivi della morale. Allo stesso Bertolucci, come autore del film, furono revocati i diritti politici per cinque anni.
In particolare fece molto scalpore una scena, diventata la più nota del film e citata innumerevoli volte negli anni seguenti. Si tratta della sequenza in cui Paul, il personaggio interpretato da
Marlon Brando, usa del burro come lubrificante prima di avere un rapporto anale non consenziente con Schneider, che fu costretta a ripetere frasi contro la sacralità della famiglia mentre è costretta a terra dal partner.
Questa la scena (attenzione, contenuti forti):
L’intervista di Maria Schneider
Nel 2007, durante un’intervista al quotidiano britannico Daily Mail, Maria Schneider fece alcune dichiarazioni in merito al film. Secondo l’attrice, Bertolucci sarebbe “un regista sopravvalutato”, e lo definì “grasso, sudato e manipolatore”, facendo presente di essersi sentita “un po’ violentata” durante le riprese della scena del burro.
“Quella scena non era nella sceneggiatura originale. La verità è che fu a Marlon che venne l’idea”, dichiarò l’attrice in quell’occasione. “Me ne parlarono solo poco prima di girarla, e io ero davvero arrabbiata per questo. Avrei dovuto chiamare il mio agente o il mio avvocato, perché non si può costringere qualcuno a fare qualcosa che non è nel copione, ma a quel tempo non lo sapevo. Marlon mi disse: ‘Maria, non ti preoccupare, è solo un film’, ma durante la scena, anche se ciò che Marlon stava facendo non era vero, io piansi lacrime vere”.
“Mi sono sentita umiliata e a essere onesti un po’ violentata, da Marlon e da Bertolucci”, ha continuato l’attrice. “Dopo la scena, Marlon né mi consolò né mi chiese scusa. Fortunatamente, fu girata in un solo ciak”.
Molti all’epoca credettero che le scene di sesso tra Brando e Schneider fossero reali, ma in quella stessa intervista l’attrice lo ha negato: “Niente affatto. Non c’era attrazione tra noi. Per me, era più simile a una figura paterna. Rimanemmo amici fino alla fine, anche se per un po’ non riuscimmo a parlare del film”.
Schneider confessò che la fama derivata del film, e il fatto che la gente la associasse a quel personaggio così disinibito,
la portò ad avvicinarsi alle droghe, a un tentativo di suicidio e a un
esaurimento nervoso.
Le dichiarazioni di Bertolucci
Nel febbraio 2013, Bernardo Bertolucci era ospite presso il
programma televisivo olandese College Tour, durante il quale parlò del film e
in particolare della famosa scena del burro, ormai a due anni di distanza dalla
morte di Schneider.
“Povera Maria, è
morta due anni fa e io sono stato incredibilmente triste perché dopo l’uscita
del film non ci siamo più visti, mi odiava”, aveva dichiarato il regista italiano. “La ‘scena del burro’ nacque
da un’idea che io ebbi insieme a Marlon la mattina stessa prima di girarla.
Nella sceneggiatura c’era scritto che lui avrebbe dovuto stuprarla, in un certo
senso, e mentre facevamo colazione vedemmo una baguette e del burro, e senza
dire nulla ci guardammo e capimmo cosa volevamo.
“Ma in un certo senso io mi sono comportato in modo orribile con Maria, perché non le dissi cosa sarebbesuccesso, visto che volevo la sua reazione come ragazza e non come attrice”, ha confessato nell’intervista Bertolucci. “Volevo che sembrasse umiliata, e credo che per questo odiò me e Marlon, perché non le dicemmo del dettaglio del burro usato come lubrificante. Mi sento ancora molto in colpa per questo”.
Bertolucci rispose: “No. Mi sento in colpa ma non me ne pento. Per fare un film, a volte è necessario essere completamente liberi per ottenere qualcosa, credo”, rispose il regista, alla domanda dell’intervistatore olandese sul suo essersi pentito di aver girato quella scena in quel modo. “Non volevo che Maria recitasse la sua umiliazione e la sua rabbia, volevo che le provasse. E per questo mi ha odiato per tutta la vita”.
Questa l’intervista televisiva:
Lo scandalo tre anni dopo
Il 23 novembre 2016 El Mundo de Alycia, il sito di un’associazione no profit spagnola, ha pubblicato in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne un articolo corredato dal video sottotitolato in spagnolo dell’intervista di Bertolucci (già reperibile su YouTube dal 2013), accusando il regista e denunciando la sua ammissione di colpevolezza.
Nei giorni successivi, alcune testate statunitensi hanno ripreso la notizia e il video, che a differenza della sua prima apparizione del 2013 ha questa volta avuto una grandissima eco, con diversi giornali e celebrità hollywoodiane che si sono scagliate contro Brando e Bertolucci.
“Non guarderò più questo film, Bertolucci o Brando allo stesso modo”, ha per esempio dichiarato su Twitter Chris Evans, interprete di Capitan America nei film Marvel. “Tutto questo è oltre il disgustoso. Mi sento infuriato”.
“A tutte le persone che amano questo film: state guardando una 19enne stuprata da un uomo di 48 anni”, ha commentato con un tweet Jessica Chastain, vista in Interstellar o The Tree of Life. “Il regista aveva pianificato la violenza. Che schifo”.
Lunedì 5 dicembre 2016 Bertolucci ha reagito all’ondata di recenti accuse con una dichiarazione, che riportiamo:
“Vorrei, per l’ultima volta, chiarire un ridicolo equivoco che continua a riportare Ultimo tango a Parigi sui giornali di tutto il mondo. Qualche anno fa, alla Cinematèque Française, qualcuno mi ha chiesto dettagli sulla famosa ‘scena del burro’. Io ho precisato, ma forse non sono stato chiaro, di avere deciso insieme a Marlon Brando di non informare Maria che avremmo usato del burro. Volevamo la sua reazione spontanea a quell’uso improprio. L’equivoco nasce qui. Qualcuno ha pensato, e pensa, che Maria non fosse stata informata della violenza su di lei. Falso! Maria sapeva tutto
perché aveva letto la sceneggiatura, dove era tutto descritto. L’unica novità era l’idea del burro. È quello che, come ho saputo molti anni dopo, offese Maria, non la violenza che subisce nella scena e che era prevista nella sceneggiatura del film. È consolante e desolante che qualcuno sia ancora così naïf da credere che al cinema accada per davvero quello che si vede sullo schermo. Quelli che non sanno che al cinema il sesso viene (quasi) sempre simulato, probabilmente, ogni volta che John Wayne spara a un suo nemico, credono che quello muoia per davvero”.
Oggi 7 dicembre anche Vittorio Storaro, direttore della fotografia del film e più volte collaboratore di Bertolucci, ha sostenuto la
versione del regista in un’intervista all’Hollywood Reporter:
“Si tratta di una faccenda messa in piedi da alcuni giornalisti ignoranti”, ha dichiarato Storaro in un’intervista all’Hollywood Reporter. “Sono stato davvero
disgustato da quanto è stato scritto, perché è tutto falso. Io ero lì, stavamo girando un film, non qualcosa di reale. Ero lì con due macchine da presa e non è successo niente, nessuno è stato stuprato davvero. È possibile che Bertolucci non abbia menzionato un dettaglio a Maria, ma lei sapeva benissimo cosa stava facendo”.