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Home » News

Trieste, la Lega contro il manifesto di Marina Abramovic per la Barcolana

Immagine di copertina
Il manifesto di Marina Abramovic per la Barcolana

Il vicesindaco Polidori definito l'opera "orribile", ha avvertito che non sarà esposta in città e ha minacciato di togliere i finanziamenti all'evento

A Trieste sta suscitando polemiche il manifesto realizzato dall’artista montenegrina Marina Abramovic per la Barcolana, storica regata che si tiene ogni anno nel golfo triestino e che rappresenta uno degli appuntamenti più attesi dell’anno nella città giuliana.

All’amministrazione comunale, guidata dal centrodestra, il poster non è piaciuto. Il vicesindaco, il leghista Paolo Polidori, ha definito l’opera “orribile”, ha avvertito che non sarà esposta in città e ha minacciato di togliere i finanziamenti all’evento.

Nel manifesto si vede la stessa Abramovic che regge una bandiera con scritto “We are all in the same boat”, traduzione del famoso proverbio “siamo tutti nella stessa barca”.

L’opera è stata commissionata dalla società che organizza la Barcolana, la Svbg, e dal principale sponsor della regata, l’azienda triestina di caffè Illy, il cui presidente è Andrea Illy, fratello di Riccardo, ex sindaco di Trieste ed ex governatore della Regione Friuli Venezia Giulia con il centrosinistra.

Quando il poster fu svelato, a inizio luglio, il vicesindaco Polidori era intervenuto su Facebook parlando di “strumentalizzazione politica”.

“Inaccettabile, di pessimo gusto, immorale che si faccia propaganda politica con una manifestazione, la Barcolana, che appartiene a tutta la città!”, aveva scritto.

“Mi sto muovendo per farmi consegnare la convenzione stipulata con il Comune di Trieste. Se ci dovesse essere qualche margine di manovra per rinsavire da questa becera strumentalizzazione politica, ebbene, da assessore ai grandi eventi, si sappia che lo utilizzerò fino in fondo!”, aveva aggiunto.

Qualche giorno dopo, il 9 luglio, il Comune di Trieste aveva diffuso una nota in cui affermava di non aver apprezzato la scelta comunicativa di Svbg e di aver concordato con la società organizzatrice dell’evento, dopo un incontro, “sull’importanza di non dividere, ma di unire le persone attorno alla grande festa della Barcolana”.

Il caso è riesploso dopo un’intervista rilasciata da Polidori al quotidiano La Repubblica mercoledì 7 agosto.

“Con gli organizzatori sono stato chiaro: o sparisce quell’orrore, o salta la convenzione con il Comune. Significa stop a 30mila euro di finanziamenti, Frecce Tricolori, permessi per l’occupazione del suolo pubblico, sicurezza”, ha ripetuto il vicesindaco, sottolineando di aver ricevuto i complimenti dal governatore della Regione, il leghista Massimiliano Fedriga, e dai vertici del partito.

Poche ore dopo lo stesso Polidori è tornato sulla vicenda su Facebook, ripubblicando il comunicato stampa del 9 luglio e aggiungendo: “Sembra che qualcuno si svegli dal torpore, facendo passare la notizia di una questione che è già stata risolta un mese fa!”.

Il vicesindaco ha voluto meglio chiarire: “Il manifesto, che continuo a definire ‘horrendum opus’, opera orribile nonché strumentalmente politica, come d’accordo non sarà presente sul territorio di Trieste, che è (utile rimarcarlo) limite della competenza di questa amministrazione!!”.

Interpellato dal quotidiano triestino Il Piccolo, il sindaco Roberto Dipiazza (ex Forza Italia, sostenuto dal centrodestra) ha provato a smorzare i toni.

“Non togliamo i fondi alla Barcolana, c’è un accordo a quello ci atteniamo. Con la società ci siamo già chiariti e di fatto ora non c’è nessun caso. A mio parere la parole di Polidori sono state travisate”, ha detto.

“Se poi mi si chiede cosa penso del manifesto, non mi entusiasma, e a suo tempo l’ho detto anche ad Andrea Illy. Non è quella l’immagine che voglio dare della mia città. Ma lo dico senza alcuna polemica”, ha aggiunto.

Anche Polidori ha chiarito il senso delle sue parole parlando con Il Piccolo.

“La questione sul manifesto della Barcolana è già stata risolta e ampiamente superata un mese fa e non c’è nessun blocco del Comune nei finanziamenti alla regata”, ha spiegato. “Il manifesto a livello locale non dovrebbe venir pubblicizzato mentre a livello nazionale sì”.

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