Travaglio risponde a Zoro su legami Ong-scafisti: “Fa informazione con tweet e magliette, ma non sa nulla”
La replica del direttore del Fatto Quotidiano al conduttore di Propaganda Live sul legame tra le Ong e gli scafisti che Travaglio ha definito "ormai acclarato"
Ieri il direttore de Il Fatto Quotidiano ha scritto un editoriale che ha fatto molto discutere: nell’articolo scrive, tra le altre cose, che vi è un “legame fra alcune ong e scafisti, ormai acclarato“.
La reazione sui social è forte, colleghi e lettori si sono scagliati contro Marco Travaglio accusato di muovere accuse generiche, senza prove e senza alcun riscontro.
Zoro (Diego Bianchi), giornalista e conduttore del programma Propaganda live su La7, ieri ha scritto sul suo profilo Twitter:
Oggi @marcotravaglio sul Fatto scrive: “il legame fra alcune Ong e gli scafisti, ormai acclarato e addirittura rivendicato dalle interessate”. Per interesse personale e professionale avrei bisogno di sapere nel dettaglio “acclarato” da chi e “rivendicato” da chi. Grazie.
— Diego Bianchi (@zdizoro) 10 luglio 2018
Oggi il direttore del Fatto risponde a Diego Bianchi: con un editoriale titolato proprio”Propaganda live”, il nome del programma televisivo che Zoro conduce.
“Accontento volentieri il nostro spiritoso showman. Siccome non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire né peggior cieco di chi non vuol vedere – scrive Travaglio – , Diego Bianchi in arte Zoro prende mezza frase dal mio articolo piuttosto lungo di ieri sui migranti per segnalarmi alla corte di rottweiler che popolano il suo profilo Twitter. I quali – senz’aver letto una riga del mio pezzo – colgono l’occasione per riempirmi di insulti e dipingermi come servo di questo o quell’altro”.
“Nessun problema: c’è chi pensa di fare informazione a colpi di show, magliette e tweet, e chi prova a farla documentandosi e studiando”, scrive il direttore.
Al tweet di Zoro Travaglio risponde: “Gentile Zoro, sul web può trovare i filmati, le fotografie e l’audio delle intercettazioni dei responsabili di un’Ong, la tedesca Jugend Rettet, e della sua nave Iuventa sequestrata un anno fa a Trapani perché – spiegò il procuratore Ambrogio Cartosio – è accertato che i migranti vengono scortati dai trafficanti libici e consegnati non lontano dalle coste all’equipaggio che li prende a bordo della Iuventa. Non si tratta dunque di migranti ‘salvati’, ma recuperati, consegnati. E poiché la nave della Ong ha ridotte dimensioni, questa poi provvede a trasbordarli presso altre unità di Ong e militari”.
“È lo stesso scenario descritto mesi prima dal procuratore di Catania Carmelo Zuccaro nelle audizioni in Parlamento, a proposito di altre Ong, e poi immortalato da altre indagini di varie Procure siciliane. Se poi alcune indagini (diversamente da quella di Trapani, che s’è vista confermare il sequestro della Iuventa fino in Cassazione) non hanno finora accertato reati, non significa che non abbiano acclarato fatti oggettivi”.
“[…] è ciò che spesso rilevavano i satelliti militari puntati sul Mediterraneo: navi di Ong salpavano all’improvviso dai porti europei (soprattutto italiani) e facevano rotta verso un punto X del mare, in simultanea o addirittura in anticipo sulla partenza di un barcone carico di migranti dalla costa libica che, guardacaso, puntava dritto verso X. Il che, salvo immaginare sistematici casi di telepatia o continue apparizioni dell’arcangelo Gabriele, dimostra un coordinamento fra scafisti (o loro complici) e Ong, sempre nel posto giusto al momento giusto per rilevare il carico umano, spesso al confine delle acque territoriali libiche, o financo oltre. In molti casi, il trafficante ‘vendeva’ a prezzo maggiorato quei viaggi ‘sicuri’, incrementando i guadagni, riducendo le spese (perché investe molto meno sui natanti e sul carburante) e azzerando il rischio che, avvicinandosi troppo alla costa italiana, qualcuno lo arrestasse”.
Travaglio cita anche Minniti, l’ex ministro dell’Interno che, “impose alle Ong alcune regole: tenere i transponder accesi (già: perché venivano quasi sempre spenti?) e ospitare un agente di polizia giudiziaria a bordo delle navi (perché, se era tutto regolare, tanta resistenza a far salire la polizia?). Norme di comune buonsenso, che invece molte Ong respinsero sdegnate, dimostrando che proprio tutto regolare non era”.
“Onde evitare che il simpatico Zoro faccia un altro tweet per dubitare dei provvedimenti di pm, Gup, Riesame di Trapani, Cassazione e altre Procure, delle immagini dei satelliti, delle parole di un ammiraglio e del capo di Frontex e di altra simile robaccia, gli cito una fonte che potrebbe vincere la sua congenita incredulità”.
Qui Travaglio riporta un articolo del quotidiano Repubblica del 3 agosto 2017, e scrive: “L’Ong tedesca ‘non soccorreva migranti sottraendoli alla morte in mare. Li caricava sotto costa, in acque territoriali libiche, con l’accordo dei trafficanti di uomini, per poi depositarli in uno dei tanti porti italiani’. Dunque ‘ha mentito’: rifiutava il codice Minniti non per difendere la sua ‘neutralità’, ma per continuare le sue “trastule con i trafficanti di uomini… “.