Travaglio attacca i “giornaloni”: “Fake news contro il Governo M5S-Lega”
Duro editoriale del direttore del Fatto Quotidiano: nel mirino in particolare alcuni articoli de La Stampa e La Repubblica sul discorso di fine anno di Mattarella
Il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, ha scritto un editoriale, intitolato “Happy fake year”, contro i “giornaloni” che raccontano “fake news” contro il Governo M5S-Lega. “Siccome vanno di moda gli auspici per l’anno nuovo, mi accontenterei di uno: che i giornalisti e i politici che combattono le fake news evitassero, per quanto possibile, di raccontarne”, si legge nell’articolo di commento.
Travaglio se la prende in particolare con La Stampa e La Repubblica e cita, a titolo di esempio, alcuni articoli pubblicati prima del discorso di fine anno del presidente della Repubblica.
“I giornaloni, che ne conoscevano a menadito il contenuto, avevano preannunciato durissime reprimende contro i golpisti giallo-verde”, scrive il direttore.
“La Stampa, la più informata di tutti, ipotizzava addirittura che il Presidente spingesse per ‘qualche giorno di esercizio provvisorio’ onde garantire un regolare dibattito parlamentare sulla manovra, o si accingesse a promulgarla con allegata una ‘lettera di biasimo’. E non aveva dubbi sul fatto che ‘Mattarella non eluderà alcuna delle grandi questioni sul tavolo della politica, comprese le più scabrose'”.
“E figurarsi Repubblica“, continua Travaglio, che cita un articolo del quotidiano diretto da Mario Calabresi intitolato “L’ avviso del Colle contro gli ‘strappi’ di Zaia e Fontana”.
“Chiunque sia rimasto sveglio durante i 14 minuti del discorso”, scrive il direttore del Fatto, “non ha trovato alcun attacco al governo né alla maggioranza sui temi suddetti (semmai un elogio per aver evitato la procedura d’ infrazione, mentre gli unici spunti vagamente polemici riguardavano la sicurezza e la “tassa sulla bontà”, peraltro in via di ritiro)”.
“L’unica spiegazione”, conclude Travaglio, “è che qualcuno, non si sa come, sia riuscito a manipolare il testo del messaggio presidenziale, o addirittura il file del video preregistrato, per espungerne i passaggi più “scabrosi”.